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Romolo e Mimmo sarete sempre con noi! - Rivista Lions

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in primo piano<br />

Parola d’ordine<br />

combattiamo il silenzio<br />

Aspetti giuridici, criminologici, psicologici e sociali trattati dal Convegno.<br />

■ di Michela Moretti*<br />

“La violenza si costruisce insieme e si demolisce insieme,<br />

creando rapporti senza <strong>con</strong>trapposizione di genere e <strong>con</strong><br />

maggiore complicità scrollandosi di dosso un’eredità misogina<br />

che ci imprigiona in ruoli stabiliti da altri, in giochi<br />

manovrati da meccanismi obsoleti di cui non riusciamo a<br />

liberarci”.<br />

Questa frase, posta quasi alla fine, di un piccolo libricino<br />

intitolato “Non lo faccio più”, è stata lo spunto per realizzare<br />

il <strong>con</strong>vegno distrettuale sul tema di studio nazionale che si è<br />

svolto a Sanremo sabato 19 gennaio u.s..<br />

A Como, poi, al Convegno Nazionale, ho avuto modo di<br />

<strong>con</strong>oscerne l’autrice: <strong>con</strong> lei mi sono intrattenuta a lungo in<br />

un serrato e costruttivo <strong>con</strong>fronto, tanto da sceglierla come<br />

prima relatrice del <strong>con</strong>vegno distrettuale.<br />

E così a Sanremo, di fronte ad una platea gremita non solo di<br />

avvocati, forze dell’ordine e magistrati, ma anche di giovani<br />

e di persone comuni interessate all’argomento ed incuriosite<br />

dal grande risalto mediatico dato all’evento, Cristina Obber<br />

ci ha parlato, <strong>con</strong> fermezza e <strong>con</strong> la sua naturale delicatezza,<br />

degli in<strong>con</strong>tri avuti <strong>con</strong> i cosiddetti sex-offenders.<br />

La nostra prima relatrice ci ha rac<strong>con</strong>tato di essersi trovata<br />

di fronte a “volti qualunque di gente qualunque” che, tra<br />

ammissioni di colpa ed assordanti silenzi, le hanno rac<strong>con</strong>tato<br />

le loro storie, i loro stati d’animo, ed il loro faticoso e doloroso<br />

percorso di rielaborazione delle <strong>con</strong>dotte perpetrate.<br />

È stato s<strong>con</strong>volgente e disarmante sentire che, per quasi tutti<br />

i rei di violenza sessuale, la <strong>con</strong>sapevolezza del dolore inflitto<br />

è emersa lentamente, durante questi percorsi, peraltro,<br />

non obbligatori e non presenti in tutte le carceri.<br />

In se<strong>con</strong>da analisi Cristina Obber ci ha presentato un interessante<br />

progetto, per le scuole medie superiori, di prevenzione<br />

e sensibilizzazione <strong>con</strong>tro le violenze di genere, perché<br />

educare i giovani alla non violenza ed al rispetto verso gli<br />

altri e verso se stessi è il primo passo per combattere la piaga<br />

sociale della violenza sulle donne.<br />

La nostra relatrice ci ha rac<strong>con</strong>tato che spesso i giovani credono,<br />

erroneamente, che i reati di violenza sessuale siano fenomeno<br />

distanti da loro, che interessino persone di cultura<br />

medio-bassa e spesso extracomunitarie: nessuno crede che<br />

possa riguardare loro stessi, più da vicino.<br />

“Spesso la violenza parte da gesti che le ragazze per prime<br />

tendono a minimizzare o nel peggiore dei casi, ad interpretare<br />

come espressione di passionalità e virilità.”<br />

All’intervento di Cristina Obber è seguita la proiezione<br />

dello spot antiviolenza della registra Francesca Comencini:<br />

5 se<strong>con</strong>di intensi, fotogrammi di donne vittime di mariti,<br />

fidanzati, amanti che non accettano di perdere perché <strong>sempre</strong><br />

più spesso l’amore si <strong>con</strong>fonde <strong>con</strong> il <strong>con</strong>trollo ed il dominio<br />

sull’altro.<br />

E’ stata così introdotta la se<strong>con</strong>da relatrice della mattinata,<br />

un’altra donna, la G.I.P. presso il Tribunale di Savona, Fiorenza<br />

Giorgi, che quotidianamente combatte la sua battaglia<br />

<strong>con</strong>tro chi si macchia dei reati di violenza sessuale ed<br />

atti persecutori.<br />

La dott.ssa Giorgi, partendo da un excursus sulla <strong>con</strong>dizione<br />

femminile da prima dell’entrata in vigore nella nostra<br />

Carta Costituzionale ad oggi, è giunta, <strong>con</strong> la magistrale<br />

chiarezza che <strong>con</strong>traddistingue il suo eloquio, ad analizzare<br />

la normativa relativa agli atti persecutori.<br />

Ebbene sì, perché il percorso evolutivo che ci ha <strong>con</strong>dotti<br />

all’attuale normativa è stato tutt’altro che rapido ed indolore:<br />

siamo partiti da una visione patriarcale della società e<br />

del diritto dove il ruolo di capo della famiglia era rivestito<br />

esclusivamente dal marito, relegando la moglie in una <strong>con</strong>dizione<br />

subordinata e di dipendenza.<br />

In materia penale, poi, la visione maschilista del legislatore<br />

in primo piano<br />

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