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La sopravvivenza del teatro

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L A S O P R AV V I V E N Z A D E L T E AT R O<br />

<strong>La</strong>vorare sul testo<br />

Colloqui con Eugenio Barba<br />

Se uno vuole rinunciare al testo può rinunciare, non è scritto<br />

per costituzione che si debba fare <strong>teatro</strong> con il testo.<br />

Bisognerebbe prima, però, chiarire cosa si intende con la<br />

parola testo e con l’espressione “lavorare sul testo”. Ci<br />

sono due modi: fare lo spettacolo per il testo o fare lo spettacolo<br />

con il testo. Fare lo spettacolo per il testo significa prendere un’opera<br />

teatrale scritta e analizzarla, studiarla, farle<br />

mettere radici nella sensibilità e nell’esperienza<br />

storica dei suoi interpreti come anche in<br />

quella degli spettatori. E’ un cammino che si<br />

può fare. A volte anch’io l'ho seguito, poi contingenze<br />

esterne mi hanno costretto ad abbandonarlo.<br />

I miei attori provenivano da paesi diversi,<br />

parlavano lingue diverse, quindi gli spettatori<br />

non riuscivano a capire quello che dicevamo.<br />

Da questa situazione è nato un altro<br />

modo di raccontare a <strong>teatro</strong>, che rientra in<br />

quella vastità di esperienze che la contemporaneità<br />

ci mostra. Lo chiamo fare spettacolo con<br />

il testo: dove l’aspetto narrativo non è dato<br />

esclusivamente dalle parole, esse sono solo uno<br />

degli elementi che crea l'organismo vivente che è lo spettacolo. E’<br />

molto difficile comprendere che la dimensione narrativa possa esser<br />

data non solo dalle parole. Io ho otto, nove, dieci attori di cinque,<br />

sei nazionalità diverse. Viaggiamo di continuo in altre nazioni, l’Odin<br />

ha una struttura itinerante, ha spettatori sparsi un po’ in tutto<br />

il globo. Direi che allora il meccanismo di informazione mentale<br />

non esiste più, e il testo scritto lascia spazio alla sensorialità <strong>del</strong> testo<br />

orale, che non è solo informazione ma soprattutto sonorità.<br />

Gli spettatori <strong>del</strong>l’Odin si rendono conto che la sonorità è fondamentale,<br />

la sonorità dà informazioni e queste, come per la musica,<br />

non sono <strong>del</strong>lo stesso tipo di un trattato di filosofia o di un di-<br />

31<br />

Min Fars Hus<br />

(la casa <strong>del</strong> padre) - 1972<br />

Foto di Tony D’Urso

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