Romolo e Mimmo sarete sempre con noi! - Rivista Lions
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attività di club<br />
L’amanuense, Gutenberg<br />
e l’ipertesto<br />
Viaggio <strong>con</strong> Alessandro Firpo tra lettori circolari, editori, libri e autori<br />
■ di Riccardo Crosa<br />
Al castello di Roppolo, Alessandro Firpo, manager dell’editoria<br />
e della sanità, ospite dei <strong>Lions</strong> Club Biella la Serra e<br />
Santhià, parla del padre Luigi, storico e politico torinese, ma<br />
soprattutto bibliofilo e bibliomane, che dal nulla creò una biblioteca<br />
di 60mila volumi, di cui almeno cinquecento pezzi<br />
unici, prime edizioni e incunaboli, senza possedere particolari<br />
ricchezze, ma per lo più sgomberando cantine. Oggi,<br />
quel patrimonio dal valore inestimabile è proprietà della fondazione<br />
che reca il suo nome. Un tempo gli editori erano a<br />
caccia del lettore circolare, sostiene Firpo, di quel soggetto<br />
<strong>con</strong>quistato <strong>con</strong> pubblicazioni specifiche, normalmente legate<br />
alla professione, cui veniva anche proposto un catalogo<br />
di cosiddetti reference books, che ne ampliasse la visione del<br />
mondo incrementando il fatturato dell’editore. Ora, nell’era<br />
di internet, il lettore si evolve, mentre i <strong>con</strong>tenuti si trasferis<strong>con</strong>o<br />
<strong>sempre</strong> più dalla carta ai supporti digitali, infatti<br />
vanno a ruba tablet e lettori di ebook. Il rac<strong>con</strong>to di Firpo<br />
inizia quindi dai libri e della casa editrice di famiglia, la Utet<br />
di Giuseppe Pomba, che inventò <strong>con</strong> la Biblioteca popolare,<br />
le vendite rateali di libri, <strong>con</strong>siderati uno status symbol,<br />
da tempo ora sostituiti dai viaggi nella loro rappresentazione<br />
sociale. Passando alla Einaudi dei tempi d’oro, Firpo<br />
osservò dall’interno uno dei baluardi dell’editoria italiana<br />
del novecento. Diretta da Giulio, figlio di Luigi, presidente<br />
della Repubblica, la casa editrice dello struzzo mise insieme<br />
un catalogo straordinario di autori italiani e stranieri. Le riunioni<br />
al tavolo ovale del mercoledi, erano una rassegna di<br />
analisi prodotte da un cenacolo di sapienti cui Einaudi assisteva<br />
silenzioso per poi decidere le sorti di questo o quel<br />
libro, forte del suo cinismo, della sua fondamentale ignoranza,<br />
ma armato di un incredibile fiuto per ciò che potesse<br />
funzionare o meno in libreria, luogo in cui letteralmente i<br />
libri scacciano altri libri e i due terzi della loro presenza fisica<br />
sono costituiti da titoli di genere giallo. Altro editore <strong>con</strong> cui<br />
Firpo ebbe l’opportunità di lavorare fu Garzanti, cui il denaro<br />
del padre <strong>con</strong>sentì l’acquisto a buon mercato dell’editrice<br />
Treves, proprietà di una famiglia ebraica e già editore di Ga-<br />
attività di club<br />
540.000 pennarelli del Pino Torinese<br />
distribuiti a Club, Comitati <strong>Lions</strong> e al Distretto Leo<br />
■ di PGG<br />
briele D’Annunzio. Livio Garzanti lo patì il fatto, vivendolo<br />
come un’usurpazione, tanto da provare imbarazzo all’idea<br />
di lucrare su tale attività. Contrariamente a Einaudi, che si<br />
cir<strong>con</strong>dava di collaboratori di indubbia validità, Garzanti,<br />
uomo di profonda cultura, costituiva, facendo tutto da solo,<br />
la sintesi dell’attività editoriale moderna. Disattese i suoi<br />
propositi sui profitti quando insapettatamente vendette un<br />
milione di copie della Garzantina, enciclopedia compatta,<br />
ideale nel fornire al lettore un’informazione rapida e <strong>con</strong>cisa.<br />
Parlando poi dello stato di salute dell’editoria cartacea, Firpo<br />
sostiene che il mercato del libro sia in calo a causa della non<br />
educazione alla lettura e della cultura visiva di internet che<br />
sta rivoluzionando il mondo <strong>con</strong> l’ipertesto grazie al quale,<br />
in cinque passaggi, si passa da Socrate alla pornografia. Paradossalmente<br />
tuttavia, la logica ipertestuale “riapre” i testi,<br />
così come avveniva ai tempi degli amanuensi. Umberto Eco<br />
scrisse sul tema un articolo, parlando della naturalezza <strong>con</strong><br />
cui nel passato chi copiava i testi si sentisse libero di aggiungere<br />
una frase, fenomeno scomparso ai tempi di Gutenberg<br />
che <strong>con</strong> la stampa “chiuse” i libri. Internet li ha riaperti. Firpo,<br />
in <strong>con</strong>clusione, cita Pennac, il quale afferma che un libro<br />
debba rispettare chi lo legge.<br />
Rac<strong>con</strong>ta il Sig. Luciano Cerminaria di essere<br />
stato fornitore di una importante azienda produttrice<br />
di penne, matite e gadget e, <strong>con</strong> la sua<br />
cooperativa, di essersi trovato nelle <strong>con</strong>dizioni<br />
di dover cessare l’attività, suo malgrado, a causa<br />
dei crediti non riscossi. Storie ordinarie di<br />
una crisi che avanza e fa morire, per primi, i<br />
più piccoli. Una sera di ottobre il Sig. Cerminaria<br />
si presentò, in occasione di una riunione<br />
del <strong>Lions</strong> Club Pino Torinese, per proporre<br />
la donazione di 540.000 pennarelli che erano<br />
avanzati e che ormai erano di sua proprietà,<br />
desiderando che i <strong>Lions</strong> provvedessero alla loro<br />
distribuzione per fini umanitari. Accettare era<br />
distretto 108 Ia1<br />
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