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Edward Hopper - Homolaicus

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Queensborough Bridge rappresenta un tentativo di entrare nell’atmosfera americana che non riesce però a raggiungere ancora accenti personali<br />

riconoscibili, ma ripete, con colorazioni diverse più cupe, temi più volte affrontati nei soggiorni parigini. In questo periodo <strong>Hopper</strong> si dedica anche agli<br />

acquerelli, specialmente nei suoi soggiorni a Ogunquit.<br />

Durante la guerra si dedica all’acquaforte come incisore, ma continua a dipingere ad olio e con gli acquerelli. La sua presenza in alcune mostre è<br />

oggetto di critiche contrastanti, ma in generale gli apprezzamenti sono assai scarsi e limitati alla cerchia dei suoi amici pittori e di qualche critico.<br />

Soir bleu, 1914 Edvard Munch, The Dance of the Life, 1899 - 1900<br />

Nel 1920 fa la sua prima mostra personale, senza successo; anzi, il suo quadro Soir bleu viene stroncato: troppo francese e soprattutto scandaloso con<br />

quel maquereau in prima fila e la prostituta adescante. A Parigi <strong>Hopper</strong> aveva dipinto un espressivo e delizioso acquerello di un maquereau. Soir bleu<br />

sembra appositamente dipinto per provocare un pubblico conservatore. All’epoca erano insistenti le campagne contro la prostituzione, soprattutto di<br />

ragazze francesi sfruttate dai loro maquereau. “Parigi – riporta la biografa di <strong>Hopper</strong>, Gail Levin – era la moderna Babilonia, la capitale della<br />

perversione e il quartier generale della moderna tratta mondiale delle bianche”. La sessualità della prostituta di Soir bleu era minacciosa. Qui <strong>Hopper</strong><br />

esprime in pieno il conflitto tra la sua educazione vittoriana e la nostalgia di Parigi.<br />

Io lo trovo un vero capolavoro. Ancora non è il suo stile definitivo, ma i personaggi hanno già conquistato quell’immobilità atemporale che è la cifra<br />

principale di <strong>Hopper</strong>. Curioso quel Pierrot quasi all’inizio della sua carriera: il suo ultimo quadro sarà ancora Pierrot. E poi trovo delle assonanze con<br />

uno dei quadri più famosi di Munch, a parte il colore. La stessa atmosfera sospesa e l’inquietante rappresentazione delle figure, ognuna delle quali è<br />

una storia. Per quanto la critica abbia invece accostato il quadro più ai fauves per i colori (da Matisse a Derain allo stesso Marquet) e a Degas per la<br />

composizione. In realtà, le citazioni letterarie del quadro si sprecano, da Verlaine e Rimbaud.<br />

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