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memorie dell'accademia urbense - archiviostorico.net

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un certo Giacotrm da Ponte tiene in<br />

locazione dall'Abate di San Pietro<br />

d'Acqui tutti i beni immobili appartenenti<br />

alla Chiesa di San Martino<br />

extra muros Uvade.<br />

La Chiesa di San Michele risulta<br />

inveceaffittata negli anni 1470- 1474<br />

a Prospero Adorno, Conte di Ovada.<br />

1127 febbraio 1573 risulta enfiteuta<br />

perpetuo dei beni che ad essa<br />

appartengonoil rev. frate Antonio M.<br />

Pallearo, Commendatore Gerosolimitano<br />

IO.<br />

A meno che non si tratti di elementi<br />

indicativi inseriti negli Statuti<br />

successivamente, già nel 1327 esisteva<br />

in Ovada un'altra chiesa, dedicata<br />

a Sant'Antonio, in prossimità<br />

del mercato: la graduazione delle<br />

pene in materia di furti contenute nel<br />

capitolo 210 degli Statuti medesimi,<br />

ci indica che il mercato stesso doveva<br />

stendersi al di là sino all'argine,<br />

mentre ancora più lontana doveva<br />

trovarsi una edicola in onore della<br />

SS. Trinità. In caso di mancata restituzione<br />

di un bene rubato, se di<br />

valore inferiore alle lire cinque, il reo<br />

doveva infatti essere fustigato fino<br />

a Sant'Antonio del Mercato; se di<br />

valore superiore a lire cinque e fino<br />

a lire dieci, si doveva proseguire fino<br />

all'argine del mercato; mentre fino<br />

a venticinque lire la fustigazione<br />

doveva avere per teatro il Borgo<br />

usque ad Trinitatem, un'edicola ancora<br />

più lontana.<br />

In sostituzione della Casa dei Pellegrini<br />

attigua alla suddetta chiesa di<br />

16<br />

Sant'Antonio (il capitolo 42 degli<br />

Statuti la ricorda come hospitale) la<br />

Comunità ovadese realizzava a metà<br />

del secolo XV una importante<br />

opera assistenziale, fondando un<br />

ospedale dedicato a questo Santo 11•<br />

Come risulta dal legato del 15<br />

marzo del 1463 già ricordato, i Padri<br />

Domenicani erano presenti in<br />

Ovada prima ancora che, nel 1481,<br />

durante la signoria dei Trotti, fosse<br />

iniziata da parte della Comunità<br />

Ovadese la costruzione della nuova<br />

loro chiesa, per esortazione e cura<br />

del Padre Giovanni Cagnasso da<br />

Taggia.<br />

Si dice che questa nuova chiesa sia<br />

sorta sul luogo dove esistevaun tempo<br />

la chiesa di Santa Maria: un'affermazione<br />

che dovrebbe essere intesa<br />

nel senso che, essendo stato attribuito<br />

alla nuova chiesa dei padri<br />

Domenicani il titolo di Santa Maria<br />

delle Grazie, la vecchia parrocchiale<br />

sia tornata ad essere distinta con<br />

l'antica titolazione di San Gaudenzio.<br />

Troviamo infatti, nel 1572,<br />

Francesco de Andreis, rettore di San<br />

Gaudenzio, formalmente interrogato<br />

- su richiesta del Vescovo di Acqui,<br />

unico sacerdote assieme ad altri<br />

testimoni laici - dai Commissari<br />

Genovesi per avere informazioni sulla<br />

religiosità degli Ovadesi e dei Rossiglionesi,<br />

che in effetti, risulta a quei<br />

tempi assai poco soddisfacente 12.<br />

Durante la signoria degli Adorno,<br />

già feudatari di Silvano e Castelletto,<br />

entrati nel 1488 in possesso di

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