Scacchitalia - Federazione Scacchistica Italiana
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scacchiiitalia<br />
Santo Daniele Spina<br />
scacchi & STORIA<br />
Gli scacchi in Sicilia dal Seicento all’Ottocento<br />
Nel XVI e XVII secolo in Sicilia il gioco degli scacchi era molto diffuso<br />
e praticato: infatti sia città che piccoli centri vantavano valenti giocatori<br />
di varia estrazione sociale, il cui ricordo è stato tramandato fino ai nostri<br />
giorni grazie alle preziose notizie contenute nel trattato sul gioco degli<br />
scacchi di don Pietro Carrera (Fig. 1).<br />
Fig. 1. Don Pietro Carrera<br />
L’autore alla fine del primo libro parla con dovizia di particolari degli<br />
scacchisti che erano considerati gli astri maggiori del suo tempo per la<br />
loro indiscussa superiorità: Paolo Boi (Siracusa 1528?-Napoli 1598) detto<br />
«Il Siracusano» e il calabrese Leonardo Giovanni da Cutro (circa 1552-circa<br />
1597) detto «Il Puttino» per la sua piccola statura. Inoltre il Carrera non<br />
tralascia di redigere un elenco dettagliato dei giocatori siciliani meno<br />
famosi dell’epoca: ciascun scacchista è qualificato da un giudizio sulla<br />
forza di gioco basato unicamente sulla scorta dei risultati ottenuti contro<br />
gli avversari incontrati.<br />
A Messina eccellevano il dottor di legge Pietro Paolo Bottoni, il prete don<br />
Annibale Riganato, Giovanni Domenico Scalmato. Nella vicina Taormina<br />
Luciano Timpanello giocava con il Siracusano, «ricevendo in vantaggio un<br />
pedone, e ’l tratto». Praticavano gli scacchi quasi tutti i componenti della<br />
sua famiglia: la moglie, una figlia, e molti figli tra cui si distingueva don<br />
Ignazio, monaco dell’ordine di Monte Cassino.<br />
A Catania si distinsero per abilità don Orazio Paternò principe del Biscari<br />
(Catania, 1560?-Catania, 1614), noto per il suo opprimente mutismo<br />
durante lo svolgimento della partita, ma giudicato «uguale al Siracusano»<br />
e il filosofo Scipione Porzio (Fig. 2) che, essendo inferiore al primo, soleva<br />
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