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deMOcrAzIA epArtecIpAzIOne - Federazione Trentina delle ...

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al loro riguardo, le banche cooperative<br />

chiedono che questa specificità sia<br />

tutelata nero su bianco nella futura<br />

disciplina del settore.<br />

diversità al centro<br />

Secondo il segretario generale<br />

dell’Eacb – Hervé Guider – sono<br />

quattro i dossier su cui le banche<br />

cooperative dovranno focalizzare la<br />

loro attenzione: norme sul capitale<br />

proprio, indicatori di liquidità, evoluzione<br />

nel trattamento dei prestiti<br />

interbancari e futura disciplina dei<br />

sistemi di garanzia dei depositi. In<br />

tutti questi ambiti, le cooperative di<br />

credito presentano <strong>delle</strong> specificità<br />

che dovrebbero essere prese in considerazione,<br />

nell’ottica di affinare<br />

la regolamentazione. Ad esempio,<br />

le nuove norme del Comitato di<br />

Basilea sui fondi propri, prendendo a<br />

modello le società di capitali, metterebbero<br />

in discussione la natura <strong>delle</strong><br />

quote sociali cooperative. Come<br />

ha affermato lo stesso Guider, “se i<br />

40 miliardi di euro di quote sociali<br />

<strong>delle</strong> banche cooperative non fossero<br />

più riconosciuti come patrimonio,<br />

ci sarebbero 500 miliardi di prestiti<br />

in meno per le Pmi”. A fronte di<br />

intense negoziazioni, i regolatori di<br />

Basilea hanno ammesso la pertinenza<br />

di un trattamento specifico per<br />

le quote sociali cooperative. E’ un<br />

primo passo, ma non sufficiente, perché<br />

disciplina le banche cooperative<br />

tramite eccezioni alla norma, piuttosto<br />

che riconoscerne la diversità<br />

all’interno di un panorama bancario<br />

più ampio.<br />

Banche locali<br />

norme globali?<br />

In un recente incontro con i parlamentari<br />

europei, Dominique<br />

Strauss-kahn, guida del Fmi, aveva<br />

affermato che “per problemi globali<br />

valgono solo soluzioni globali”. Se<br />

da un lato è innegabile che servano<br />

regole del gioco eque da ambo le<br />

parti dell’Atlantico, dall’altro insistere<br />

sull’uniformità può rivelarsi<br />

controproducente. Infatti, mentre in<br />

Europa il 70% dei prestiti sono intermediati<br />

dal sistema bancario, negli<br />

Stati Uniti la proporzione si inverte,<br />

lasciando al mercato dei capitali<br />

il compito di finanziare l’economia<br />

reale. Per questo, la visione del sistema<br />

finanziario che gli Usa portano<br />

sul tavolo del G20 non sempre è<br />

trasferibile tale e quale in Europa.<br />

Situazione che si complica se si considera<br />

che nel Comitato di Basilea<br />

la maggior parte dei membri sono<br />

extra-europei e spesso non hanno<br />

una tradizione di banche cooperative<br />

nel loro territorio. All’Eacb spetta<br />

l’arduo compito di sensibilizzarli<br />

sulle specificità di un modello che<br />

non conoscono.<br />

istituzioni più vicine<br />

La crisi mondiale ha fatto emergere<br />

il ruolo di stabilizzatore giocato<br />

dalle banche cooperative. La nuova<br />

Commissione Europea, con un cambio<br />

di prospettiva rispetto al passato,<br />

sembra convinta che la diversità<br />

dell’industria bancaria e la pluralità<br />

<strong>delle</strong> forme di impresa siano punti<br />

di forza essenziali per l’Europa. Il<br />

rappresentante della Commissione<br />

David Wright, presente alla convention,<br />

ha voluto rassicurare i<br />

membri dell’Eacb affermando che<br />

“lo scopo dell’Europa non è omologare<br />

i modelli commerciali” e che<br />

“il Commissario Barnier è attento<br />

alle esigenze <strong>delle</strong> banche cooperative”.<br />

Sostegno viene anche da uno<br />

degli ospiti d’onore della convention,<br />

il parlamentare europeo Gianni<br />

pittella, che nel discorso di apertu-<br />

39<br />

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 5 - M A G G I O 2 0 1 0<br />

CULTURA COOPERATIVA | qui europa<br />

ra ha espresso vicinanza e apprezzamento<br />

per il ruolo <strong>delle</strong> banche<br />

cooperative europee. Le decisioni<br />

che saranno prese nei prossimi mesi<br />

dimostreranno la coerenza e la solidità<br />

di queste dichiarazioni. La partita<br />

si gioca ora nel Parlamento Europeo,<br />

dove le discussioni in agenda – da<br />

Basilea III alla direttiva sui requisiti<br />

di capitale (Crd) – saranno determinanti<br />

per definire i contenuti <strong>delle</strong><br />

tappe future.<br />

* Referente da Bruxelles dell’ufficio<br />

legislativo della <strong>Federazione</strong><br />

<strong>Trentina</strong> della Cooperazione<br />

COS’È<br />

L’EACB<br />

Data di nascita: 1970 a Bruxelles.<br />

Mission: promuovere e difendere gli interessi<br />

comuni dei 23 soci europei e 4 extraeuropei.<br />

Rappresentanza: 4.200 banche locali, 65.000<br />

sportelli, 60 milioni di soci. Offre servizi a 160<br />

milioni di clienti – in particolare consumatori,<br />

Pmi e comunità locali – grazie al lavoro di<br />

750.000 dipendenti.<br />

Quota media di mercato: 20%.<br />

Soci italiani: Federcasse e Associazione<br />

Nazionale <strong>delle</strong> Banche Popolari.<br />

Sito: www.eacb.org<br />

2012:<br />

ANNO INTERNAzIONALE<br />

DELLE COOPERATIVE<br />

Durante la 64° sessione dell’assemblea<br />

Onu il segretario generale Ban Ki-Moon ha<br />

dichiarato che “le cooperative giocano un<br />

ruolo centrale nelle sviluppo socio-economico”,<br />

citando in particolare la funzione <strong>delle</strong><br />

cooperative finanziarie. Su queste basi l’Onu<br />

ha dichiarato il 2012 anno internazionale<br />

<strong>delle</strong> cooperative. Un’occasione unica per<br />

le cooperative di tutti i settori di far sentire<br />

ovunque la voce della propria diversità.

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