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SPECIALE<br />
cASALINGHI<br />
Monouso: private label<br />
vincenti a scaffale<br />
N<br />
on proprio indifferente alla crisi, ma comunque<br />
solido, assestato su valori complessivi<br />
stabili nel tempo. <strong>Il</strong> mercato delle stoviglie<br />
monouso risente delle conseguenze della<br />
fase congiunturale critica in misura decisamente<br />
ridotta rispetto a quanto si verifica in<br />
altri business del largo consumo. In teoria, le<br />
vendite dovrebbero risultare penalizzate dalle ristrettezze<br />
economiche, così come dalle difficoltà del catering,<br />
legate alla stagnazione del comparto industriale in<br />
senso lato. Tuttavia, l’esigenza di contenere le spese<br />
familiari incentiva i consumatori ad andare meno al ristorante<br />
e a consumare più pasti in casa, dove vengono<br />
utilizzate anche stoviglie usa & getta. Questo fenomeno<br />
finisce per rilanciare le performance commerciali delle<br />
soluzioni disposable: stando a fonti aziendali, le ultime<br />
statistiche di settore confermerebbero numeri allineati<br />
con quanto rilevato nel periodo precedente (+2,4% a<br />
volume e +1,5% a valore).<br />
FOCUS SULLA CONVENIENZA<br />
In generale, la gente è più attenta alla spesa, anche<br />
quando si tratta dell’acquisto di prodotti con battuta<br />
di cassa modesta. Nel contempo, risulta sempre più<br />
in grado di riconoscere ed apprezzare il valore del<br />
prodotto, ponderando con maggiore oculatezza il contenuto<br />
value for money delle svariate proposte merceologiche:<br />
nel dubbio, preferisce affidarsi alle marche<br />
note, sia industriali sia commerciali. Ai fini dei risultati<br />
conseguiti, hanno giocato un ruolo importante le linee<br />
colorate ed altri prodotti innovativi, ma un contributo<br />
95<br />
decisivo è stato conferito dalle attività promozionali -che<br />
favoriscono l’esposizione preferenziale delle gamme- e<br />
l’ulteriore crescita registrata dalle private label, specie<br />
nei segmenti più basici. Del resto, attualmente in Italia, la<br />
quota di mercato appannaggio delle referenze a marchio<br />
d’insegna è sottodimensionata: intorno al 20%, contro una<br />
media europea che sfiora il 40%, secondo dati aziendali.<br />
Così, basta dare un’occhiata al reparto monouso di un<br />
qualsiasi pdv della gdo per rendersi conto di quanto spazio<br />
e quale enfasi espositiva vengano garantiti alla private<br />
label: ripiani centrali affollati di confezioni -solitamente<br />
maxi- di piatti e bicchieri bianchi, o, al limite, di prodotti<br />
in plastica colorati tradizionali, rigorosamente firmati dalla<br />
marca d’insegna.<br />
RICERCA DI VALORE AGGIUNTO<br />
Per le tipologie di prodotto più banali, la logica dei volumi<br />
relega ai margini i competitor industriali. Di solito, nel reparto<br />
monouso le referenze dei maggiori brand vengono<br />
posizionate in specifiche aree tematiche, spesso ispirate<br />
al party, e facilmente riconoscoscibili per le colorazioni e<br />
le forme più attraenti. Le aziende produttrici, infatti, non<br />
rinunciano a proporre novità ed estensioni di gamma<br />
che possano distinguere la loro proposta dalla massa di<br />
articoli sostanzialmente indifferenziati presenti a scaffale.<br />
I maggiori player del settore continuano a lanciare articoli<br />
di gamma medio-alta ed alta, spesso colorati, decorati,<br />
coordinati, realizzati in materiali pregiati e/o rispondenti<br />
alle sempre più rilevanti istanze ambientali.<br />
GDOWEEK - 6 settembre 2010<br />
www.gdoweek.it - www.gdoweekTV.it<br />
Patrizia Pagani