Scacchitalia - Federazione Scacchistica Italiana
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scacchiiitalia<br />
La «delegazione» di Montalbano d’Elicona contava numerosi soci: il dott. Eugenio<br />
Pirajno, l’avv. Francesco Todaro, l’avv. Nicolò Ballarino, l’avv. Benedetto Barbaro, Gaetano<br />
Faranda Bonaventura, Rosario Di Benedetto.<br />
Il gioco per corrispondenza attirò non poco gli scacchisti messinesi: alla 1ª gara fanese,<br />
ripresa con il nome di «1ª gara nazionale», parteciparono il rag. Salvatore Doddis, il dott.<br />
Eugenio Pirajno (costretto poi a ritirarsi per motivi professionali), l’avv. Francesco Todaro,<br />
il cav. Magg. Ugo Papa, appassionato solutore di problemi.<br />
Nel corso del 1899 una rappresentativa di Montalbano d’Elicona perse la sfida per<br />
corrispondenza (due partite con la scommessa di L. 30) contro il circolo di Linguaglossa<br />
difeso dal forte Gaetano Nicolosi.<br />
L’evento più importante nella storia scacchistica messinese fu certamente il match<br />
amichevole tra i circoli di Messina e di Londra, al meglio di due partite, disputato tra il<br />
novembre del 1906 e il dicembre del 1908.<br />
Dunque nella Sicilia di fine Ottocento i due centri più vitali ed attivi, capaci di far lievitare<br />
l’attività scacchistica a livello regionale, nazionale ed internazionale, furono Palermo, che<br />
nell’isola ebbe il primato sia per il numero dei soci sia per l’attività svolta, e Catania.<br />
La trasmissione degli scacchi nel corso dei secoli avvenne quasi esclusivamente<br />
tramite il veicolo del nucleo famigliare operante su un livello «privato», un canale quasi<br />
«invisibile» registrato infatti dalle fonti solo casualmente e indirettamente. Questo<br />
modello di diffusione, che spiega bene la quasi totale mancanza di documentazione di<br />
attività scacchistica in Sicilia dal Trecento fino alla prima metà dell’Ottocento, tuttavia<br />
non implica affatto l’assenza della pratica del gioco nell’arco di tempo suddetto.<br />
Infatti il Carrera attesta che nel Seicento i componenti della famiglia Timpanello a<br />
Taormina giocavano con molta passione a scacchi; parimenti a Caltagirone i fratelli<br />
Antonio e Giovan Battista Luparello, a Siracusa Silvio Platamone e il figlio Andrea. Questo<br />
schema di trasmissione è maggiormente documentato dai dati riferibili alla Sicilia di fine<br />
Ottocento. A Catania praticavano il gioco degli scacchi le famiglie Alessi (il Cav. Salvatore<br />
Alessi e il figlio Giuseppe) e Paola (l’avv. Salvatore e il nipote Gaetano), a Belpasso i fratelli<br />
Carbonaro, a Linguaglossa le famiglie Nicolosi, Pafumi, Scarlata e Previtera (i fratelli<br />
Alessandro e Carmelo), a Palermo le famiglie Abbadessa, Agnello, Calapso, Caruso,<br />
Cimino, Cipolla, Coniglio, Cordera, Corradi, Costa, Di Stefano, Giallombardo, Lo Valvo,<br />
Luciano, Martinez, Morici, Noto, Ognibene, Palmeri (Luigi e Antonietta), Patti, Pomar,<br />
Russo, Savagnone, Sorgi. Infine a Vittoria in provincia di Ragusa erano abili solutori di<br />
problemi i fratelli Terranova Terlato (Gaetano, Giovanni, Giuseppe, Salvatore).<br />
Fig. 26. Il barone Giuseppe Frasca e Antonietta Palmeri giocano a scacchi.<br />
Foto proprietà del Marchese Salvatore Palmeri di Villalba.<br />
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