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Arsenico - Ispesl

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8. CONTENUTO DI ARSENICO IN CIBI E MANGIMI<br />

La contaminazione degli alimenti appare sempre più un fenomeno inevitabile, essendo influenzata da<br />

molteplici fattori sia di tipo ambientale che agronomico.<br />

Anche se le forme inorganiche di arsenico sono più tossiche rispetto all’arsenico organico, finora la<br />

maggior parte dei dati sulla presenza nei prodotti alimentari raccolti nel quadro del controllo ufficiale<br />

degli alimenti, vengono ancora segnalati come arsenico totale senza differenziare le diverse specie<br />

chimiche di arsenico (EFSA 2009).<br />

Da un’analisi della letteratura risulta che alcuni autori utilizzano l’Intake Settimanale Tollerabile Provvisorio<br />

(PTWI), ritenuto più adeguato per contaminanti in grado di accumularsi nell’organismo per cui è<br />

importante stabilire un limite di intake entro un intervallo di tempo definito. Il PTWI è pari a 15 μg/Kg/settimana<br />

di As che equivale a 146 μg/die di As per un soggetto adulto di 68 Kg di peso corporeo.<br />

Il rapporto del WHO (1989) ha indicato che alcune popolazioni locali e regionali che fanno grande<br />

consumo di pesce hanno un intake di As (sotto forma di organoarsenicali) di circa 0.050 mg/kg per<br />

peso corporeo, senza riportare effetti nocivi. Ciò corrisponde all’assunzione quotidiana di 3.5 mg in una<br />

persona che pesa 70 kg. Il contenuto in As dipende dall’acqua nella quale viene pescato il pesce (mare<br />

o acqua dolce); in particolare le specie marine ne contengono livelli elevati. La maggior parte dell’arsenico,<br />

soprattutto nei frutti di mare, è però presente in forma organica che è meno tossica. Di conseguenza,<br />

una valutazione del rischio effettuata non tenendo conto delle diverse specie chimiche, ma<br />

considerando l’arsenico totale come se fosse costituito esclusivamente da arsenico inorganico, porterebbe<br />

ad una notevole sovrastima del rischio per la salute connessa all’esposizione all’arsenico attraverso<br />

la dieta. Nel pesce e nei frutti di mare, infatti, la percentuale relativa di arsenico inorganico è<br />

piccola e tende a diminuire con l’aumentare del contenuto di arsenico totale, e il rapporto varia a seconda<br />

del tipo di pesce. I valori fissati per l’arsenico inorganico sono 0,03 mg/kg nel pesce e 0,1 mg/kg<br />

nei frutti di mare e sono stati calcolati in relazione alla reale esposizione attraverso gli alimenti (EFSA<br />

2009). Esaminando le principali categorie di prodotti alimentari il Concise EFSA Food Consumption<br />

Database ha stabilito che i cereali e i prodotti a base di cereali, seguiti da acqua in bottiglia, caffè e<br />

birra, chicchi di riso e prodotti a base di riso, pesce e verdure, sono stati identificati come i principali<br />

alimenti che contribuiscono all’esposizione quotidiana all’arsenico inorganico in Europa. (EFSA 2009).<br />

Relativamente a prodotti di origine vegetale la presenza di As è stata determinata in riso, ravanelli,<br />

carote, patate, cavolfiori, pomodori e fagioli bianchi. A volte è possibile rilevare delle concentrazioni<br />

leggermente alterate di As in olio e aceto probabilmente a causa della diluizione acquosa durante le<br />

fasi di preparazione.<br />

Il parametro più comunemente usato per la valutazione del rischio ad As è rappresentato dall’Intake<br />

Giornaliero Tollerabile Provvisorio (PTDI) che per l’As inorganico è pari a 2,1 μg/Kg/die (Joint Fao/WHO,<br />

1989). Tale dato rappresenta un importante riferimento, soprattutto nell’ambito di studi di monitoraggio<br />

delle popolazioni esposte ad esempio attraverso fonti naturali (acqua contaminata). Ciò al fine<br />

di contenere entro una soglia stabilita dalla comunità scientifica internazionale la concentrazione di<br />

intake di As inorganico per la popolazione.<br />

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