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C - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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SPECIALE<br />

cASALINGHI<br />

Monouso: private label<br />

vincenti a scaffale<br />

N<br />

on proprio indifferente alla crisi, ma comunque<br />

solido, assestato su valori complessivi<br />

stabili nel tempo. <strong>Il</strong> mercato delle stoviglie<br />

monouso risente delle conseguenze della<br />

fase congiunturale critica in misura decisamente<br />

ridotta rispetto a quanto si verifica in<br />

altri business del largo consumo. In teoria, le<br />

vendite dovrebbero risultare penalizzate dalle ristrettezze<br />

economiche, così come dalle difficoltà del catering,<br />

legate alla stagnazione del comparto industriale in<br />

senso lato. Tuttavia, l’esigenza di contenere le spese<br />

familiari incentiva i consumatori ad andare meno al ristorante<br />

e a consumare più pasti in casa, dove vengono<br />

utilizzate anche stoviglie usa & getta. Questo fenomeno<br />

finisce per rilanciare le performance commerciali delle<br />

soluzioni disposable: stando a fonti aziendali, le ultime<br />

statistiche di settore confermerebbero numeri allineati<br />

con quanto rilevato nel periodo precedente (+2,4% a<br />

volume e +1,5% a valore).<br />

FOCUS SULLA CONVENIENZA<br />

In generale, la gente è più attenta alla spesa, anche<br />

quando si tratta dell’acquisto di prodotti con battuta<br />

di cassa modesta. Nel contempo, risulta sempre più<br />

in grado di riconoscere ed apprezzare il valore del<br />

prodotto, ponderando con maggiore oculatezza il contenuto<br />

value for money delle svariate proposte merceologiche:<br />

nel dubbio, preferisce affidarsi alle marche<br />

note, sia industriali sia commerciali. Ai fini dei risultati<br />

conseguiti, hanno giocato un ruolo importante le linee<br />

colorate ed altri prodotti innovativi, ma un contributo<br />

95<br />

decisivo è stato conferito dalle attività promozionali -che<br />

favoriscono l’esposizione preferenziale delle gamme- e<br />

l’ulteriore crescita registrata dalle private label, specie<br />

nei segmenti più basici. Del resto, attualmente in Italia, la<br />

quota di mercato appannaggio delle referenze a marchio<br />

d’insegna è sottodimensionata: intorno al 20%, contro una<br />

media europea che sfiora il 40%, secondo dati aziendali.<br />

Così, basta dare un’occhiata al reparto monouso di un<br />

qualsiasi pdv della gdo per rendersi conto di quanto spazio<br />

e quale enfasi espositiva vengano garantiti alla private<br />

label: ripiani centrali affollati di confezioni -solitamente<br />

maxi- di piatti e bicchieri bianchi, o, al limite, di prodotti<br />

in plastica colorati tradizionali, rigorosamente firmati dalla<br />

marca d’insegna.<br />

RICERCA DI VALORE AGGIUNTO<br />

Per le tipologie di prodotto più banali, la logica dei volumi<br />

relega ai margini i competitor industriali. Di solito, nel reparto<br />

monouso le referenze dei maggiori brand vengono<br />

posizionate in specifiche aree tematiche, spesso ispirate<br />

al party, e facilmente riconoscoscibili per le colorazioni e<br />

le forme più attraenti. Le aziende produttrici, infatti, non<br />

rinunciano a proporre novità ed estensioni di gamma<br />

che possano distinguere la loro proposta dalla massa di<br />

articoli sostanzialmente indifferenziati presenti a scaffale.<br />

I maggiori player del settore continuano a lanciare articoli<br />

di gamma medio-alta ed alta, spesso colorati, decorati,<br />

coordinati, realizzati in materiali pregiati e/o rispondenti<br />

alle sempre più rilevanti istanze ambientali.<br />

GDOWEEK - 6 settembre 2010<br />

www.gdoweek.it - www.gdoweekTV.it<br />

Patrizia Pagani

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