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Scacchitalia - Federazione Scacchistica Italiana

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scacchiiitalia<br />

toscani, dove il personaggio principale (Florio) gioca, con la scommessa di parecchi denari<br />

(bisanti), tre partite con Sadoc il guardiano del castello dov’è imprigionata la sua amata<br />

Biancifiore per cercare di liberarla senza riuscirvi (perché viene scoperto e condannato<br />

al rogo insieme a lei) anche se, alla fine, i due amanti vengono graziati e riescono a<br />

tornare in Spagna. Delle tre partite la più importante è la prima che viene descritta<br />

nella sua fase finale anche perché nella seconda partita, con la quantità raddoppiata<br />

di denaro, “il castellano giuoca sagacemente, e Filocolo non da meno…. essendo per<br />

mattare il castellano, mostrando con atto alcuno di ciò avvedersi, tavolò il giuoco.” (pur<br />

essendo in vantaggio Filocolo propose la patta che il castellano accettò prontamente pur<br />

riconoscendo – ma solo fra sé e sé - la cortesia ricevuta: “Nobilissimo giovane e cortese<br />

è costui più che alcuno ch’io mai ne vedessi.”) e nella terza partita, “accrescendo ancora<br />

de’ bisanti la quantità; nel principio del quale il castellano disse a Filocolo: - Giovane, io<br />

ti priego e scongiuro per la potenza de’ tuoi iddii, che tu giuochi come tu sai il meglio,<br />

né, come hai infino a qui fatto, non mi risparmiare -. Filocolo rispose: - Signor mio, male<br />

può il discepolo col maestro giucare sanza essere vinto; ma poi che vi piace, io giucherò<br />

come io saprò -. infatti “Filocolo gli leva con uno alfino il cavaliere, e dagli scacco rocco.<br />

Il castellano, per questo tratto crucciato oltre misura più per la perdenza de’ bisanti che<br />

del giuoco, diè delle mani negli scacchi, e quelli e lo scacchiere gittò per terra.”<br />

Ma della prima partita leggiamo il testo (originale e non copiato!) del Boccaccio:<br />

“Ristringe adunque Filocolo il re del castellano nella sua sedia con l’uno de’ suoi rocchi<br />

e col cavaliere, avendo il re alla sinistra sua l’uno degli alfini; il castellano assedia quello<br />

di Filocolo con molti scacchi, e solamente un punto per sua salute gli rimane nel salto<br />

del suo rocco. Ma Filocolo a cui giucare conveniva, dove muovere doveva il cavaliere suo<br />

secondo per dare scacco matto al re, e conoscendolo bene, mosse il suo rocco, e nel<br />

punto rimaso per salute al suo re il pose. Il castellano lieto cominciò a ridere, veggendo<br />

ch’egli matterà Filocolo, dove Filocolo avria lui potuto mattare; e dandogli con una<br />

pedona pingente scacco, quivi il mattò,a se tirando i bisanti, e ridendo disse: Giovane,<br />

tu non sai del giuoco -, avvegna che ben s’era aveduto di ciò che Filocolo avea fatto, ma<br />

per cupidigia de’ bisanti l’avea sofferto, infignendosi di non avedersene.”<br />

Nel diagramma seguente (Fig. 2), con la mossa al Nero (Filocolo), la ricostruzione della<br />

posizione che ben si adatta al testo;<br />

Fig. 2<br />

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