Tra cronaca e storia - Morreseemigrato.ch
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I centri amministrativi in Irpinia, in questo<br />
periodo, erano Compsa, Aeclanum ed Aquilonia,<br />
queste ultime due avvantaggiate un pò dai traffici<br />
commerciali lungo la via Appia, di cui sotto <strong>Tra</strong>iano<br />
fu costruita una variante, detta Appia <strong>Tra</strong>iana.<br />
Questa via, il cui inizio a Benevento è ancora oggi<br />
segnato dallo splendido Arco, costruito nel 114 d.<br />
C., si dirigeva a Brindisi e fu attuata con intenti<br />
soprattutto militari, in funzione delle guerre<br />
daci<strong>ch</strong>e e parti<strong>ch</strong>e.<br />
Sul piano propriamente culturale, la<br />
romanizzazione, nei diritti e nelle istituzioni, e la<br />
materiale sostituzione di parte degli anti<strong>ch</strong>i<br />
proprietari terrieri, comportò la rapida decadenza<br />
della cultura dei centri osco-sannitici e la veloce<br />
scomparsa della lingua osca a pro della latina.<br />
Sono testimonianze di questo fenomeno a Morra tre<br />
epigrafi latine, rinvenute anni addietro,<br />
rispettivamente nelle proprietà di Ernesto Maccia<br />
(Bosco Nuovo), di Angelo Pagnotta (Piano d'Ancona-<br />
Selvapiana) e del duca Camillo Biondi-Morra<br />
(tenimento Feudo).<br />
Epigrafe testamentaria latina. Morra De Sanctis. Masseria La<br />
Corsana, Piano d’Ancona - Selvapiana.<br />
Con l'economia latifondista si svuotarono i<br />
centri urbani, le aziende agricole e le ville rusti<strong>ch</strong>e<br />
divennero i centri dell’attività economica. Con la<br />
maggiore razionalizzazione dell'economia agricola e<br />
di allevamento, già dal I sec. d. C., e con la<br />
cristianizzazione, agli s<strong>ch</strong>iavi<br />
subentrarono coloni liberi <strong>ch</strong>e d’altra parte erano<br />
legati al fondo e venivano con esso venduti. Questa<br />
situazione durò fino al tardo impero, arrivando<br />
all'alto Medioevo.<br />
Nel 570 d. C., con l'arrivo dei Longobardi, si<br />
crearono nuovi insediamenti arroccantisi<br />
gradualmente intorno alle fortificazioni, costruite<br />
sulle alture; si riaggregarono così i centri abitati. Su<br />
queste basi, possiamo comprendere per<strong>ch</strong>é l’attuale<br />
abitato di Morra si sia formato su un poggio intorno<br />
al Monte Pidoc<strong>ch</strong>io.<br />
ARCHEOLOGIA E TERRITORIO<br />
Questa è la situazione storica quale si può con<br />
ogni probabilità evincere dalle testimonianze<br />
ar<strong>ch</strong>eologi<strong>ch</strong>e; numerose altre ne affiorano tra le<br />
zolle della campagna morrese e ci parlano delle genti<br />
<strong>ch</strong>e l'hanno abitata, di <strong>ch</strong>i tra queste valli e questi<br />
colli ci ha preceduto, della loro vita, religione ed<br />
economia. In questi termini si può comprendere la<br />
<strong>storia</strong> dell'uomo, del suo lavoro di cui il territorio<br />
porta i segni, le stigmate.<br />
Il patrimonio culturale (centri storici, reperti<br />
ar<strong>ch</strong>eologici, documenti, epigrafi e testimonianze<br />
della civiltà contadina), come espressione di un<br />
uomo <strong>ch</strong>e ha vissuto quella realtà in un determinato<br />
momento, va recuperato, difeso e preservato,<br />
creando par<strong>ch</strong>i ar<strong>ch</strong>eologici e musei, per<strong>ch</strong>é vi sono<br />
in esso valori <strong>ch</strong>e ci appartengono, <strong>ch</strong>e servono e ci<br />
aiutano a ritrovare la nostra identità.<br />
Il passato va conosciuto per essere giudicato e<br />
selezionato, non subito, e questo impegno per la<br />
restituzione critica della <strong>storia</strong> del nostro territorio ai<br />
suoi abitanti, assume nuovi contenuti ed ha un suo<br />
senso oggi!<br />
Stiamo infatti vivendo alcuni dei momenti più<br />
tesi di una complessa e drammatica crisi socioeconomica,<br />
politica e morale, resa ancora più acuta<br />
in Irpinia dal sisma del 23 novembre 1980.<br />
Il problema del terremoto, al di là dei significati<br />
politici, istituzionali, morali e naturalmente<br />
economici, va posto an<strong>ch</strong>e come questione culturale.<br />
Il dramma vissuto dalla gente irpina, è l'aspetto di<br />
una più vasta patologia territoriale e ambientale, e<br />
deve far pensare ad un nuovo rapporto tra l'uomo e<br />
la natura, ad un nuovo modo di considerare il<br />
territorio