N. 291 - Federazione Italiana Cuochi
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L’ATENEO<br />
Fare cucina di qualità non significa usare prodotti<br />
di alto bordo e trasformazioni super tecnologiche.<br />
Bastano l’ottima materia prima, i legami con la tradizione,<br />
le cotture moderne e l’attenzione al mantenimento<br />
di tutti i caratteri nutritivi degli alimenti<br />
For English text see page 79<br />
Cucina povera<br />
e di qualità<br />
di Michele D’Agostino<br />
maestro di cucina ed executive chef, coordinatore didattico<br />
e gastronomico Ateneo della Cucina <strong>Italiana</strong> della Fic<br />
La cucina è un laboratorio di ricerca<br />
ed è spesso considerata un’esperienza<br />
culturale prima che del palato. E il cuoco<br />
da qualche tempo, per stare sulla cresta<br />
dell’onda, punta sulla qualità e freschezza<br />
degli ingredienti, sull’esaltazione<br />
dei sapori ricercando abbinamenti nuovi<br />
e stimolanti. Spesso a discapito dei piatti<br />
della tradizione, a base di materie prime<br />
“povere” e del territorio. Su queste ultime,<br />
oggi si è tornato a puntare.<br />
POVERI, MA RICCHI<br />
È definita povera perché i suoi ingredienti<br />
sono semplici e genuini e perché<br />
è una cucina popolare, organizzata<br />
intorno a piatti realizzati con quel che<br />
si trova a disposizione a seconda delle<br />
diverse zone del nostro Paese. In questo<br />
senso è anche cucina tipica e tradizionale,<br />
legata ai prodotti originari. Ma<br />
è anche gustosa nello stile di un “arrangiarsi<br />
come si può” che non trascura il<br />
gusto. Non per questo la si deve ritenere<br />
“figlia di un dio minore”. Anzi, in virtù<br />
della sua genuinità e ricchezza di nutrimento<br />
sta vivendo una riscoperta.<br />
Il compito del cuoco moderno non si<br />
esaurisce nella proposta di un’attenta<br />
quanto gustosa portata, ma lo vede impegnato<br />
nell’educare il proprio commensale,<br />
al quale racconta con la dovuta<br />
competenza il pensiero che prende forma<br />
nelle sue creazioni culinarie, dimostrando<br />
come il piatto sia un grande comunicatore,<br />
non eloquente ma nello stesso<br />
tempo portatore di un grande pensiero<br />
propositivo. Un’arte che ha bisogno di<br />
attenzione e capacità, va alimentata, custodita<br />
e, soprattutto, tramandata.<br />
IL DECALOGO DEL<br />
RISTORANTE DI QUALITÀ<br />
1. Il ristorante è ben segnalato e in ottime<br />
condizioni generali.<br />
2. Il menu, con i prezzi, è esposto all'esterno<br />
del locale, presenta prodotti di autenticità<br />
garantita ed è messo a disposizione dei<br />
clienti insieme alla carta dei vini.<br />
3. Il personale addetto al servizio è professionale,<br />
cordiale ed efficiente.<br />
4. Le proposte enogastronomiche del ristorante<br />
sono coerenti con la categoria<br />
di appartenenza e garantiscono una varietà<br />
di portate.<br />
5. La sala ristorante è pulita, ordinata e<br />
ben illuminata.<br />
6. Le toilette sono pulite e in perfetto stato<br />
di manutenzione.<br />
7. Nella cucina sono rispettate le normative<br />
vigenti in materia di igiene e sicurezza<br />
alimentare.<br />
8. Gli ambienti sono accoglienti e confortevoli<br />
sia in termini di qualità dell’aria<br />
sia di acustica.<br />
9. Il conto è articolato in voci di spesa<br />
facilmente comprensibili e può essere saldato<br />
con i principali mezzi di pagamento.<br />
10. La gestione del ristorante è attenta alla<br />
tutela ambientale.<br />
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