Tra cronaca e storia - Morreseemigrato.ch
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Don Mi<strong>ch</strong>ele Galiucci (5). Questi due personaggi, è<br />
bene subito precisarlo, svolsero ruoli diversi an<strong>ch</strong>e<br />
se la loro azione aveva un denominatore comune:<br />
far prendere coscienza al popolo della sua<br />
posizione di sub-cultura.<br />
DeH’uomo Vito Mariani e della sua opera non<br />
è stato ancora scritto nulla di completo e di<br />
organico e bene farebbe qual<strong>ch</strong>e giovane di Morra<br />
a condurre una ricerca seria ed obiettiva an<strong>ch</strong>e per<br />
dare al personaggio il giusto posto nella cultura<br />
morrese.<br />
I rigori degli anni del fascismo non piegarono<br />
Vito Mariani, e la sua azione, improntata alla<br />
redenzione dell’uomo, fu penetrante, risvegliativa.<br />
Tutti i morresi di una certa età lo ricordano<br />
attorniato da folti gruppi di contadini all’uscita<br />
dalla <strong>ch</strong>iesa, mentre lui paziente, deciso, cercava di<br />
buttare il seme dell’onestà, dell’emancipazione,<br />
della riscossa, in quegli animi costretti a subire lo<br />
strapotere di una classe dominante, sorda ai<br />
ri<strong>ch</strong>iami della giustizia e sempre più decisa a<br />
mantenere un potere <strong>ch</strong>e non aveva nessuna<br />
giustificazione legale e popolare.<br />
A Vito Mariani piaceva conversare e attraverso<br />
il metodo dialogico poneva inquietanti interrogativi<br />
<strong>ch</strong>e non trovavano una valida risposta nel tessuto<br />
sociale morrese.<br />
Non si serviva del discorso retorico, oggi a<br />
Morra tanto in voga, per parlare alla gente, ma<br />
maieuticamente cercava di far partorire la verità ai<br />
suoi interlocutori e questo, oltre a costituire un<br />
fattore determinante per una presa di coscienza<br />
duratura, seria e sofferta, — <strong>ch</strong>e d'altronde diede i<br />
suoi frutti, — è per noi un raro esempio di pura<br />
educazione. Infatti non imponeva nulla, ma si<br />
sforzava affin<strong>ch</strong>é la coscienza della dignità<br />
costituisse una scoperta ed una personale conquista<br />
di ogni individuo.<br />
Sotto questa ottica va letta l’affermazione<br />
elettorale della lista popolare del Bue alle prime<br />
libere elezioni comunali (6) nella primavera del<br />
1946.<br />
L’avvenimento, di un rilevante spessore<br />
storico, da solo, testimonia inconfutabilmente la<br />
penetrante azione svolta da Vito Mariani. In quella<br />
occasione i morresi voltarono definitivamente le<br />
spalle al passato, infliggendo una memorabile<br />
sconfitta alla lista delle<br />
Forbici, costituita da personaggi <strong>ch</strong>e durante il<br />
ventennio fascista avevano avuto ruoli an<strong>ch</strong>e di<br />
primo piano.<br />
Vito Mariani<br />
Parma (Ospedali Riuniti) il 17 marzo 1964. Emigrò<br />
giovanissimo in America da dove fu espulso nel 1924 per<strong>ch</strong>é<br />
anar<strong>ch</strong>ico. Spese tutta la sua vita al servizio del prossimo e<br />
non si esagera di certo quando si afferma <strong>ch</strong>e il Mariani fu il<br />
primo a Morra a s<strong>ch</strong>ierarsi con fermezza e decisione dalla<br />
parte dei contadini, degli sfruttati, contro i cosiddetti « signori<br />
». Tenacemente avversato quando era in vita è, ora,<br />
unanimamente considerato il punto di riferimento civile e<br />
morale di una intera generazione.<br />
(5) Nacque a Calitri (AV) il 25 settembre 1910, dove morì<br />
il 6 febbraio 1980. Compì i primi studi nel seminario<br />
metropolitano di Sant’Andrea di Conza (AV) e<br />
successivamente nel seminario pontificio di Salerno.<br />
Sul finire degli anni trenta gli fu affidata la parroc<strong>ch</strong>ia di<br />
Morra De Sanctis (AV). Si rese quasi subito conto<br />
dell’estrema povertà culturale e civile dei suoi parroc<strong>ch</strong>iani.<br />
Spirito esuberante, generoso ed immediato non esitò, an<strong>ch</strong>e<br />
dal pulpito, a minacciare tuoni e fulmini contro i benestanti e i<br />
notabili del paese.<br />
Quando il 18 novembre 1943, il malcontento dei morresi,<br />
accumulatosi in diversi anni di soprusi ed angherie, sfociò in<br />
una sommossa popolare, fu ritenuto (come risulta dagli atti del<br />
processo) l’ispiratore della rivolta. Pagò di persona e col<br />
carcere tanto da essere dispensato dagli ordini sacerdotali. Fu<br />
scrittore profondo ed apprezzato e i suoi scritti rivelano una<br />
seria e solida cultura.<br />
(6) Il primo Consiglio comunale risultava così<br />
composto: Salvatore Covino, Amedeo Ricciardi, Gerardo Di<br />
Santo, Vito Mariani, Vincenzo Di Sabato, Carmine De<br />
Rogatis, Rocco Ricciardi, Andrea Lan- zalotto, Gerardo<br />
Ruberto, Angelo Maria Braccia, Angelo Maria Covino,<br />
Pietrantonio Pennella (tutti della lista del « Bue ») e Felice De