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memorie dell'accademia urbense - archiviostorico.net

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to da impiegarsi per le chiavi dei<br />

campanili.<br />

31 maggio 1780: « Conti pagati à<br />

Già e Giacomo fratelli Taffoni scalpellini<br />

per saldo di numero 70 giornate<br />

da loro fatte a lavorare le pietre<br />

fatte à cornice che si sono poste<br />

per base ossia piedistallo delle lezene<br />

della facciata e dè campanili ».<br />

25 giugno 1780: « Regalia à diversi<br />

mulattieri che in oggi giorno di<br />

Domenica hanno trasportato con loro<br />

cavallie muli quantità di arena »,<br />

1114giugno 1781,giorno del Corpus<br />

Domini, si spendono lire 1.16<br />

« perfar l'apparato, eformare l'altaredella<br />

nuova chiesa », Questa notazione<br />

ci offre l'opportunità di soffermarci<br />

un attimo su alcune tradizioni<br />

sacre e profane che si rinnovano<br />

annualmente in concomitanza<br />

della festa. In tal giorno: « si puliscono<br />

le strade, s'adornano di rami<br />

verdi, od altro e la spesa spetta alla<br />

Compagnia del Sacramento, che<br />

provvede la cera, fuorchè alle confraternite,<br />

quali se laportano dalloro<br />

Oratorio. spetta ancora alla suddetta<br />

la spesa di tutte le altre processioni<br />

parrocchiali. Le aste del baldachino<br />

si portano dai Magnifici Agenti<br />

della Comunità, e da principali<br />

particolari del paese » 8.<br />

Si svolgevano nel corso dell'anno<br />

processioni « derivate da voto speciale<br />

» nelle ricorrenze di San Sebastiano,<br />

San Rocco, San Giacinto, alle<br />

quali prendevano parte in forma<br />

ufficiale i maggiorenti della Comu-<br />

52<br />

nità. La loro adesione sanciva un legame<br />

ancora saldo tra potere civile<br />

e potere religioso e rifletteva sovente<br />

particolari eventi calamitosi vissuti<br />

dalla popolazione nel corso di<br />

guerre o malattie contagiose. Molto<br />

viva era la devozione verso San<br />

Giacinto e San Rocco, rispettivamente<br />

patrono e compatrono della<br />

città di Ovada. Anche la costruenda<br />

chiesa avrà un altare dedicato ai<br />

due Santi protettori. Sappiamo che<br />

nel 1850 detto altare era curato da<br />

Gio Batta Carlini su incarico dell'allora<br />

parroco don Ferdinando Bracco.<br />

Per il decoro dell'altare si impiegavano<br />

le elemosineraccolte nella festa<br />

dei S.S. Fabiano e Sebastiano.<br />

Alla vigilia dei S.S. Rocco e Giacinto<br />

si svolgeva la questua sia in paese<br />

che in campagna e si accettavano<br />

generi alimentari contraccambiandoli<br />

con aghi per il cucito. Nel 1853 il<br />

sindaco Antonio Prato comunicava<br />

ai Fabbricieri di « disporre a che per<br />

il giorno di San Giacinto, Patrono<br />

del Comune di Ovada » la chiesa venisse<br />

addobbata « a festa come negli<br />

ultimi anni mediante beninteso,<br />

la dovuta contribuzione che le verrà<br />

perparte del Municipio corrisposta<br />

», San Giacinto fu creato patrono<br />

della Comunità 9 nel 1594 e la<br />

processione in suo onore fu istituita<br />

nel 1671. La devozione dei parrocchiani<br />

verso San Rocco risaliva ancora<br />

a prima, ma venne solennemente<br />

sancita con il voto del 1631 , anno<br />

di peste. Infatti in una relazione sullo

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