Neuropsichiatria Infantile - Prof. Ruggieri - Scienze della ...
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Le strutture extracraniche sensibili al dolore comprendono: la cute e le terminazioni nervose<br />
cutanee, i tessuti sottocutanei, i muscoli, le membrane mucose (es., la mucosa del naso, la mucosa<br />
oculare, la mucosa <strong>della</strong> bocca, ecc.), i denti ed alcuni dei vasi più grossi (carotidi esterne e loro<br />
branche).<br />
Le strutture intracraniche sensibili al dolore sono i seni vascolari (cioè quei grossi vasi<br />
venosi cerebrali che uniscono altri vasi venosi più piccoli), le vene più grosse, la dura (cioè la<br />
meninge) che circonda i vasi più grossi, le arterie <strong>della</strong> dura, le arterie <strong>della</strong> base del cervello<br />
(circolo di Willis) e quelle meningee.<br />
Il dolore che origina dalle strutture extra- ed intracraniche relative alla faccia e alla metà<br />
frontale del cranio viene trasmesso al cervello tramite il 5° nervo cranico (nervo trigemino). Le aree<br />
più piccole sono innervate dalle branche dei nervi cranici 7° (n. facciale), 9° (n. glossofaringeo) e<br />
10° (n. vago). Il dolore dalla metà posteriore del cranio viene mediato attraverso i nervi cervicali<br />
superiori.<br />
Risultano insensibili al dolore il parenchima cerebrale (cioè il tessuto cerebrale vero e<br />
proprio), il cranio, gran parte <strong>della</strong> dura, l'ependima (cioè lo strato che circonda i ventricoli cerebrali<br />
e contiene il liquido cefalorachidiano) ed il plesso corioideo. Processi infiammatori o irritativi,<br />
fenomeni di spostamento, dilatazione, trazione o invasione delle strutture sensibili, determinano il<br />
dolore attraverso le afferenze dolorifiche primarie che collegano le strutture vascolari e<br />
secondariamente interessano il flusso sanguigno (con iniziale costrizione dei vasi e diminuzione del<br />
flusso e successiva dilatazione degli stessi). I mediatori chimici liberati in risposta al danno tissutale<br />
aggravano ulteriormente il dolore.<br />
Nel 2003 è stata aggiornata, dopo circa 15 anni, la prima classificazione delle cefalee creata<br />
nel 1988. In questa nuova classificazione le varie forme di cefalea vengono suddivise in gruppi<br />
principali (cefalee primitive; cefalee secondarie; nevralgie, dolori facciali ed altre forme di cefalea)<br />
a loro volta suddivisi (più volte) in sottocategorie, sottotipi e forme (ad esempio, cefalee primitive:<br />
emicrania, cefalea tipi tensivo, cefalea a grappolo ed altre cefalgie autonomiche ed altre cefalee<br />
primarie e così via).<br />
Cosa caratterizza la cefalea ?<br />
Nella maggior parte dei casi il solo racconto da parte del bambino (e/o dei genitori) delle modalità<br />
con le quali si è svolto l’episodio o gli episodi cefalgici (cioè di cefalea) è sufficiente per porre la<br />
diagnosi del tipo di cefalea o diviene almeno essenziale per orientare i successivi esami strumentali.<br />
Gli elementi chiave (da associare gli uni agli altri) nella raccolta di questo racconto sono:<br />
<strong>Prof</strong>ilo temporale<br />
Bisogna ottenere informazioni sull’età d’esordio <strong>della</strong> cefalea; sul tempo impiegato dal dolore per<br />
raggiungere l’apice di intensità (una cefalea grave con massimo d’intensità raggiunto in poco meno<br />
di 1 minuto è indicativa di emorragia subaracnoidea o di emicrania); sulla frequenza degli episodi;<br />
sul periodo del giorno nel quale si verificano o iniziano gli episodi; sulla durata dei singoli episodi;<br />
sulla eventuale ricorrenza degli attacchi.<br />
Caratteristiche <strong>della</strong> cefalea<br />
Sono importanti la sede di localizzazione; la qualità del dolore (urente, pulsante, associato a senso<br />
di costrizione, ecc.); la gravità del dolore (si può usare una scala di dolore da 1 - appena percettibile<br />
- a 10 - il peggiore).<br />
Segni e sintomi associati<br />
Bisogna chiedere cosa è accaduto (o cosa accade generalmente):<br />
a) prima (in termini di ore o giorni) dell’attacco di cefalea - se si hanno cambiamenti nella<br />
sfera cognitiva (irritabilità, depressione, euforia), neurologica (comparsa di luci, colori,<br />
suoni, ipersensibilità, difficoltà a parlare, ecc.) o comparsa di segni a carico di altri apparati<br />
(diarrea o costipazione, sete, fame, rifiuto dei cibi, rigidità nucale oppure febbre, tosse,<br />
ecc.);<br />
<strong>Prof</strong>. Martino RUGGIERI<br />
Cattedra di Pediatria & <strong>Neuropsichiatria</strong> infantile - Dipartimento di Processi Formativi - Via Biblioteca, 4 - 95124 -<br />
Catania - E-mail: m.ruggieri@unict.it;<br />
Part. IVA 02772010878 - Tel. ++39 095 2508061 - Fax. ++39 095 2508070; Cell. ++39 338 5084769