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Indicatori precoci di malattia in una popolazione pediatrica

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Un particolare problema è rappresentato dalla scelta dell’emisoma su cui effettuare la<br />

registrazione. Alcuni Autori hanno <strong>in</strong>fatti osservato valori d’impedenza maggiori per<br />

l’emisoma destro rispetto al s<strong>in</strong>istro. Nella pratica, l’emisoma s<strong>in</strong>istro è quello <strong>di</strong> riferimento.<br />

Cavi <strong>di</strong> collegamento allo strumento<br />

Adeguatamente schermati, essi devono correre <strong>in</strong> modo rettil<strong>in</strong>eo e senza venire <strong>in</strong> contatto<br />

tra loro su <strong>di</strong> <strong>una</strong> superficie non conduttiva, lontano dai campi elettromagnetici. Poiché<br />

anche il calcolatore elettronico eventualmente collegato allo strumento è <strong>una</strong> sorgente <strong>di</strong><br />

campi elettromagnetici, esso deve essere tenuto a debita <strong>di</strong>stanza dai cavi <strong>di</strong> collegamento. Si<br />

rammenta che la possibilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>terferenze cresce all’aumentare della frequenza della<br />

corrente somm<strong>in</strong>istrata.<br />

Posizione del soggetto<br />

Il soggetto giace sup<strong>in</strong>o su <strong>di</strong> <strong>una</strong> superficie piana non conduttiva. Gli arti sono abdotti <strong>di</strong> 30°-<br />

45° per evitare cortocircuitamenti ella corrente prodotti dal contatto tra gli arti <strong>in</strong>feriori o tra<br />

gli arti superiori e il tronco (Lukaski et al., 1985). La postura assunta dal soggetto è<br />

fondamentale per l’<strong>in</strong>terpretazione del dato impedenziometrico. Il passaggio dalla posizione<br />

eretta a quella sup<strong>in</strong>a è associato ad un rapido decl<strong>in</strong>o dell’impedenza (≈ 3%), imputabile al<br />

movimento <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> dal versante <strong>in</strong>terstiziale a quello vascolare (Roos et al., 1992). In<br />

aggiunta a questa mo<strong>di</strong>ficazione “rapida” dell’impedenza, se ne <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guono <strong>una</strong><br />

“<strong>in</strong>terme<strong>di</strong>a” e <strong>una</strong> “tar<strong>di</strong>va”. Queste hanno <strong>una</strong> m<strong>in</strong>ore importanza pratica <strong>in</strong> quanto<br />

occorrono da 40 a 80 e da 80 a 180 m<strong>in</strong>uti rispettivamente dalla mo<strong>di</strong>ficazione “rapida”<br />

(Kushner et al., 1994). Esse debbono comunque essere considerate nel soggetto allettato. Le<br />

variazioni posturali dell’impedenza sono maggiori a frequenze ≤ 10 kHz, dove sono ritenute<br />

espressive delle mo<strong>di</strong>ficazioni che occorrono <strong>in</strong> seno ai liqui<strong>di</strong> extracellulari (Gu<strong>di</strong>kava et al.,<br />

1992; Kushner et al., 1994).<br />

Errori <strong>di</strong> 1.0 – 1.5 l nella stima <strong>di</strong> TBW possono essere prodotti dalla mancata<br />

standar<strong>di</strong>zzazione della postura (Kushner et al., 1994). Alla Conferenza Internazionale <strong>di</strong><br />

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