La sopravvivenza del teatro
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Tornare all’ inizio<br />
Per me è molto utile ritornare sempre all’inizio, per capire come<br />
sono arrivato ad oggi. Agli inizi, non avevo molta esperienza, in<br />
realtà non sapevo fare niente come regista. Avevo visto qualcuno<br />
fare degli spettacoli, ma quando cercavo di imitare quello che aveva<br />
fatto Grotowski mi rendevo conto che i miei giovani attori erano<br />
incapaci di arrivare agli stessi risultati. Per cui non ci volle molto tempo<br />
per capire che tutto quello che avevo visto e volevo applicare di<br />
Grotowski non funzionava con i miei attori.<br />
Ho dovuto inventarmi qualcosa. Noi, per esempio, imparavamo a<br />
memoria partiture di pantomima, un’arte importantissima il cui unico<br />
esempio radicale - veramente travolgente e scioccante - che avessi<br />
mai visto, era quello di Marcel Marceau. All’inizio, mi capitava di inserire<br />
nello spettacolo dei frammenti di pantomima. Come regista,<br />
guardavo questi frammenti, mi piacevano però stranamente non mi<br />
dicevano niente, non mi convincevano, erano letteralità e nient’altro.<br />
<strong>La</strong> pantomima si fermava lì. Allora, come trasformare questa disciplina<br />
formale <strong>del</strong>la pantomima in qualcosa d’altro, in modo che<br />
potesse rimanere quella presenza, quella forza che la pantomima<br />
possiede nell’espressività fisica <strong>del</strong>l’attore, e nello stesso tempo non<br />
farla riconoscere allo spettatore solo “alla lettera”? Così cresceva<br />
dentro di me questo bisogno di prendere <strong>del</strong>le situazioni anche formali,<br />
tecniche, e di conservare quello che era lo scheletro e levarne<br />
l’epidermide, cioè quello che permette e quasi obbliga a riconoscere<br />
“alla lettera”. Per questo, posso dire di non aver mai avuto problemi<br />
di commistioni. Se improvvisamente un attore si mette a cantare<br />
un’aria d’opera nel mio spettacolo, mi devo concentrare a fare in modo<br />
che lo spettatore non dica solo “ah, questa è Madame Butterfly,<br />
l’opera di Puccini”, ma al contrario abbia una specie di cortocircuito<br />
che gli fa vivere quell’aria in tutto un altro modo, dimenticandosi <strong>del</strong><br />
genere particolare dal quale è tratta. Questo è il procedimento di lavoro<br />
da seguire nel mettere insieme, impastare i diversi elementi formali<br />
e stilistici dei quali oggi tutti ci serviamo. Ogni volta dobbiamo ricostruire<br />
da zero. Tornare all’inizio.