Tra cronaca e storia - Morreseemigrato.ch

De Luca — Ma lo spirito della legge dice di
recuperare i paesi.
De Rogatis — Lo spirito della legge parla di
recupero delle comunità preesistenti; occorre cioè
conservare il primitivo nucleo socio- economicoculturale,
tranne chi, non si tratti di paese
completamente distrutto, come il caso di Conza
della Campania. Penso piuttosto che se dovessero
insediarsi, anche nell’immediato futuro, delle
industrie, si potranno costruire a valle altre case,
ma il nucleo, il paese vero dovrebbe restare dovè,
con tutti i servizi.
De Luca — Certamente il problema è grosso.
Rocco dice che bisogna trovare uno sbocco a valle,
ma occorre fare i conti con coloro che non hanno
interesse a spostarsi. Prima di parlare di
spostamento occorre sapere con esattezza quante
case sono recuperabili nel centro. Il caso di Conza è
un caso unico.
Conza è stata abbandonata perché il 98-99 per
cento delle case sono andate distrutte o sono Irrecu-
perabili e di conseguenza si è imposta la necessità di
spostare il paese. A Morra già molte case sono state
riattate con il sussidio dei 10 milioni.
Pagnotta — Per modo di dire, Alfredo, sono
lavori epidermici.
De Luca — Dico solamente: coloro che hanno la
casa abitabile che fine faranno? Pensi che dovranno
seguire gli altri che si spostano a valle o restare qui?
Questo è un problema che non va risolto con le «
firme », perché sappiamo bene che apporre una firma
è facile. Oltretutto, da un punto di vista giuridico —
e tu lo sai bene, Rocco — la sottoscrizione non è
valida, non può nemmeno dare la certezza che le
firme siano autentiche.
Pagnotta — Si potrebbe arrivare ad una forma
di consultazione referendaria.
De Luca — Da quanto mi risulta la
consultazione referendaria non può essere messa in
atto se non ci sono almeno duemila elettori.
Fuga di tetti