Romolo e Mimmo sarete sempre con noi! - Rivista Lions
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in primo piano<br />
I primi sessant’anni del<br />
<strong>Lions</strong> Club Torino Host<br />
■ di Pier Giacomo Genta<br />
Era il 1952 quando a Torino un gruppo di persone in vista<br />
della società torinese diede vita al primo <strong>Lions</strong> Club<br />
del Piemonte ed al se<strong>con</strong>do d’Italia. Gli era stato padrino il<br />
<strong>Lions</strong> Club Milano Host, fondato appena un anno prima.<br />
Sessant’anni di storia, un motto, una città. Il 30 novembre<br />
2012 il <strong>Lions</strong> Club Torino Host, quello di <strong>Romolo</strong> Tosetto<br />
e di <strong>Mimmo</strong> Lingua tanto per intenderci, ha festeggiato<br />
i suoi sessanta anni di vita, di successi e di Service di<br />
cui si fatica a prevedere la fine. L’attuale presidente Marco<br />
Laudi ha officiato la celebrazione di questa significativa ricorrenza<br />
organizzando, assieme ai Soci del suo Club, una<br />
manifestazione di tale eccellenza da costituire un modello<br />
per gli anni a venire. Questa opinione, lungi dall’essere<br />
banale piaggeria, riflette il commento di molti dei duecentocinquanta<br />
intervenuti, selezionati fra autorità e cariche<br />
lionistiche, cui si sono aggiunti i presidenti di settantuno<br />
Club di Piemonte e Valle d’Aosta. Alla festa dei sessanta<br />
anni vissuti di slancio insieme ai propri Soci, protagonisti<br />
dei processi di crescita sociale ed e<strong>con</strong>omica del territorio,<br />
ha partecipato il presidente del Consiglio dei Governatori<br />
Gabriele Sabatosanti Scarpelli che ha aperto le celebrazioni<br />
<strong>con</strong> un breve intervento. In platea lo stavano ascoltando<br />
sei Governatori, tre vicegovernatori, due se<strong>con</strong>di vicegovernatori,<br />
una presidente del Distretto Leo, autorità civili<br />
e militari e rappresentanti di Soroptimist, Cus, Panathlon<br />
e Radar Club. Dopo i discorsi introduttivi dei portavoce<br />
di Comune Provincia e Regione Piemonte ed i saluti del<br />
generale Cravarezza e del Comandante della Legione Carabinieri<br />
Pasquale Lavacca, è entrata in scena la Fanfara<br />
Montenero della sezione alpini di Torino. Nata nel 1957<br />
ed attualmente diretta dal maresciallo Jimmy D’Introno,<br />
la celebre fanfara si è esibita in caroselli, marce, musica<br />
popolare, canzoni tradizionali degli alpini e, per finire, ha<br />
eseguito l’inno nazionale italiano davanti ad una platea che<br />
si alzava in piedi. Inutile descrivere il successo riscosso e lo<br />
scrosciare degli applausi per una esibizione intensa ed emozionante<br />
oltre ogni dire (chi scrive è ufficiale degli alpini).<br />
E’ seguita una rievocazione dei Service del Club da parte<br />
del Presidente Nazionale Onorario FIDAS, Socio del L.C.<br />
Torino Host Dario Cravero, <strong>con</strong> particolare riferimento a<br />
quanto realizzato in favore dell’istituto per la ricerca e la<br />
cura del cancro di Candiolo. Durante la proiezione di un<br />
filmato che ricordava l’evento, il Presidente Cravero ha<br />
chiamato sul palco Donna Allegra Agnelli, presidente della<br />
Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, ed assieme<br />
hanno ricordato quanto era stato realizzato dal L.C.<br />
Torino Host. Grande simpatia ha destato l’intervento, in<br />
chiusura, del giovane presidente del L.C. Milano Host che<br />
ha ricordato a tutti la nascita del suo Club nel 1951 e del<br />
Torino Host nel 1952 (quando lui, probabilmente, non era<br />
ancora nato). Ne è seguito un Gran Gala dei sessant’anni<br />
dove gli invitati hanno potuto brindare al compleanno dello<br />
storico Club piemontese. Sessanta anni di vita che ripercorrono<br />
le tappe di un itinerario ricco e sorprendente risalenti<br />
ad un’epoca in profonda trasformazione, dall’avvento<br />
del miracolo e<strong>con</strong>omico nel dopoguerra, fino alla nostra<br />
difficile <strong>con</strong>temporaneità. Intendo dire, che a parte la retorica,<br />
il lascito del Torino Host al lionismo italiano rimane<br />
quello di aver segnato la strada a tutti <strong>noi</strong> e, di questo, non<br />
possiamo che essergli grati.<br />
in primo piano<br />
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