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<strong>Porphyra</strong> Anno III, numero VII, Aprile 2006<br />

“L’ultima dinastia di Bisanzio: i Paleologi<br />

1259-1453”<br />

Ciò che rivela la perizia dello studioso sono le numerosissime<br />

glosse, le annotazioni a margine; queste indicano una<br />

profonda cultura classica e costituiscono un preziosissimo<br />

patrimonio cui attingere. Se ne servì largamente Boccaccio<br />

nella stesura della sua opera mitologica De genealogia<br />

deorum gentilium.<br />

Sulla base di glosse e note siamo in grado di individuare<br />

anche le fonti e gli autori da cui Leonzio prendeva le mosse.<br />

Sue fonti prevalenti furono gli scholia vetera greci ad Omero<br />

(D dell’Iliade, V dell’Odissea), da questi trae anche<br />

testimonianze di autori greci; gli scoli di Tzetzes a Licofrone;<br />

un anonimo Homerocenton (attribuito ad Eudocia); tra le<br />

fonti latine l’Eneide (forse anche il commentario di Servio);<br />

la Naturalis historia di Plinio ed il centone virgiliano<br />

attribuito a Proba; Terenzio. Conosceva poi certamente<br />

Platone, Aristotele, Euripide 205 . In ogni caso dimostra una<br />

straordinaria padronanza della lingua omerica.<br />

Interessantissima, in fine, l’osservazione del Pertusi relativa<br />

al ricorso a termini tratti dal volgare o, addirittura, dal<br />

dialetto calabrese cui il nostro si rivolse quando gli<br />

“mancavano le parole” corrispondenti in latino. 206<br />

§ 4 . Conclusioni<br />

Questa brevissima trattazione non ha assolutamente la pretesa<br />

di esaurire problematiche complesse ed ancora aperte.<br />

Proprio su Leonzio e su i suoi rapporti con Petrarca<br />

recentemente sono state incentrate alcune giornate di studio i<br />

cui atti sono prossimi alla pubblicazione. 207<br />

Aspettiamo, <strong>qui</strong>ndi, con ansia i nuovi risultati della ricerca.<br />

Tuttavia già le opere del Pertusi hanno ampiamente posto<br />

l’accento sulla figura di questo “maltrattato” intellettuale<br />

calabrese; ne hanno studiato principalmente l’opera.<br />

Il merito del Pertusi, oltre che nell’innovativa prospettiva che<br />

dischiude, è quello di avere contestualizzato Leonzio,<br />

inserendolo nel panorama ampio e complesso di un<br />

Meridione altamente acculturato, in senso classico, e che mai<br />

dismise il rapporto con gli antichi testi greci.<br />

Le personalità di Barlaam e di Leonzio (e numerose altre ce<br />

ne sono ancora da scoprire e valorizzare) non nascono come<br />

rari nantes in gurgite vasto, esse si rapportano con il<br />

fertilissimo ambiente calabrese, pugliese, siciliano.<br />

205 cfr. PERTUSI, Leonzio Pilato, in Scritti sulla Calabria greca medievale, cit. p. 251-252. La disamina dettagliata dei testi tradotti<br />

da Leonzio con metafrasi interlineare, note, commenti si trova in PERTUSI, Leonzio Pilato tra Petrarca e Boccaccio, cit..<br />

206 PERTUSI, Leonzio Pilato, in Scritti sulla Calabria greca medievale, cit. p. 252-253.<br />

207 Petrarca e il mondo greco, Convegno di studi - Reggio Calabria, Palazzo del Consiglio Regionale 26-30 novembre 2001.<br />

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Rivista online a cura dell’Associazione Culturale Bisanzio

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