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Aspetti fermentativi:<br />

FERMENTAZIONI SCALARI CON IMPIEGO DI DUE CEPPI SACCHAROMYCES CEREVISIAEE<br />

CON CARATTERISTICHE METABOLICHE DIFFERENTI.<br />

Introduzione<br />

Il ruolo che i lieviti enologici svolgono nel corso della fermentazione alcolica è sicuramente<br />

fondamentale per la buona riuscita della stessa e dei prodotti metabolici che vengono elaborati a seguito<br />

della trasformazione degli zuccheri in alcol; prodotti, responsabili delle caratteristiche organolettiche e<br />

sensoriali dei vini ottenuti.<br />

Certamente l’utilizzo di ceppi di lievito selezionati ad uso enologico, possono contribuire a dare<br />

un’impronta al vino e alla sua definizione qualitativa, anche se l’apporto primario nella composizione<br />

enochimica del vino rimane quello dato dal vitigno e dalla qualità dell’uva.<br />

Negli ultimi tempi la ricerca ha posto una grande attenzione alla selezione e studio dei diversi ceppi<br />

di lievito aventi caratteristiche enologiche, anche in funzione dei metaboliti che essi sono in grado di<br />

produrre nel corso della loro applicazione in fermentazione.<br />

Questo lavoro di ricerca ha avuto come fine quello testare e verificare la possibilità di indurre la<br />

produzione di elevati quantitativi di metaboliti nel corso della fermentazione alcolica impiegando lieviti<br />

differenti per tipologia di metabolismo ipotizzando una interazione tale da consentire il rafforzamento<br />

delle reciproche peculiarità.<br />

Infatti, numerose sono state le prove sperimentali in tal senso impiegando, però, lieviti di specie diverse.<br />

Fra le tante prove eseguite si segnalano i risultati di Kurita (2008); l’Autore ha effettuato prove con<br />

l’impiego, in associazione, di Saccharomyces cerevisiae e Pichia anomala. Il risultato metabolico ha<br />

consentito di appurare come l’attività di sintesi di acetati è risultata potenziata in virtù della migliore<br />

predisposizione metabolica da parte di Picchia legata ad una attività esterasica cellulare di livello<br />

superiore.<br />

Per questo sono stati utilizzati due ceppi di lievito Saccharomyces cerevisiae: S6U, ibrido naturale con<br />

fenotipo della razza fisiologica uvarum e AT1 della razza cerevisie.<br />

Il primo si caratterizza per una elevata produzione di acidi grassi, glicerina, feniletanolo, migliore<br />

capacità esterosintetasi; il secondo per una elevata produzione di acetati.<br />

Uno dei parametri maggiormente significativi è rappresentato dal contenuto in glicerolo di un vino; anche<br />

su questo composto si sono concentrate attenzioni e studi volti ad esaltarne l’espressione metabolica.<br />

Materiali e metodi<br />

La prova è stata condotta presso il CRA-Unità di ricerca per le produzioni enologiche dell’Italia centrale<br />

(CRA-ENC) con sede in Velletri (Roma).<br />

Per l’eseguimento di questa ricerca è stata utilizzata uva di Malvasia del Lazio, raccolta a maturità<br />

fisiologica in data 02/10/07 e conferita nei locali della cantina sperimentale del CRA-ENC. Il raccolto,<br />

di circa 100 kg, è stato sottoposto alle operazioni di vinificazione che hanno contemplato in sequenza la<br />

fase di pigiadiraspatura e pressatura soffice, quest’ultima eseguita con idropressa a pressione crescente<br />

fino a 1bar. Sulla massa è stata fatta aggiunta di anidride solforosa in dose di 50 mg/L. Di seguito il<br />

mosto ha subito la fase di chiarifica prefermentativa, eseguita a temperatura di 6°C per 24 h senza ausilio<br />

di coadiuvanti di chiarifica.<br />

Le caratteristiche chimiche del mosto, dopo le fasi preliminari di pigiadiraspatura e pressatura, sono di<br />

seguito riportate in tabella 1.<br />

3

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