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Arsenico - Ispesl

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1. INTRODUZIONE<br />

L’<strong>Arsenico</strong> (As) è un metalloide la cui presenza è ampiamente rilevabile in tutte le matrici ambientali.<br />

In natura si trova solitamente in piccole quantità, nelle rocce, nei suoli, nelle polveri e nell'aria (Onishi,<br />

1955). E’ inoltre utilizzato in molti prodotti e processi industriali e quindi viene immesso nell’ambiente<br />

(aria acqua e suolo) tramite rifiuti ed emissioni, spesso divenendo un contaminante significativo<br />

nei siti di bonifica.<br />

Il problema della presenza di As nell’acqua è noto fin dagli anni 80, quando numerosi studi hanno riscontrato<br />

elevati livelli di As nelle risorse di acqua freatica, inducendo l’Organizzazione Mondiale della<br />

Sanità (WHO) a fissarne il livello nell’acqua potabile a 10 μg/l (o di 0.01 mg/l). Attualmente i paesi nei<br />

quali sono stati segnalati elevati livelli di As nelle acque freatiche sono Afghanistan, Bangladesh, Cambogia,<br />

Cina, India, Lao, Mongolia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Tailandia e Vietnam Messico, Argentina,<br />

Cile, Ungheria, Romania e alcune zone degli Stati Uniti (Smedley and Kinniburgh, 2002).<br />

Gli alti livelli di As nelle acque freatiche sono principalmente di origine geologica, mentre le fonti antropogeniche<br />

di As derivano da attività industriali, dall’utilizzo di antiparassitari, diserbanti e fertilizzanti.<br />

Nel nostro paese elevati valori di arsenico sono stati rilevati nelle acque sotterranee di molti comuni<br />

dell’Emilia Romagna e della Lombardia (Zavatti et all., 1995, Prandi, 1998), in alcuni comuni del Veneto<br />

(Baldantoni e Ferronato, 1996) ed in quelli dei Campi Flegrei (Napoli) (Dall’Aglio, 1995), nonché nelle<br />

acque di sorgente e nei laghi del Lazio settentrionale. La maggior parte di queste indagini hanno evidenziato<br />

come la presenza dell’arsenico sia legata a processi naturali di cessione dei minerali presenti<br />

negli acquiferi.<br />

Le acque, i suoli ed i rifiuti contaminati da arsenico devono essere trattati per eliminare od immobilizzare<br />

(a livelli accettabili) l’arsenico. La natura chimica dei composti dell’arsenico ed in particolare la<br />

loro tendenza a mutare rapidamente stato di valenza e forma chimica in un ampio spettro di valori di<br />

pH e di condizioni redox rende difficile valutarne destino e mobilità nell’ambiente (U.S. EPA, 2003).<br />

Inoltre il fatto che le diverse specie chimiche siano caratterizzate da tossicità e mobilità variabili, rende<br />

difficoltoso anche il trattamento a lungo termine dell’arsenico (U.S. EPA, 2002).<br />

Tutte le fonti di arsenico, rischiano di contaminare vaste aree e suoli destinati all’agricoltura (Chilvers<br />

and Peterson, 1987; Schraufnagel, 1983). La presenza di arsenico nei suoli e nei corsi d’acqua fa si che<br />

tale elemento si rinvenga nei tessuti di diverse specie vegetali. In seguito al trasferimento di As dal<br />

suolo alla pianta, la dieta è una delle principali vie di esposizione dell’uomo (Nriagu, 1988; WHO, 1981)<br />

al metalloide.<br />

Ingerire alte quantità di arsenico può causare la cosiddetta arsenicosi, una malattia che genera disturbi<br />

della pelle e cancro ai reni ed alla vescica. La tossicità dell’arsenico dipende dalla sua forma chimica:<br />

quella organica è potenzialmente meno dannosa di quella inorganica che può causare lo<br />

sviluppo di patologie cancerogene. L’arsenico nell’uomo può causare una serie di patologie che includono<br />

lesioni cutanee (iperpigmentazione, melanosi, cheratosi), problemi all’apparato respiratorio<br />

(tosse cronica, respiro corto, bronchite), effetti sul sistema nervoso (neuropatie, disordini neurocomportamentali,<br />

perdita di memoria, basso quoziente intellettivo, disturbo dell’attenzione, cancro in nu-<br />

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