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14 I cavalieri di Ekebù - Biblioteca civica di Rovereto

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I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>, “L’Unità”, 16.1.1954 - p. 3, col. 2-3<br />

Accolta da applausi a scena aperta e alla fine <strong>di</strong> ogni atto, l’opera I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong> che Riccardo<br />

Zandonai, il valoroso musicista trentino, scrisse una trentina d’anni orsono valendosi <strong>di</strong> un soggetto tratto dal<br />

romanzo La saga <strong>di</strong> Gösta Berling <strong>di</strong> Selma Lagerlöf, ha rivisto ier l’altro, dopo tempo, le scene del Teatro<br />

dell’Opera. Pur non essendo una delle creazioni più riuscite <strong>di</strong> Zandonai, come la Francesca da Rimini per<br />

esempio, questo lavoro è una chiara <strong>di</strong>mostrazione del gusto e delle nobili aspirazioni del compositore, oggi<br />

relegato in una zona d’ombra che non merita. Musicalmente l’opera non è certo tutta <strong>di</strong> prima mano; si<br />

avvertono qua e là varie influenze, assorbite magari, ma sempre evidenti. Ciò porta naturalmente a <strong>di</strong>scontinuità<br />

le quali nuocciono alla narrazione. Il clima stesso poi nel quale si trovano a muoversi i personaggi è talvolta<br />

<strong>di</strong>spersivo, anche se le intenzioni che stanno <strong>di</strong>etro le sagome dei protagonisti vorrebbero significare più <strong>di</strong><br />

quanto non si veda. Non mancano però pagine nelle quali la mano <strong>di</strong> Zandonai ha trovato un ritmo felice,<br />

aderente alla sua sensibilità, pagine che suonano in maniera piacevole ed efficace.<br />

Tra gli interpreti va ricordata per prima Gianna Pederzini, la quale ha animato anche scenicamente la figura<br />

della Comandante. Mirto Picchi ha sostenuto la parte <strong>di</strong> Gösta brillantemente. Buoni nelle loro parti Antonio<br />

Cassinelli, il Malaspina e Mariano Caruso. Rina Malatrasi, nella parte <strong>di</strong> Anna, ha <strong>di</strong>mostrato le sue possibilità<br />

vocali. Oliviero De Fabritiis ha guidato lo spettacolo con l’esperienza teatrale che ben sappiamo.<br />

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E[ttore] Montanaro, “I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>” <strong>di</strong> Zandonai riaccolti festosamente dal pubblico romano, “Il<br />

Popolo”, 15.1.1954 - p. 2, col. 2-3-4-5-6<br />

Il Teatro dell’Opera ha ricordato il maestro Riccardo Zandonai con una pregevole esecuzione de “I <strong>cavalieri</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>” che tornano fra noi dopo lunga assenza. Il pubblico romano si è mostrato lieto <strong>di</strong> questo nuovo<br />

incontro con l’opera del maestro trentino ed ha applau<strong>di</strong>to con entusiasmo ad ogni atto. Accoglienza festosa<br />

dunque, che rende impenetrabile il fitto mistero sull’ostinato oblio cui è stata tenuta per lungo tempo la<br />

partitura.<br />

Il suo lento cammino per i teatri nazionali sembra quasi l’espiazione <strong>di</strong> una colpa che può ravvisarsi nella<br />

ricchezza dei valori espressivi che l’opera racchiude.<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tanti anni dalla sua nascita, la partitura conserva inalterati tali valori con la vitalità, la<br />

freschezza melo<strong>di</strong>ca e l’impeto drammatico. Quel linguaggio zandonaiano del quale molto si è parlato e<br />

<strong>di</strong>scusso, ancora oggi tende i fili <strong>di</strong> una curiosa polemica.<br />

“I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>” segna una svolta importante nella produzione lirica <strong>di</strong> Zandonai.<br />

Il lavoro <strong>di</strong> rinobilitamento del melodramma verista, così felicemente iniziato dal maestro con la “Conchita”<br />

– e che in “Francesca da Rimini” assume aspetti <strong>di</strong> singolare significazione – trova ne “I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>” la<br />

più brillante affermazione. L’opera perviene a una nuova e significativa conquista. Il raggiungimento degl’ideali<br />

fortemente e appassionatamente sognati dall’artista, premiano la sua nobile fatica.<br />

Inseritosi nella scala dei valori dei gran<strong>di</strong> operisti italiani senza allontanarsi dal solco tracciato, Zandonai, nel<br />

tradurre personali concezioni, procede ar<strong>di</strong>tamente verso la méta desiderata, con una musicalità pulsante, satura<br />

<strong>di</strong> emozioni, ricca <strong>di</strong> fioriture suggestionanti.<br />

Con “I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>” la produzione melodrammatica <strong>di</strong> Zandonai riceve nuovo impulso, prende più<br />

ampio respiro umano e, collocatosi in una linea <strong>di</strong> grande nobiltà, segna – si è detto – nuovi confini sul piano<br />

dell’opera lirica.<br />

Gli schemi in uso apparivano ormai logori: bisognava sostituirli con mezzi modernizzati. Il vecchio<br />

“mannequin” balbuziava: occorreva mo<strong>di</strong>ficarne la <strong>di</strong>segnatura e rinvigorirne il linguaggio.<br />

L’ansia <strong>di</strong> scoprire un mondo nuovo s’era fatta bruciante.<br />

Incappato nella lettura delle avventure romantiche <strong>di</strong> “Giosta Berling”, singolare tipo <strong>di</strong> libero pensatore, il<br />

maestro si sentì preso come in una rete <strong>di</strong> lusinghe.<br />

I pittoreschi luoghi nor<strong>di</strong>ci lo esaltarono. Le figure simboliche che vagano per questi luoghi eccitarono la sua<br />

fantasia. Il desiderio <strong>di</strong> dare palpito umano a queste figure costituiva il tema assillante, la prevalente ragione<br />

della vita del compositore. Il suo spirito si placò quando dalla rinver<strong>di</strong>ta fantasia scaturirono nuove creazioni.<br />

Zandonai seppe, con felici proce<strong>di</strong>menti, fondere e armonizzare il sentimento e il carattere nor<strong>di</strong>co con il<br />

gusto e la sensibilità latina. Senza formalizzarsi nella documentazione <strong>di</strong> un folclore <strong>di</strong> maniera, è riuscito a dare<br />

alla sua musica un vigore lirico <strong>di</strong> ampio respiro umano.<br />

I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>/46

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