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u baro drom<br />
La creazione9 (Nuova Zelanda)<br />
Al tempo della creazione Dio pensò che gli sarebbe piaciuto creare gli esseri umani a sua<br />
immagine. Così prese un bel po’ di farina e di acqua e li impastò insieme fino a formare dei<br />
piccoli uomini. Li mise a cuocere nel forno celeste ma, sfortunatamente,<br />
fu distratto da qualcos’altro e se ne dimenticò.<br />
Quando li tirò fuori dal forno erano tutti bruciati e fu così<br />
che furono creati i neri.<br />
Allora impastò dell’altra farina con<br />
dell’altra acqua, modellò l’impasto e<br />
di nuovo mise tutti gli omini nel forno.<br />
Ma stavolta era un po’ preoccupato<br />
che non gli bruciassero di nuovo,<br />
così finì per tirarli fuori in anticipo.<br />
E questi diventarono i bianchi.<br />
Quando riprovò per la terza volta,<br />
tanto per essere sicuro di non sbagliare<br />
i tempi di cottura, creò prima<br />
il tempo e l’orologio.<br />
E infatti quando tolse gli uomini dal<br />
forno, erano cotti proprio al punto<br />
giusto, appena appena bruniti. E<br />
81. Bimbo questi erano gli zingari.<br />
Questa fiaba è stata raccontata da R. A. W. (Ron) Barnes. Egli racconta della sua<br />
infanzia: “La mia vita è iniziata molto poveramente sul drom, sulla strada, fino a<br />
82. India<br />
quando non ho compiuto otto anni. Poi, quando la grande depressione arrivò in<br />
Inghilterra e non si trovavano più lavori occasionali, la mia famiglia si trasferì a Londra”. A 14 anni lascia la scuola, comincia<br />
a lavorare alle poste, poi diventa un dirigente delle telecomunicazioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale si arruola<br />
nell’esercito inglese e nel 1948, finita la guerra, si trasferisce in Australia. Nel 1950 va in Nuova Zelanda. Ha creato il centro<br />
sanitario “Opre Roma” (Sorgete zingari) e ora insegna nei centri sanitari di tutto il mondo. Questa fiaba è conosciuta e<br />
raccontata anche in Alsazia e in Cile.<br />
Le origini degli Zingari. 10 (Spagna)<br />
Il Signore quando stava per tornare in paradiso, chiamò a raccolta nella Grande Plaza tutti i<br />
popoli del mondo e disse loro: “Domani vado in paradiso, ma<br />
prima di partire assegnerò il suo posto nella vita a chi si presenterà<br />
qui: chi arriverà troppo tardi si arrangerà”.<br />
Così, prima di andarsene assegnò ad ognuno una posizione:<br />
chi divenne maestro, chi dottore e così via. C’erano anche<br />
due zingari molto pigri e uno disse all’altro:”Guarda, cugino.<br />
Il Signore va via oggi. Se ne va in cielo e tutti sono andati a<br />
farsi dare il proprio destino. Arriveremo tardi.”<br />
Si misero a correre verso la Grande Plaza e quando arrivarono<br />
trovarono il Signore che stava già partendo, dato che<br />
erano stati così pigri. Allora lo chiamarono: “Ma padre, hai<br />
assegnato un destino a tutti gli uomini al mondo. Vuoi proprio<br />
andartene lasciando gli zingari senza un posto assegnato?”.<br />
Il Signore allora disse: “Andrete avanti come potrete”.<br />
E così se ne andò, lasciandoci senza un posto definito e che<br />
ci arrangiassimo un po’ come potevamo. Ora questa leggenda<br />
83. L’uomo più forte<br />
del mondo<br />
L’ambiente raccontato<br />
è mia, però è la verità. Gli zingari vivono d’espedienti e mangiano<br />
come possono. A loro non è stato assegnato un posto<br />
preciso nel mondo.<br />
Questa storia è stata raccontata da Isabel Fajardo Maya, una gitana del Sacro Monte, sorella dei famosi ballerini di flamenco<br />
La Golondrina e Joaquin Fajardo Maya. E’ stata raccolta e registrata da Berta Quintana nel 1971.<br />
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