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<strong>Porphyra</strong> Anno III, numero VII, Aprile 2006<br />

“L’ultima dinastia di Bisanzio: i Paleologi<br />

1259-1453”<br />

dividevano l’umanità. Alla proposta di Paolo di recarsi<br />

personalmente dal papa, Cantacuzeno evidenziò l’inutilità del<br />

viaggio, opponendosi apertamente ai progetti di Giovanni V di<br />

cui certamente era a conoscenza:<br />

19. “Sarebbe folle entrare in un fiume senza prevedere il modo per uscirne.<br />

Poiché se io vado dal papa ascolterei le stesse parole che tu mi hai detto oggi<br />

e siccome io gli direi ciò che ti ho detto il mio viaggio sarebbe inutile”.<br />

20. “ [ ] Quanto a me per l’unione delle Chiese sarei pronto ad andare dal<br />

papa a piedi, anche se abitasse ai confini della terra. Ogni visitatore gli<br />

abbraccia i piedi, ma io sarei pronto ad abbracciare quelli della sua bestia da<br />

soma e la polvere dei suoi piedi”.<br />

Fu inflessibile quando Paolo brandì la minaccia dei Turchi,<br />

“flagello di Dio che punisce i Greci scismatici per la loro<br />

disobbedienza al Papa” o quella di una crociata occidentale<br />

contro Bisanzio: in effetti i successi dell’Islam erano anteriori<br />

allo scisma e d’altronde l’occupazione turca non impediva ai<br />

cristiani di professare la loro fede. Ma riportiamo la risposta:<br />

17. “Gli infedeli hanno con<strong>qui</strong>stato la celebre città di Antiochia prima dello<br />

Scisma. Essi sono ugualmente riusciti a con<strong>qui</strong>stare le vostre regioni:<br />

l’Africa, Cartagine e i paesi vicini alla Spagna [ ]”.<br />

Infine Cantacuzeno conclude:<br />

25. “Se voi venite per insegnarci la Verità, noi non vi riconosceremo come<br />

maestri né tantomeno come giudici. Se venite come amici e fratelli che<br />

ricercano la Verità, la pace e la concordia, senza litigio né insolenza ciò sarà<br />

gradito a Dio e a noi suoi servitori. Se arriviamo ad un accordo, sia Gloria a<br />

Dio, ma se per caso Dio dovesse permettere che persista il disaccordo, non<br />

cercheremo di aggravare lo Scisma: che ogni Chiesa rimanga così dov’è ora,<br />

noi supplichiamo Dio di accordare la pace e l’unione, conformemente alla<br />

Sua Volontà”.<br />

Insomma, l’unica e vera strada verso l’Unione era per<br />

Cantacuzeno un concilio la cui composizione doveva riflettere le<br />

prospettive universalistiche che i patriarchi bizantini, compreso<br />

Filoteo, tentavano di promuovere nel XIV secolo. Il progetto<br />

presentato a Paolo da Cantacuzeno sembra così essere un<br />

lontano preliminare del Concilio di Firenze del 1439: fu allora<br />

che il programma del Nostro venne applicato, seppure a grandi<br />

linee, nella circostanza che costituì la prova d’unione più seria<br />

che il Medioevo abbia mai conosciuto.<br />

Il collo<strong>qui</strong>o, svoltosi nel palazzo delle Blacherne, ebbe<br />

l’esito di proporre la convocazione di un concilio ecumenico a<br />

Costantinopoli dal 1 giugno 1367 al 31 maggio 1369, data che<br />

trova conferma in una lettera inviata da Filoteo al patriarca<br />

bulgaro per invitarlo al concilio progettato 125 . Questa lettera<br />

evidenzia chiaramente che Giovanni V aveva sottoposto la<br />

proposta del concilio al sinodo patriarcale e ai due patriarchi<br />

orientali, Nifone di Alessandria e Lazzaro di Gerusalemme che,<br />

125<br />

HALECKI, Un empereur de Byzance à Rome cit., pp. 152-154.<br />

38<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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