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14 I cavalieri di Ekebù - Biblioteca civica di Rovereto

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melo<strong>di</strong>ci, in cui le idee dello Zandonai si rivelano animate da un ardore passionale più vivo e intenso,<br />

presentano qualche riflesso <strong>di</strong> tendenze musicali non nuove: ma egli le esprime con linguaggio suo proprio, e sa<br />

loro imprimere potenzialità emotiva con mezzi suoi: non si può negare che i <strong>di</strong>aloghi d’amore tra Anna e Giosta<br />

cominciano a sembrare un po’ troppi.<br />

Il quarto atto si inizia con i lamenti e le rampogne del popolo stremato dalla carestia, cagionata dalla incuria,<br />

dalla <strong>di</strong>ssipazione dei <strong>cavalieri</strong>, i quali, partita la Comandante, hanno abbandonato il lavoro immergendosi nelle<br />

gozzoviglie: e qui sembra u<strong>di</strong>re sorgere dalle voci della folla e dal substrato strumentale un’eco lontana delle<br />

in<strong>di</strong>menticabili lamentazioni del popolo nel “Boris” del Mussorgski. Ma Giosta giura che la Comandante sarà<br />

fatta tornare e sarà ripreso il lavoro e la vita rifiorirà: i Cavalieri giungono e vanno alla ricerca della forte donna,<br />

e Cristiano impone a Giosta <strong>di</strong> rimanere per consolare e sostenere sua moglie: cosicché ne scaturisce un altro<br />

duo fra Giosta ed Anna, in cui risorgono le sensazioni che già animarono le precedenti scene d’amore. Ma<br />

quando Anna sta per lasciare il marito si odono voci che si avvicinano annunziando il ritorno della Comandante:<br />

la forte donna ha ottenuto il perdono materno ed ha voluto rivedere <strong>Ekebù</strong> per morirvi, dopo aver reso la vita<br />

alla vecchia sua terra, alle ferriere; eccola: essa lega in eterno i cuori <strong>di</strong> Anna e <strong>di</strong> Giosta; e, salutata dal fragore<br />

delle incu<strong>di</strong>ni e del maglio enorme, che significa la resurrezione del lavoro e della vita, muore serenamente,<br />

mentre la canzone dei Cavalieri prorompe con magnifica sonorità.<br />

Il maglio cade ancora, nel silenzio, in onore della Comandante spenta: e il velario si chiude rapidamente.<br />

***<br />

Il nuovo spartito è nel complesso degno fratello delle precedenti opere <strong>di</strong> Riccardo Zandonai: vi si conferma<br />

la straor<strong>di</strong>naria abilità tecnica del maestro, la sicura padronanza <strong>di</strong> ogni risorsa tendente alla migliore<br />

estrinsecazione scenica; e in pari tempo vi si rivela una tendenza ad una più larga vena melo<strong>di</strong>ca, che, se pur<br />

non sempre originalissima nel fondo, si atteggia però con notevole senso personale nella elaborazione: e se il<br />

temperamento del musicista lo induce ad insistere in espressioni che tendono al conseguimento <strong>di</strong> effetti<br />

imme<strong>di</strong>ati più che alla rivelazione dell’intima essenza <strong>di</strong> sentimenti indagati con profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> analisi, la<br />

sincerità del <strong>di</strong>scorso musicale <strong>di</strong>mostra come egli intenda conseguire una purificazione ed elevazione dell’arte<br />

sua, che gli fa onore.<br />

***<br />

La esecuzione che hanno avuto al Costanzi “I Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>” è degna della massima lode: ed anche per<br />

questo spartito il primo nome da farsi è quello <strong>di</strong> Edoardo Vitale, che lo ha concertato e interpretato con vero<br />

amore ed alta intelligenza, riuscendo a dare una ammirabile sensazione <strong>di</strong> unità ad un lavoro così vario, spezzato<br />

e <strong>di</strong>ffuso, pur curando con acutezza e <strong>di</strong>ligenza eccezionali ogni minimo particolare. Francesco Merli ha<br />

impersonato il <strong>di</strong>fficile personaggio <strong>di</strong> “Giosta” con molta arte, facendo ammirare la bellezza dei suoi mezzi<br />

vocali adoperati con sicura abilità; Maddalena Bugg è stata una eccellente “Anna”: è questa una parte che si<br />

adatta più <strong>di</strong> ogni altra alla sua voce, al suo temperamento; Sara Sadun ha eseguito con grande impegno la parte<br />

<strong>di</strong>fficoltosa della “Comandante”; ottimo “Cristiano” è riuscito Taurino Parvis, per voce robusta e intelligente<br />

interpretazione; lodevoli Alga [sic] De Franco, Teofilo Dentale, Vittorio Julio; le ben riuscite schiere dei<br />

Cavalieri, tra cui il Nar<strong>di</strong>, il Pellegrini [sic], De Petris, Uxa; e delle fanciulle, tra cui la Tesorieri, la Lauri, la<br />

Benincori, la Caputo. Ottima l’orchestra, e sopra tutto eccellente Oscar Zuccarini, violino solista; assai efficace<br />

e sicuro il coro istruito dal maestro Consoli: lodevoli gli scenari e gli abbigliamenti.<br />

La cronaca della serata porta: al primo atto un applauso al Merli e scena aperta, e sette chiamate alla fine <strong>di</strong><br />

cui cinque allo Zandonai ed al Rossato; al secondo atto applausi a scena aperta alla Bugg e sei alla fine <strong>di</strong> cui<br />

cinque agli autori; al terzo, nei due quadri, nove chiamate delle quali sei allo Zandonai; al quarto otto chiamate<br />

<strong>di</strong> cui quattro all’autore: cogli esecutori sono apparsi il maestro Vitale, festeggiatissimo, ed anche i maestri<br />

Consoli e Ricci.<br />

248<br />

Guido Sommi, La prima dei “Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>”, “L’Impero”, 29.3.1925 - p. 3, col. 1-2-3-4<br />

La sala del Costanzi era invasa ier sera da quel senso <strong>di</strong> febbrile attesa che precede sempre la prima <strong>di</strong><br />

un’opera nuova, specie quando essa è l’ultima creazione <strong>di</strong> un musicista quale Zandonai, che ha dato già alla<br />

scena lirica italiana melodrammi riusciti in un certo senso, pieni <strong>di</strong> musicalità e <strong>di</strong> genio, tecnicamente costruiti<br />

con sapiente e sicurissima mano.<br />

Teatro vibrante dunque, elegantissimo, contenente quanto <strong>di</strong> intellettuale, <strong>di</strong> mondano, <strong>di</strong> politico e <strong>di</strong><br />

artistico offre Roma capitale, fervida amica <strong>di</strong> tutte le manifestazioni artistiche italiane.<br />

Quando Edoardo Vitale giunge sul po<strong>di</strong>o e la sala si spegne, il Costanzi si fa silenzioso [ed] attento, pronto<br />

ad ascoltare, a giu<strong>di</strong>care e a applau<strong>di</strong>re. E i Cavalieri <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong> hanno inizio.<br />

Il libretto<br />

I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>/4

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