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P O R T & S H I P P I N G T E C H<br />
A G E N O V A<br />
MA QUALE FUTURO<br />
ATTENDE I PORTI?<br />
Alla domanda ha tentato di rispondere la seconda edizione dell’evento<br />
ligure, durante la quale si è pure discusso di sviluppo del sistema<br />
portuale nazionale in relazione al Mediterraneo e di sostenibilità.<br />
di Maddalena Tufarulo<br />
Sei convegni divisi in molteplici<br />
sessioni tematiche, 130 relatori,<br />
più di mille partecipanti:<br />
questi i numeri<br />
che hanno caratterizzato la<br />
seconda edizione di Port &<br />
Shipping Tech, il forum internazionale<br />
sull’innovazione<br />
tecnologica per lo sviluppo<br />
competitivo e sostenibile del<br />
sistema logistico-portuale e<br />
dello shipping. L’iniziativa,<br />
promossa e organizzata da<br />
ClickUtility, si è svolta di recente<br />
a Genova, all’interno<br />
del Palazzo Ducale.<br />
Al centro dell’attenzione due temi<br />
di attualità: lo sviluppo del sistema<br />
portuale italiano attraverso alleanze<br />
con i porti del Mediterraneo del Sud<br />
e i “green ports”, ovvero progetti per<br />
l’autoproduzione di energia alternativa<br />
e l’efficienza energetica. Per<br />
quanto riguarda il primo, sono state<br />
delineate le tendenze di sviluppo dei<br />
traffici mediterranei e del ruolo che il<br />
“mare nostrum” giocherà in futuro,<br />
in particolare sulle direttrici nord -<br />
sud, fra Europa e Paesi emergenti<br />
africani. Non è tutto. Con la ripresa<br />
dei traffici containerizzati sulla tratta<br />
est - ovest si aprono nuovi scenari,<br />
specialmente in vista della prossima<br />
apertura del canale di Panama e delle<br />
nuove relazioni fra i Paesi del BRIC<br />
(Brasile, Russia, India, Cina). A tracciare<br />
un quadro d’insieme sui progetti<br />
di sviluppo<br />
Significativa<br />
potrebbe essere<br />
l’esperienza<br />
dei “green ports”<br />
con progetti di<br />
autoproduzione di<br />
energia alternativa<br />
delle infrastrutture<br />
portuali dei<br />
principali scali<br />
nazionali, Francesco<br />
Nerli, presidente<br />
di Assoporti,<br />
che ha sottolineato<br />
quanto<br />
siano prioritari<br />
gli investimenti<br />
diretti a consolidare<br />
i porti dell'arco Adriatico, da Ravenna<br />
a Trieste, dell'arco dell'alto<br />
Tirreno, da Livorno a Savona, e l'asse<br />
Napoli - Bari per i traffici diretti verso<br />
l'Europa orientale. Nel corso del suo<br />
intervento, Nerli ha messo in luce<br />
l’importanza di attuare una strategia<br />
d’insieme, una politica modale e intermodale,<br />
che garantisca collaborazione<br />
tra il sistema stradale, ferroviario<br />
e portuale. “L’Italia sulle infrastrutture<br />
è ferma e lo sviluppo deve ripartire<br />
proprio da qui, ma ci vogliono<br />
idee chiare” ha detto Nerli.<br />
Della stessa opinione, Ennio Cascetta,<br />
docente dell'Università degli<br />
Studi di Napoli e tra i maggiori esperti<br />
di logistica nazionale. Ha, infatti,<br />
ribadito la necessità di un disegno<br />
strategico, che metta in collegamento<br />
i porti con le infrastrutture logistiche<br />
retro portuali in un'ottica di rete<br />
nazionale dei trasporti, collegata con<br />
le grandi direttrici europee. Tra i diversi<br />
interventi succedutisi nel corso<br />
del dibattito, quello di Anouar Khélifa,<br />
direttore tecnico dell'Autorità che<br />
presiede il sistema portuale della Tunisia.<br />
A lui il compito di presentare i<br />
progetti di sviluppo dei sette porti<br />
tunisini, che hanno visto crescere<br />
esponenzialmente i loro movimenti<br />
e che vedono l’Italia quale principale<br />
partner economico della Tunisia. Infatti,<br />
il 30% dei traffici in container e<br />
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