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14 I cavalieri di Ekebù - Biblioteca civica di Rovereto

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Al primo atto siamo in una radura nevosa. È sera. Giosta Berling, prete sconsacrato perché de<strong>di</strong>to al vino,<br />

erra vagabondo, accasciato dai fumi dell’alcool e moralmente <strong>di</strong>sfatto per essere stato scacciato dalla chiesa.<br />

Deliberato a finirla con la vita, si arresta a spendere le ultime sue monete chiedendo ancora dell’acquavite. Dopo<br />

un breve <strong>di</strong>alogo con l’ostessa, sopraggiunge, annunziato dalle sonagliere, Sintram, essere strano che molti<br />

credono sia il <strong>di</strong>avolo. Giosta, mezzo ubbriaco, lo scambia per Belzebù, vuol vendergli l’anima; Sintram gli<br />

getta alcune monete perché beva ancora e si danni e si ammazzi. Scompare. Salgono la collina le fanciulle che<br />

vanno al Castello per la festa della notte <strong>di</strong> Natale, guidate da Anna, la bella figlia <strong>di</strong> Sintram, la quale<br />

scorgendo Giosta buttato in mezzo alla neve vorrebbe indugiarsi presso <strong>di</strong> lui, ma è condotta via dalle<br />

compagne.<br />

Qui il M° Zandonai schizza un quadretto lirico <strong>di</strong> una freschezza sinuosa che rompe l’atmosfera caliginosa.<br />

Entra la Comandante delle miniere e del Castello <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>, energica e maschia figura <strong>di</strong> vecchia che,<br />

scorgendo Giosta condannato a morire sulla neve, decide <strong>di</strong> salvarlo ad ogni costo. Ella racconta le vicende<br />

buone e cattive della sua vita, mentre Giosta racconta la triste sua storia per cui è deciso a morire. Ma la<br />

Comandante, rievocando la figura <strong>di</strong> Anna che egli potrebbe rivedere la stessa notte nel suo castello, lo persuade<br />

a vivere.<br />

Il duetto tra i due procede vivo e serrato, avvolto da un’onda lirica scorrevole che si eleva in certi punti in<br />

frasi melo<strong>di</strong>che <strong>di</strong> ampio respiro attraverso le quali il maestro vuole e riesce a delineare i due caratteri.<br />

Sopraggiunge la matta compagnia dei Cavalieri cantando la loro spensierata canzone, <strong>di</strong> ottimo sapore<br />

popolare.<br />

La Comandante presenta loro Giosta, il poeta del Warmland, nuovo cavaliere. Essi lo salutano con il loro<br />

grido <strong>di</strong> esultanza: “Heissan! Heissan!” mentre da lontano traversa la strada Sintram lanciando la sua risata<br />

sarcastica.<br />

***<br />

Al secondo atto siamo nella sala del Castello <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong> in festa.<br />

Si prepara la recita <strong>di</strong> una comme<strong>di</strong>a. Anna triste si abbiglia circondata dalle fanciulle. La scena è resa<br />

maggiormente spigliata da un fresco motivo, semplicissimo, in tempo tre ottavi sulla luminosa tonalità <strong>di</strong> mi<br />

maggiore.<br />

Si ode il rumoreggiare della folla che attende fuori del Castello e, da lungi, la canzone dei Cavalieri che<br />

stanno per giungere.<br />

Dopo <strong>di</strong> che le fanciulle, fattesi coraggio, strappano Anna a Sintram, lo spingono via ed aprono le porte alla<br />

folla ed ai Cavalieri, i quali irrompendo nella sala accolgono poi gioiosamente il nuovo cavaliere Giosta, che<br />

entra al braccio della Comandante.<br />

L’effetto corale, con il rincorrersi dei vari motivi affidati ai singoli gruppi, è ottimo e rivela nell’autore una<br />

perizia non comune senza cacciarsi, per questo genere polifonico vocale, nei banchi della scuola.<br />

Interessante la musica della presentazione dei Cavalieri, fatta dal Capitano Cristiano a Giosta, con la quale il<br />

M° Zandonai sottolinea e caratterizza assai felicemente i vari personaggi.<br />

Il nuovo cavaliere è designato a recitare nel teatrino del castello la comme<strong>di</strong>a con Anna, che contiene una<br />

scena d’amore. Anna è riluttante, ma è lasciata alcuni momenti sola con Giosta il quale le ripete il suo antico<br />

amore che può solo re<strong>di</strong>merlo. Ella piangente lo respinge: è un maledetto! Tutti ora rientrano e la<br />

rappresentazione incomincia.<br />

Siamo al momento più saliente dell’atto: il duetto d’amore che l’autore ha costruito solidamente affidando ai<br />

due protagonisti frasi <strong>di</strong> alata fattura, armonizzate magistralmente con la musica grottesca eseguita dai <strong>cavalieri</strong> i<br />

quali con i loro strumenti <strong>di</strong>sposti in orchestrina accompagnano il canto sulla scena.<br />

La scena tra i due finisce con un lungo bacio: Anna ammaliata dalle infocate parole d’amore dette da Giosta<br />

cede e si abbandona tra le sue pagine [!]; qui scoppia l’uragano: Sintram, entrato silenzioso nella sala, balza su<br />

un tavolo e giura, urlando, vendetta contro la Comandante e contro i Cavalieri.<br />

La Comandante colpita da un triste presagio impone a Giosta <strong>di</strong> ricondurre quella notte stessa Anna alla casa<br />

paterna.<br />

***<br />

Il terzo atto è <strong>di</strong>viso in due quadri: nel primo siamo nella fucina del Castello <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>; si fa baldoria dai<br />

Cavalieri, riuniti a cena per celebrare la notte <strong>di</strong> Natale. Un punto qui ci piace segnalare: il canto del <strong>cavalieri</strong>:<br />

una nenia nor<strong>di</strong>ca, che è fatta <strong>di</strong> nostalgia e <strong>di</strong> aspirazione alla bontà.<br />

È un canto semplice, schietto, denso <strong>di</strong> colorito con interlu<strong>di</strong> <strong>di</strong> violino: una delle pagine più belle scritte<br />

dallo Zandonai.<br />

***<br />

L’opera si chiude con un quadro su uno sfondo denso <strong>di</strong> umanità.<br />

Le fucine sono deserte; la folla affamata per la carestia che regna in paese dopo la cacciata della<br />

Comandante, implora che questa torni a dare lavoro e prosperità. Appare Giosta il quale giura che la<br />

Comandante tornerà. Eccola, sorretta dai Cavalieri che l’hanno trovata morente per via. Essa vuole che la vita<br />

I <strong>cavalieri</strong> <strong>di</strong> <strong>Ekebù</strong>/30

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