16.06.2013 Views

qui - Porphyra

qui - Porphyra

qui - Porphyra

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Porphyra</strong> Anno III, numero VII, Aprile 2006<br />

“L’ultima dinastia di Bisanzio: i Paleologi<br />

1259-1453”<br />

monaci incolti e fanatici, promotore di una mistica malsana e di<br />

una teologia nazionalista, ferocemente opposto agli “illuminati”<br />

dotati di uno spirito più aperto per constatare che la salvezza<br />

dell’impero proveniva solo dall’Occidente. La personalità di<br />

Cantacuzeno smentisce questo punto di vista. Sappiamo come<br />

egli per ragioni d’opportunità abbia sempre sostenuto i palamiti,<br />

definiti solitamente come anti-latini sistematici e che invece<br />

durante la guerra civile del 1341-1347 erano in contatto con gli<br />

occidentali 129 , e Cantacuzeno, spiegando a Paolo gli elementi<br />

essenziali della teologia palamita, era riuscito a chiarire alcuni<br />

malintesi al riguardo.<br />

I contatti con i Latini risalgono al debutto della sua carriera,<br />

quando, Gran Domestico di Andronico III, era allora protettore di<br />

Baarlam Calabro, inviato negli anni 1338-1339 ad Avignone per<br />

proporre al papa Benedetto XII la convocazione di un concilio<br />

ecumenico. Dall’ascesa al trono fino alla sua abdicazione<br />

persegue la stessa politica: subito dopo il suo ritiro nel 1354,<br />

Nicola Sigeros ritornò in Occidente per una missione simile a<br />

quella inviata nel 1347 130 . Come possiamo notare, Cantacuzeno<br />

aveva coscienza delle difficoltà dottrinali dell’Unione e non<br />

sperava di poter trarre profitto politico immediato, ma non cessò<br />

mai di promuovere un progetto che vedeva come una necessità<br />

spirituale dai benefici politici a lunga scadenza.<br />

L’opera dell’Unione non si limita per il Nostro ad una<br />

proposta conciliare. Ritiratosi dagli affari politici, coltivò un vivo<br />

interesse per la teologia occidentale. Abbiamo già accennato alla<br />

conoscenza di S. Agostino e S. Tommaso d’A<strong>qui</strong>no che furono<br />

tradotti dal greco sotto il patronato dell’ex-imperatore, fornendo<br />

in più ai teologi bizantini la conoscenza diretta della teologia<br />

latina. Cantacuzeno e il suo gruppo avevano contribuito ad un<br />

approfondimento ed avvicinamento tra i due mondi che avrebbe<br />

forse prodotto un risultato, se le circostanze fossero state diverse<br />

e se i giorni di Bisanzio non fossero contati.<br />

Il suo esempio dimostra che a Bisanzio la linea di<br />

demarcazione non fosse solo tra filolatini ed antilatini, ma tra<br />

coloro che credevano che la politica da sola potesse risolvere la<br />

frattura tra i due mondi e coloro che evidenziavano l’urgenza<br />

della risoluzione del problema dottrinale. L’insuccesso dei primi<br />

può ora far pensare che il perseguimento della strada proposta<br />

dal Cantacuzeno avrebbe portato a dei risultati più tangibili, dato<br />

che alcuni punti del programma, come si è evidenziato, furono<br />

adottati nel concilio di Ferrara-Firenze del 1439, occasione in cui<br />

il dialogo venne interrotto ancora una volta dalla pressione degli<br />

avvenimenti politici.<br />

Nel 1369 o 1371 egli scrisse, firmandosi come basileus , una<br />

lettera al vescovo di Karpasaia in Cipro, spiegando la trascorsa<br />

129<br />

GIANNELLI C., Un progetto di Barlaam per l’unione delle Chiese [ Studi e testi 123], Città del Vaticano 1946, pp.<br />

157-208.<br />

130<br />

HALECKI, Un empereur de Byzance à Rome cit., pp. 38-39.<br />

40<br />

Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!