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La sopravvivenza del teatro

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Kaosmos - 1993<br />

48<br />

qualsiasi allusione. Di fronte a uno spettacolo <strong>del</strong>l’Odin, però, viene<br />

trasportato in una dimensione confusionaria ma, io credo, per lui<br />

non meno efficace. C’è una nostra diversità che comincia a diventare<br />

riconoscibile anche formalmente, per questo chi viene a vedere<br />

uno spettacolo <strong>del</strong>l’Odin per la prima volta rimane molto confuso,<br />

si domanda perché le persone che vede si stiano comportando<br />

in quel modo. E’ come se l’essere persona <strong>del</strong>l’attore diventasse<br />

parte <strong>del</strong> personaggio. Alla fine, l’organismo vivente <strong>del</strong>l’attore diventa<br />

come una goccia d’acqua e, dovunque tu vai, lo spettatore è<br />

qualcuno che osserva questa goccia d’acqua al microscopio relazionando<br />

l’intero spettacolo alla sua biografia personale e al suo contesto<br />

storico. L’esperienza con l’Odin mi ha insegnato che alcuni<br />

spettacoli in alcuni contesti vengono percepiti come ricerca teatrale,<br />

in altri contesti come tragedie nazionali.<br />

Per esempio in Kaosmos, fra le tante storie che racconta, c’è la<br />

novella di Kafka <strong>del</strong> contadino che vuole entrare nella Legge e il<br />

guardiano lo fa attendere. Lo fa attendere tutta una vita. Sempre<br />

nello stesso spettacolo viene raccontata un’altra storia, quella di<br />

una madre che cerca il figlio rapito dalla Morte. E’ una fiaba di Andersen.<br />

In Danimarca, Kafka e Andersen sono <strong>del</strong>le icone letterarie<br />

riconosciute che nulla hanno a che fare con<br />

qualcosa di storicamente tragico o doloroso.<br />

Quando abbiamo portato Kaosmos in Cile, è<br />

capitato che proprio in quei giorni nella Piazza<br />

<strong>del</strong> Palazzo c’era un gruppo di indiani Mapuche<br />

che stava davanti alla “porta <strong>del</strong>la legge”, in attesa<br />

di essere ricevuto per poter rivendicare la<br />

terra e protestare contro i soprusi subiti. Così, il<br />

nostro spettacolo è diventato uno spettacolo<br />

politico. E non solo per gli indiani Mapuche in<br />

attesa. <strong>La</strong> storia <strong>del</strong>la madre che cerca il figlioletto<br />

rapito dalla Morte s’è identificata con la resistenza <strong>del</strong>le<br />

madri argentine di Plaza de Mayo che si sono opposte alle autorità<br />

militari per reclamare i cadaveri dei figli. Il nostro spettacolo<br />

ha assunto connotati che mai avremmo immaginato Il con-

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