memorie dell'accademia urbense - archiviostorico.net
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Le antiche chiese<br />
e la Nuova Parrocchiale di Ovada<br />
di Emilio Podestà<br />
Le antiche chiese di Ovada<br />
Il 16 aprile 1277, mediante un regolare<br />
contratto di compravendita,<br />
il Comune di Genova acquistava dai<br />
fratelli Tomaso, Corrado ed Opicino,<br />
figli ed eredi di Agnese del Bosco<br />
e di Federico Malaspina, tutto<br />
quanto essi possedevano in valle Stura,<br />
da Masone ad Ovada fino a Marcarola<br />
ed ai confini con il bosco di<br />
Sommaripa.<br />
Nel prezzo di diecimila lire erano<br />
tra l'altro compresi anche tutti i diritti<br />
che i tre marchesi vantavano sul<br />
grande bosco che si estende tra Ovada<br />
ed il giogo di Voltri, nonché sui<br />
castelli e sulle ville di Ussecio, Tagliolo<br />
e Silvano.<br />
Per quanto si riferiva in particolare<br />
ad Ovada, l'acquisto comprendeva<br />
la metà pro indiviso di tre quarti<br />
del castrum, della villa, del distretto,<br />
della giurisdizione, del territorio,<br />
della segnoria e della curia, tanto al<br />
di qua quanto al di là dell'Orba, più<br />
la metà del restante quarto meno un<br />
24esimo; i diritti sulla curaria costituiti<br />
dai proventi fiscali connessi alla<br />
sorveglianza delle attività commerciali,<br />
quelli sul mercato, ed ogni<br />
altro diritto, eccettuata la giurisdizione<br />
spettante ad illi de ouada qui<br />
dicuntur domini de ouada su circa<br />
trenta homines ovadesi.<br />
Veniva espressamente confermato<br />
che gli uomini delle terre che i<br />
marchesi non avevano venduto,<br />
avrebbero potuto continuare a traf-<br />
ficare con quelli delle terre vendute<br />
e viceversa hinc inde libere et secure<br />
sicut ante presentem vendicionem.<br />
Una clausola particolare precisava<br />
poi che nella vendita era compresa<br />
la metà del mulino sull'Orba, con<br />
i diritti sui forni ovadesi, salvi i diritti<br />
di decima spettanti alla Chiesa<br />
di Santa Maria di Ovada, certamente<br />
la parrocchiale.<br />
È questa la prima notizia documentata<br />
circa l'esistenza di questa<br />
chiesa, della quale, nel 1283, risulta<br />
rettore e ministro un certo Manuele<br />
Cosso che, comparendo in altri atti<br />
dell'anno successivo, promette, tra<br />
l'altro, di pagare un debito entro la<br />
festa di San Giovanni Mesonero, il<br />
chè sarebbe come a dire dopo la mietitura;<br />
nello stesso anno si trova un<br />
certo Muruello de Alenero, chierico<br />
e rettore della Chiesa di San Michele<br />
di Ovada; si trova poi, nel 1286,<br />
prete Bellengerio, ministro e rettore<br />
della Chiesa di San Gaudenzio di<br />
Ovada l.<br />
È opinione di Ambrogio Pesce che<br />
la chiesa di San Gaudenzio (sul cui<br />
sedime venne ricostruita la chiesina<br />
che a questo Santo è dedicata fuori<br />
del paese e alla quale si reca la processione<br />
delle rogazioni dell'Ascensione)<br />
fosse la più antica parrocchiale<br />
di Ovada, risalente forse al secolo<br />
IV, dato che titolare della stessa<br />
è San Gaudenzio da Rimini, martirizzato<br />
nell'anno 359 o 360.<br />
Poiché da un documento dell' Il<br />
settembre 1432 risulta che fr. Anto-<br />
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