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Materiali e metodi<br />

La prova sperimentale è stata eseguita presso il CRA-ENC Unità di ricerca per le produzioni enologiche<br />

dell’Italia centrale di Velletri. É stata impiegata uva Malvasia del Lazio, raccolta manualmente in due<br />

masse distinte: la prima massa, denominata MQ (Malvasia di Qualità) è stata effettuata sottoponendo le<br />

uve a cernita manuale, scartando i grappoli in non perfetto stato sanitario; la seconda massa, denominata<br />

MS (Malvasia Standard), è stata effettuata simulando una raccolta meccanizzata, quindi raccogliendo<br />

tutti i grappoli presenti sulle piante, anche quelli in non perfetto stato sanitario.<br />

Per ciascuna delle masse di uva, di circa 1500 kg cadauna, si è seguito lo stesso protocollo di vinificazione<br />

in bianco, che ha previsto nelle prime fasi di lavorazione le seguenti operazioni: diraspo-pigiatura,<br />

pressatura e solfitazione omogenea del mosto (50 mg/L), chiarificazione statica (senza ausilio di additivi)<br />

per 24 ore a 8°C. Trascorso tale tempo è stata spillata una massa omogenea di 900L, per ciascuna<br />

prova, e ripartita in 10 fermentini in acciaio inox AISI 316 termocondizionati.<br />

Su ciascun fermentino è stata avviata la fermentazione alcolica utilizzando due distinti ceppi di lievito<br />

isolati presso il CRA-ENC, lievito Saccharomyces cerevisiae r.f. uvarum S6U e lievito Saccharomyces<br />

cerevisiae AT1. I lieviti sono stati scelti in virtù delle loro caratteristiche metaboliche le più compatibili<br />

con la tipologia di vini dell’areale laziale.<br />

Le condizioni operative sui fermentini, uguali per entrambe le prove (MQ e MS), hanno previsto condizioni<br />

differenti di fermentazione alcolica in presenza o assenza di ossigeno, azoto e calcio pantotenato,<br />

e sono di seguito riassunte nello schema riportato in Tabella 1.<br />

Tutte le prove oggetto di studio, a fine fermentazione alcolica, sono state sottoposte ad analisi chimiche<br />

e fisiche, inoltre, per ogni prova si sono eseguiti trattamenti di chiarifica, stabilizzazione tartarica e proteica,<br />

filtrazione ed infine avviate alla fase di imbottigliamento.<br />

Dopo circa 3 mesi dal loro confezionamento in bottiglia, tutti i vini sono stati sottoposti ad esame organolettico<br />

e sensoriale.<br />

Le prove sono state allestite presso la cantina sperimentale del CRA-Unità di ricerca per le produzioni<br />

enologiche dell’Italia centrale di Velletri impiegando un impianto pilota (foto 4) dimensionato per effettuare<br />

fermentazioni sperimentali, impianto finanziato totalmente con fondi regionali attraverso convenzioni<br />

e progetti PRAL (2000/44, 2002/59, 2003/22) In foto 5 si evidenzia il particolare strumentale del<br />

microossigenatore.<br />

Foto 4<br />

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