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Scacchitalia - Federazione Scacchistica Italiana

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scacchiiitalia<br />

Il personaggio che riflette maggiormente l’autore è indubbiamente Enrico, genero del<br />

Marchese del Vomere. Nato in Sicilia nel 1848, orgoglioso delle sue origini meridionali,<br />

proferiva all’occasione parole di lode per il popolo siciliano, che stimava «generoso,<br />

ospitale e patriota». Divenne avvocato grazie alla caparbietà e ai sacrifici economici di<br />

sua madre, Teresa, che, nonostante le ristrettezze economiche della famiglia e la sua<br />

salute malferma, non seguì la raccomandazione, suggeritale sia dal parroco sia dai suoi<br />

compaesani, di indirizzare il figlio all’attività di impiegato comunale. Infatti Enrico fu<br />

ammesso a spese del comune all’Università di Napoli e riuscì a laurearsi, mantenendosi<br />

nella città partenopea grazie ai risparmi della madre.<br />

Enrico rappresenta invero una proiezione ideale dell’autore che nella vita reale aveva forse<br />

desiderato fortemente diventare un avvocato, ma invano: Andrea fu invece un funzionario<br />

pubblico del comune di Catania. Inoltre il cognome «D’Amico» fu agevolmente trasformato<br />

nella finzione letteraria in «Enrico»: entrambe sono parole composte di tre vocali e di<br />

tre consonati con omoteleuto in –«ico». Altre forti allusioni alla realtà sono riscontrabili<br />

anche nel luogo e nell’anno di nascita del personaggio Enrico. Infatti Andrea D’Amico,<br />

figlio di Luciano e di Gaetana Franzia, nacque a Belpasso, un paese ai piedi dell’Etna:<br />

(dunque l’allusione della madre ai «compaesani» non è pura invenzione letteraria) il 18<br />

aprile 1850 (soltanto due anni di differenza rispetto all’anno di nascita di Enrico). Andrea si<br />

firmava nelle sue opere «D’Amico Franz» in ossequio alla madre, il cui originario cognome<br />

«Franzia» con il troncamento delle vocali finali divenne «Franz».<br />

Il riferimento scacchistico contenuto ne «Il figlio della colpa» lascia ipotizzare che<br />

l’autore avesse una certa conoscenza del gioco degli scacchi forse da lui praticato in<br />

gioventù a Belpasso e poi a Catania.<br />

Nel 1887 Cosimo Sgroi, ventenne, partecipò al primo torneo internazionale per<br />

corrispondenza organizzato da «Le Monde illustré» (15 settembre 1887-90) classificandosi<br />

decimo: il vincitore fu il parigino Pire de Balashoff, seguito da J. Weismann. Il catanese Sgroi<br />

fu il primo italiano a partecipare ad un torneo internazionale per corrispondenza alla fine<br />

dell’Ottocento e qualche anno più tardi, nel 1890, pubblicò uno studio su «La Stratègie».<br />

Giuseppe Alessi partecipò invece al 2° torneo internazionale per corrispondenza<br />

indetto da «Le Monde Illustré» (1889-93).<br />

Nella lista dei collaboratori de La Nuova Rivista degli Scacchi era menzionato il<br />

corrispondente catanese I. Cönthal, attivo nel biennio1890-92.<br />

Tra i dilettanti illustri di fine Ottocento un inedito manoscritto di Vespasiano Bettoni<br />

annovera lo stesso poeta Mario Rapisardi (Catania, 25.02.1844-Catania, 04.01.1912)<br />

che soleva giocare con il caro amico Boner (Fig. 11).<br />

Fig. 11. Edoardo Giacomo Boner<br />

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