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Arsenico - Ispesl

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3. PRESENZA NELL’AMBIENTE<br />

In termini generali, le fonti di contaminazione da metalli possono derivare da attività industriali,<br />

agricole e civili; le prime attraverso scarichi idrici e fall-out atmosferico, le seconde, occasionalmente,<br />

con i trattamenti fitosanitari e l’utilizzo di biomasse di recupero e le ultime, talvolta preponderanti<br />

sulle altre, con le emissioni da riscaldamento domestico, incenerimento, traffico veicolare ed aereo.<br />

(Beretta, 1984; Cerutti, 1999; Casarett and Doull’s, 2000). L’arsenico (As) presente nell’ambiente deriva<br />

da sorgenti naturali e antropogeniche. Le cause naturali sono principalmente i processi pedogenetici,<br />

l’attività biologica e vulcanica. L’arsenico è presente come costituente principale in più di 200<br />

minerali, dei quali approssimativamente il 60% sono arseniati, il 20% solfati e il restante 20% arseniti,<br />

ossidi, silicati ed arsenico elementare (As) (Smedley e Kinninburgh, 2002). L’arsenico è generalmente<br />

legato a carbonio, ferro, ossigeno e zolfo, con i quali forma composti arsenicali inorganici e<br />

organici in diversi stati di ossidazione. Le proprietà chimico-fisiche delle diverse specie sono determinanti<br />

sul potenziale effetto tossico. L’elevata mobilità di As dipende dal fatto che in ambiente ossidante<br />

l’elemento è presente nello stato di ossidazione +5 e non subisce processi rilevanti di<br />

coprecipitazione o di adsorbimento, con l’eccezione della coprecipitazione indotta da idrossidi di<br />

ferro. Gran parte dei problemi ambientali dovuti a questo inquinante sono la conseguenza della sua<br />

naturale mobilizzazione sia nell’idrosfera che nell’atmosfera. L’arsenico inorganico proviene essenzialmente<br />

da sorgenti geochimiche ed è presente in composti derivanti dall’ossidazione di solfuri metallici<br />

(pirite, calcopirite, arsenopirite) ed ha una diffusione ubiquitaria nel suolo, nell’aria e<br />

nell’acqua. Nella crosta terrestre è presente in concentrazioni relativamente basse (2 ppm), ma a<br />

causa di contaminazioni agricole e industriali (impiego di fanghi di depurazione e utilizzo di detergenti<br />

e/o fertilizzanti a base di fosfati che contengono quantità apprezzabili di questo elemento), i<br />

livelli di arsenico nei suoli possono variare da 1 a 40 mg/kg (WHO, 2001). L’arsenico è un componente<br />

naturale dei minerali che contengono Pb, Zn, Cu e Au e, conseguentemente, durante i processi minerari<br />

di estrazione e fusione sono frequenti fenomeni di contaminazione di suoli, sedimenti, corsi<br />

d’acqua (fiumi e laghi), acque di falda e atmosfera. L’attività vulcanica e i microrganismi del suolo rilasciano<br />

As nell’aria dove i suoi livelli variano, con valori inferiori nelle aree rurali (0,007-28 ng/m 3 ) e<br />

concentrazioni più elevate nelle aree urbane (3-200 ng/m 3 ) (WHO, 2001). Studi condotti in Stati dell’Unione<br />

Europea hanno evidenziato valori di As nell’aria compresi tra 1-3 ng/m 3 in zone urbane e tra<br />

20-30 ng/m 3 in quelle industriali (WHO, 2001). L’arsenico presente nell’atmosfera deriva da numerosi<br />

fattori (erosione del suolo esercitata dal vento, emissioni vulcaniche, volatilizzazione dell’elemento<br />

dal suolo, aerosol di acqua di mare, inquinamento antropico) e ritorna sulla superficie terrestre attraverso<br />

deposizioni umide e secche. L’arsenico atmosferico si trova sotto forma di As 2 O 3 in polvere<br />

(Cullen and Reimer, 1989) o adsorbito come arsenito e arseniato su particolato (Mandal e Suzuki,<br />

2002). Durante i processi di fusione dei minerali contenenti Cu, Pb, Zn e Au avviene un ingente rilascio<br />

di arsenico nell’atmosfera (Li and Thornton, 1993). La combustione del carbone (Fig. 2), oltre a<br />

determinare il rilascio di arsenico nell’atmosfera, determina anche la produzione di ingenti quantità<br />

di ceneri leggere e pesanti contenenti arsenico (Beretka and Nelson, 1994).<br />

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