OPINIONI LA PORTA APERTA una parola sola: generosità di Franco de Battaglia C’è una parola che risalta nei discorsi del presidente Diego Schelfi sull’attuale situazione cooperativa, ed è “generosità”. E’ una constatazione e un invito. La constatazione sta nel fatto che nelle difficoltà economiche – ed anche morali del Trentino, perché la crisi non viene dalle limitazioni al fare, ma dal non saper dove andare – la Cooperazione sta reagendo con generosità. C’è un sostegno, nelle emergenze, a valli intere trascinate nel pozzo <strong>delle</strong> speculazioni, come a Folgarida, o con eccessive manie di grandezza, come a Fiavé… E’ una generosità di appartenenza, né politica né tecnica che spinge a intervenire: “Sei in difficoltà, ti aiuto”. “Hai sbagliato, imparerai a non sbagliare più”. La Cooperazione sa che non può farsi carico di tutti gli errori del Trentino. Sa anche che, a volte, sarebbe conveniente, proprio per il rigore della sua immagine, lasciare andare a fondo i presuntuosi. Ma la sua forza etica (e quindi economica) sta nel non seguire i più distruttivi parametri del mercato liberista. “Mors tua, vita mea”? No. Piuttosto il figlio che torna a casa dopo aver fatto una grande sciocchezza, dopo aver dato un grande dolore. Non lo si caccia. Forse non lo si sgrida neppure, per non esserne umiliati. Si china la testa, si soffre, Significa aiutare chi ha sbagliato, ma soprattutto accogliere chi cerca di fare vera cooperazione 48 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 5 - M A G G I O 2 0 1 0 si va avanti. Il figlio crescerà, imparerà. Fin tanto che si sta insieme ogni riscatto è possibile. E’ questa la differenza fra la Cooperazione e il Mercato che distrugge, ed è un atteggiamento di cui dovrebbero tener conto, con rispetto, quanti “fuori” della Cooperazione, per gelosia economica, vorrebbero vedere correre il sangue fra i vari settori, e quanti “dentro”, per rivalsa personale, vorrebbero vedere la faida fra i fratelli, fra le “famiglie” ricche e quelle povere, fra i “boss” locali e i “manager” del Sait… Che tristezza. Che umiliazione imposta ai soci. “Generosità” è anche l’invito a guardare con occhi sereni il nuovo che avanza. La crescente partecipazione femminile alle cooperative non è casuale. E’ un’espressione di base che non dipende dalle “quote rosa”. E’ in presa diretta con i mutamenti nei paesi. E’ il segno di una società che cambia e che – appunto – va seguita “generosamente”, con fiducia, senza assurde discriminazioni fra maschilismo e femminismo. Generosità è mettersi tutti insieme per elaborare nuovi modi di produzione e di lavoro, collegati a quelli di consumo. Non possono esserci fratture, penosi divorzi fra lavoro e territorio. Il segreto del futuro è questo. fdebattaglia@katamail.com
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