Arsenico - Ispesl
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Si rileva che:<br />
i maggiori emettitori di arsenico nelle acque, rispettivamente con il 41,5% ed il 15,8% del totale delle<br />
emissioni denunciate da impianti soggetti ad IPPC “sopra soglia”, sono l’impianto chimico Solvay di Rosignano<br />
(LI) e le discariche dell’acciaieria ILVA S.p.A. di Taranto;<br />
ne consegue che le maggiori emissioni da questo tipo di impianti sono rilevabili in Toscana e Puglia,<br />
con percentuali lievemente superiori rispetto agli impianti citati al punto precedente (rispettivamente<br />
42,8% e 17,3%);<br />
le attività IPPC che emettono maggiori quantità di arsenico in acqua risultano quindi gli impianti chimici<br />
per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, seguiti dagli impianti di trattamento<br />
chimico-fisico e/o biologico dei rifiuti, soprattutto impianti di depurazione di acque reflue non condottate,<br />
che nel loro complesso sono responsabili del 23,6% del totale e quindi le discariche di rifiuti<br />
che, grazie al massiccio contributo dell’ILVA di Taranto, superano il 17% del totale emesso.<br />
Può risultare utile conoscere anche l’evoluzione delle emissioni da impianti IPPC nel periodo dal 2002<br />
al 2006 in modo da osservarne il trend (INES 2006). Tale evoluzione è rappresentata in Figura 11.<br />
Figura 11<br />
Si osserva come, mentre le emissioni in aria mostrano un trend decrescente nel tempo, le emissioni in<br />
acqua presentano un andamento decisamente oscillante, ma comunque in crescita dal 2004 al 2006.<br />
Poiché non si dispone di dati sull’andamento produttivo delle attività rappresentate nel Registro INES<br />
non è possibile stabilire quanto tale trend sia legato ad una variazione della produttività e quanto invece<br />
ad interventi tecnici.<br />
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