14 I cavalieri di Ekebù - Biblioteca civica di Rovereto
14 I cavalieri di Ekebù - Biblioteca civica di Rovereto
14 I cavalieri di Ekebù - Biblioteca civica di Rovereto
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
plastico, vigorosamente ritmato e orecchiabilissimo. Lo Zandonai ne trae, più d’una volta nel corso del lavoro,<br />
effetti impressionanti.<br />
Nel secondo atto, a parte la ripresa del coro dei Cavalieri, presentato con lusso <strong>di</strong> sonorità, non c’è da notare<br />
che la scena del teatrino, prima umoristica e poi sentimentale. A parer nostro, l’inizio val meglio che la fine.<br />
Giosta ed Anna non riescono a <strong>di</strong>re nulla <strong>di</strong> peregrino. Invece i corni stonati dei Cavalieri e gli arabeschi del<br />
violino del rapsoda Liecrona si combinano in una sinfonia <strong>di</strong> acre sapore caricaturale.<br />
Il terzo atto comincia squisitamente. I Cavalieri cantano una tenera canzone sul Natale, mentre il violinista<br />
improvvisa una melo<strong>di</strong>a in cui si alternano accenti langui<strong>di</strong> e <strong>di</strong>segni capricciosi. Qui c’è del sentimento<br />
veritiero e perciò comunicativo. Il quadro, blandamente nostalgico, ha un sicuro valore d’arte: rare volte lo<br />
Zandonai è stato più ispirato e commosso. La venuta del mefistofelico Sintram, tolti alcuni guizzi orchestrali,<br />
non ci reca sorprese e la culminante scena della rivolta dei Cavalieri contro la Comandante e la partenza <strong>di</strong><br />
costei dalla fucina, per quanto ben condotta, non desta nello spettatore una particolare emozione. Della seconda<br />
metà dell’atto abbiamo detto che essa ci sembra superflua o, se non altro, prolissa. Però il motivo che l’orchestra<br />
svolge alle parole <strong>di</strong> Anna: Ad<strong>di</strong>o, vorrei tornar dolce e bambina deve esser colto come un asfodelo fiorito in<br />
una melanconica radura.<br />
L’ultimo atto è ben inquadrato e procede senza soste oziose. La morte della Comandante, mentre la fucina<br />
riprende il suo ritmo gagliardo, costituisce un episo<strong>di</strong>o teatrale <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne. Lo Zandonai ha messo in opera<br />
tutti i suoi mezzi <strong>di</strong> strumentatore. La canzone dei Cavalieri si ripercuote stentorea fra il rombo delle incu<strong>di</strong>ni e<br />
del maglio. Il brano è vivo, palpitante e <strong>di</strong> sostanziale originalità. Nessuno può resistere a tanto ardore<br />
drammatico e musicale. Infatti, calata la tela sull’ultima scena dell’opera, le ovazioni del pubblico che gremiva<br />
la sala del “Costanzi” sono state assai clamorose. Riccardo Zandonai, il librettista Rossato, il <strong>di</strong>rettore<br />
d’orchestra Vitale, il maestro Consoli, istruttore del coro e i principali artisti sono stati evocati sette od otto volte<br />
al proscenio. In tutto si sono avute circa trenta chiamate, <strong>di</strong> cui le più spontanee al primo e al quarto atto.<br />
Dunque un eccellente successo, che avrà una sicura influenza sul destino teatrale dei Cavalieri.<br />
***<br />
Esecuzione unamimemente elogiata per l’equilibrio, il brio e l’esattezza. Lo Zandonai ha espresso con<br />
infiammate parole la sua riconoscenza al maestro Edoardo Vitale che, <strong>di</strong>spensando tesori <strong>di</strong> ingegno e <strong>di</strong><br />
operosità, ha compiuto in modo esemplare la concertazione del nuovo lavoro. Il Vitale ha tratto il possibile<br />
dall’orchestra poderosa e <strong>di</strong>sciplinata; il primo violino Oscar Zuccarini, nei vari a solo dell’opera, si è<br />
comportato da vero maestro.<br />
Tra i cantanti, la Bugg ha emerso per la sua grazia soave e per il suo ottimo virtuosismo. Pieno <strong>di</strong> slancio e<br />
sempre invi<strong>di</strong>abilmente sicuro il tenore Merli, la cui voce ampia e <strong>di</strong> bellissimo timbro si è mantenuta fresca<br />
sino alla fine dello spettacolo, malgrado l’improba fatica sostenuta. Il Parvis è stato come sempre un cantante ed<br />
attore <strong>di</strong> rara potenza. Nella parte della “Comandante” la signora Matilde Blanco-Sadun ha avuto modo <strong>di</strong> dare<br />
novella prova della sua vivace intelligenza. Il Dentale è stato un “Sintram” genialmente malizioso. Lodevoli le<br />
parti minori dell’opera: il manipolo dei Cavalieri ha esilarato il pubblico con i suoi atteggiamenti faceti.<br />
Coro sontuoso, <strong>di</strong>retto dal valente e instancabile maestro Consoli; scenari <strong>di</strong> grande effetto, dovuti alla<br />
fervida fantasia del pittore Augusto Carelli e movimento scenico impeccabilmente regolato sotto l’alta guida del<br />
comm. Carlo Clausetti.<br />
Le repliche dei Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong> saranno certamente numerose. La prima è fissata per domani, martedì.<br />
255<br />
Ferruccio Rubbiani, I Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong> <strong>di</strong> Riccardo Zandonai, “La Voce repubblicana”, 30.3.1925 - p. 3, col.<br />
1-2-3-4<br />
In un teatro gremito si è data sabato sera la prima rappresentazione della nuova opera <strong>di</strong> Riccardo Zandonai:<br />
I Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>.<br />
La cronaca della serata è questa. Al primo atto: un applauso a scena aperta e sette chiamate alla fine, delle<br />
quali cinque all’autore e al librettista.<br />
Al secondo atto: due applausi a scena aperta e sei chiamate alla fine, delle quali cinque all’autore.<br />
Terzo atto: complessivamente nove chiamate, delle quali sei all’autore.<br />
Quarto atto: otto chiamate, delle quali quattro all’autore.<br />
Adempiuto così all’esattezza della cronaca proverò <strong>di</strong> <strong>di</strong>re perché I Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong> siano un’opera<br />
mancata.<br />
Il libretto<br />
Arturo Rossato ha tratto l’argomento del libretto da una saga <strong>di</strong> Selma Lagerlöf intitolata “Gösta Berlings<br />
Saga”, un libretto che può non piacere per la nostra sensibilità <strong>di</strong>versa da quella dei popoli nor<strong>di</strong>ci – ma è poi<br />
I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>/20