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Arsenico - Ispesl

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concentrazione del terreno) anche quando crescono su terreni non contaminati, che ne contengono una<br />

quantità non tossica (Le Scienze, 2001). L’arsenico assorbito da queste piante è rimosso dai campi quando<br />

avviene la raccolta. L’uso della felce e della senape potrebbe essere valutato nei casi in cui è difficile avere<br />

una scorta di acqua d’irrigazione contenente bassi quantitativi di As. Il giacinto di acqua (Eichhornia crassipes)<br />

è un iperaccumulatore di As, ma è usato soltanto per rimuovere l’arsenico dalle acque di irrigazione<br />

(per esempio: vasche di sedimentazione) non dai terreni. La possibilità di usare le piante iperaccumulatrici<br />

per riabilitare i terreni delle risaie deve essere tuttavia testata al fine di valutare i problemi di smaltimento<br />

dei residui della pianta con alto contenuto di arsenico e ridurre i rischi per la salute umana, per il bestiame<br />

e la fauna selvatica. Anche la tolleranza all’As può essere conferita, alle piante, con la riduzione del suo<br />

assorbimento attraverso la soppressione del trasporto del fosfato. Le piante che tollerano elevati livelli di<br />

arsenico nei loro tessuti sono in grado di sopravvivere nei suoli inquinati dai metalli pesanti. La trasformazione<br />

dell’arsenico può rappresentare un meccanismo costitutivo o un adattamento (Meharg, 1994).<br />

Queste piante possono essere escludenti (mantengono un basso livello di concentrazione dei metalli nei<br />

germogli indipendentemente dalla concentrazione del metallo nel suolo; Baker, 1981), accumulatrici (i<br />

metalli sono concentrati nelle parti epigee della pianta sia a basse che ad elevate concentrazioni di metallo<br />

nel suolo; Baker, 1981) e indicatrici (la concentrazione interna del metallo corrisponde a quella esterna<br />

del suolo; McGrath et al., 2002). Le piante tolleranti (es. Agrostis capillaris, Fig. 17 Porter e Peterson, 1975)<br />

limitano l’assimilazione dell’As dal suolo e/o la traslocazione alle parti aeree, mentre le iperaccumulatrici<br />

lo traslocano efficientemente e aumentano la produzione di biomassa in presenza di elevate concentrazioni<br />

di questo elemento.<br />

Figura 17 A. capillaris e P.vittata<br />

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