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Scacchitalia - Federazione Scacchistica Italiana

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scacchiiitalia<br />

gioco rubato», «i salti stravaganti del Re e altre usanze». Definisce la scacchiera e i suoi<br />

elementi costitutivi, indica il nome e il numero dei pezzi di ciascun schieramento, la<br />

loro posizione di partenza; il movimento dei Pezzi e dei Pedoni; la regola che la casella<br />

di Torre sul lato destro deve essere bianca e che il Re debba stare sulla casella di colore<br />

opposto al suo; la distinzione tra l’ala di Re e quella di Donna; il suo sistema descrittivo<br />

di notazione scacchistica; la definizione di scacco, di «coperta», di scoperta, di patta<br />

distinta in sei tipi e relativi finali, di stallo («matto affogato») considerato una varietà di<br />

patta.<br />

Nel terzo libro (pp. 160-243), ripartito in 55 capitoli, il Carrera tratta la definizione di<br />

matto, i vari tipi di matto iniziando con i pezzi coadiuvati dal Re (matti elementari: ad es.<br />

Re + Donna contro Re); dal cap. VI vengono inseriti in questa categoria una serie di finali<br />

vincenti di Re e pezzi contro varie forze in campo. Nel cap. XI, relativo addirittura ai finali<br />

di Re + 2 Pedoni affiancati o distanziati, la vittoria dei Pedoni viene intesa dal trattatista<br />

come vittoria di pezzi, poiché il Pedone viene promosso a Donna. Dal capitolo XII (pp.<br />

179-180) fino alla fine inizia la trattazione dei matti di Pedone accompagnati da pezzi.<br />

Modernamente si potrebbero definire posizioni di matto o problemi «a condizione» in<br />

cui solo il Pedone segnato, grazie alla giusta variante, in modo obbligatorio può dare lo<br />

scacco matto e non gli altri pezzi che invece avrebbero potuto realizzarlo in modo più<br />

facile e diretto. Il Carrera inizia con il matto del Pedone di Torre + Donna (Bianco: Dd7,<br />

Rb6, a6; Nero: Ra8). Il Bianco, se il matto non fosse a condizione, potrebbe dare scacco<br />

matto ovviamente con 1. Db7; può invece vincere solamente con il seguito 1. Dc6 +<br />

Rb8 2. a7 matto.<br />

Il quarto libro (pp. 244-292) è dedicato alla consuetudine dell’invito chiamato anche<br />

«Due vale», tramite cui si sfidava uno scacchista con una concordata somma di denaro<br />

in gioco; lo sfidato a sua volta poteva rilanciare la sfida con un ulteriore invito detto «il<br />

Tre Vale». Poi il Carrera tratta del «Ministratto», che poteva essere tanto un movimento<br />

irregolare di un pezzo quanto uno specifico movimento eterodosso. Successivamente<br />

enuncia le dodici regole di gioco usate in Sicilia e fornisce una serie di precetti<br />

sorprendentemente attuali: 1. (I) «Chi hà di far gioco d’importanza fugga d’empirsi il<br />

ventre di soverchi cibi, perchè essi son contrarij alla speculatione, & offuscano il vedere si<br />

chè è di huopo, che il giocatore nel mangiare osservi somma sobrietà [...]»; 2. (II) «Colui<br />

che gioca, non deve hauer la mente occupata altrove, e forse in cose d’importanza,<br />

perchè senza dubio sarà perditore»; 3. (VII) «Non si dee stare in vana credenza di vincere<br />

sperando negli errori del Contrario, anzi facciasi giudizio sempre, che l’Auuersario sia<br />

per fare il miglior tratto [...]»; 4. (VIII) «Chi hà miglior gioco, ouero chi riceve vantaggio<br />

procuri di far cambio di Pezzi, e Pedoni, però senza danno del suo»; 5. (XI) «Non è bene<br />

segnare col dito quella casa, nella quale si hà da giocare, perchè oltre il mal costume di<br />

non osseruarsi la politezza nel gioco, si fa accorto l’Auuersario di quello, che si haurà di<br />

giocar».<br />

Segue la trattazione del «vantaggio» considerato la bilancia del gioco che serve ad<br />

equilibrare la disparità di forza di due giocatori. Enumera i vari tipi: a esempio il vantaggio<br />

di dare matto in casa segnata, quello di dare matto di pezzo o di Pedone segnato o in<br />

generale di Pedone, il vantaggio della «Tavola» (chi lo ha, se patta vince la partita), il<br />

vantaggio del «vincer doppio», il vantaggio del «Recavallo»o della «Donnacavallo» o<br />

della Donna o di una Torre o di pezzi o del Roccone con le relative aperture di gioco.<br />

Nel quinto libro (pp. 293-364), diviso in 31 capitoli, il Carrera continua la trattazione<br />

dei vantaggi con le relative aperture. Inizia ad analizzare l’apertura del Nero che dà<br />

in vantaggio all’avversario il Cavallo dell’ala di Donna e in cambio può ricevere sia il<br />

vantaggio del tratto, sia quello di due o tre tratti, sia il vantaggio del tratto unitamente<br />

al Pedone dell’Alfiere di Re (in “f2”). Poi passa all’apertura del Bianco che in cambio<br />

del suo pedone in “f2” riceve in vantaggio dall’avversario o il Cavallo e il tratto iniziale<br />

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