memorie dell'accademia urbense - archiviostorico.net
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La Biblioteca<br />
di Alessandro Laguzzi<br />
Dall'atrio della sacrestia si parte<br />
una stretta scala, sbarrata alla base<br />
da un cancelletto in ferro, che con<br />
agili rampe porta alpianerottolo superiore<br />
dove l'Archivio e la Biblioteca<br />
parrocchiale si fronteggiano.<br />
L'attenzione è rivolta a quest'ultima,<br />
si rinvia il lettore, per l'Archivio, all'ottimo<br />
saggio di Paola Mosele I<br />
Cartari della Parrocchia di<br />
Ovada l.<br />
La Biblioteca, che consta di oltre<br />
dodicimila volumi, è collocata in un<br />
ampio locale, reso luminoso da una<br />
porta finestra che dà accesso ad una<br />
vasta terrazza dalla quale il lettore,<br />
rialzando lo sguardo, gode la vista<br />
dell'Orba e delle colline che la sovrastano.<br />
La scaffalatura, semplice ma di<br />
buona fattura, ricopre tutte le pareti<br />
sino al soffitto. E' divisa in colonne<br />
(dall'A alla Z) a loro volta suddivise<br />
in scansie numerate dal basso<br />
verso l'alto da 1 a 15. Al centro della<br />
parete di sinistra, entrando, dietro<br />
ad una poltrona foderata di seta<br />
paonazza, protetto da una griglia, in<br />
altri tempi chiusa da un robusto lucchetto,<br />
sta lo scaffale destinato ai libri<br />
proibiti.<br />
L'atto di nascita di questa biblioteca<br />
si può far risalire al 25 febbraio<br />
1852, giorno nel quale la Fabbriceria<br />
parrocchiale accetta, dal sacerdote<br />
Don Tito Borgatta, che così si presenta<br />
in un suo scritto: «... nel 1848<br />
dopo aver servito per circa quattro<br />
lustri l'Archidiocesi di Genova, ven-<br />
ne in Ovada sua patria, qualificato<br />
dai tristi per gesuita senza averne il<br />
merito, e subito ideò il progetto di<br />
formare una biblioteca» 2, il dono<br />
cospicuo di lire 1.000.<br />
Con questa somma Don Tito impegna<br />
i fabbriceri a costruire «nell'angolo<br />
della Parrocchiale tra settentrione<br />
e ponente, lungo la via della<br />
Madon<strong>net</strong>ta, e sul principio della<br />
piazza Scurolo» la sacrestia di cui la<br />
chiesa, a quella data, è ancora priva<br />
e ad operare in modo «che in pari<br />
tempo [la costruzione] lasciasse<br />
tutto lo spazio sopra la sacrestia novella<br />
per avervi grandiosa casa ad<br />
uso di libreria» che il sacerdote vuole<br />
sia destinata alla 'Congregazione dei<br />
Preti' 3.<br />
Il patrimonio librario della biblioteca<br />
si è andato costituendo a partire<br />
dai «libri lasciati da due parroci,'<br />
cioè Perrando Giovanni Guido ed<br />
Antonio Compalati», le due figure<br />
protagoniste della nascita della parrocchiale.<br />
In particolare, il primo,<br />
che per i suoi trascorsi godeva le simpatie<br />
del governo 4, in occasione<br />
della soppressione degli ordini religiosi<br />
ordinati dalle autorità francesi,<br />
nel 1811, riuscì ad aggiudicarsi,<br />
oltre ai molti oggetti sacri anche i volumi<br />
della biblioteca del convento<br />
ovadese dei Domenicani che veniva<br />
soppresso 5. A questi libri durante<br />
tutto l'Ottocento si aggiunsero altre<br />
donazioni 6, particolarmente importante<br />
è il lascito dello stesso Don<br />
Tito Borgatta che, da appassionato<br />
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