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EDIZIONE STRAORDINARIA - Radio Radicale

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16<br />

AGENDA COSCIONI - <strong>EDIZIONE</strong> <strong>STRAORDINARIA</strong><br />

CAPITOLO 7<br />

Gli anni ’70:<br />

la rivoluzione dei diritti civili<br />

Obiezione di coscienza al servizio militare, divorzio, aborto, voto ai diciottenni, diritti dei<br />

transessuali, depenalizzazione delle droghe: il movimento radicale e referendario dei<br />

diritti civili ottiene importanti conquiste sociali già dalla fine degli anni ’60. E potrebbe<br />

dilagare. Eutanasia, abolizione del Concordato, abolizione dei manicomi, diritti delle<br />

persone omosessuali: le “riforme tabù” di oggi erano già mature 30 anni fa.<br />

Fino al 1978, in<br />

Italia l’aborto è<br />

considerato un<br />

reato, punito dal<br />

codice penale fra i<br />

“Delitti contro la<br />

integrità e la sanità<br />

della stirpe”.<br />

Il riconoscimento<br />

dell’obiezione di<br />

coscienza e l’abolizione<br />

dei Tribunali militari<br />

Il riconoscimento legislativo dell’obiezione di coscienza<br />

viene introdotto in Italia dopo che per vent’anni<br />

gli obiettori, con i radicali in prima linea, affrontano<br />

detenzioni, processi e condanne per affermare<br />

il principio morale civile o politico di non<br />

collaborare con gli eserciti. Dall’arresto dei fratelli<br />

Strik Lievers nel ’66 alla lunga carcerazione di Roberto<br />

Cicciomessere, vice-segretario del Pr, e di<br />

molti altri obiettori, è solo grazie a questa lotta che<br />

si arriva nel 1972 alla legge sull’obiezione di coscienza<br />

(la cosiddetta “Legge Marcora”) che, pur<br />

mantenendo alcune discriminazioni superate solo<br />

successivamente, permette di optare per il servizio<br />

civile sostitutivo obbligatorio. La lotta per l’obiezione<br />

di coscienza è anche lotta contro l’incostituzionalità<br />

dei tribunali militari. Con la legge 180<br />

del 7 maggio 1981 viene approvata una profonda<br />

riforma dell'ordinamento giudiziario militare di<br />

pace, che assimila i tribunali militari a quelli ordinari,<br />

sottoponendoli sostanzialmente alla stessa disciplina.<br />

Durante il processo a Cicciomessere la difesa eccepisce<br />

l’incostituzionalità dei Tribunali militari.<br />

L'istituzione giudiziaria militare è infatti espressione<br />

di un più generale atteggiamento di resistenza<br />

nei confronti della Costituzione. Inoltre il diritto<br />

civile all'obiezione di coscienza non è ancora riconosciuto<br />

nell’ordinamento giuridico, a differenza<br />

di quanto accade negli altri paesi democratici.<br />

Questa situazione determina la violazione del principio<br />

di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.<br />

Il procedimento penale, originato dalla disobbedienza<br />

civile di Cicciomessere e degli altri radicali,<br />

diviene “processo alla legge”, pubblica denuncia<br />

dello “scandalo” di un vulnus al dettato costituzionale.<br />

Le disobbedienze civili di massa condizionano in<br />

maniera decisiva l’attività parlamentare. L’azione<br />

radicale si pone sempre come “urgenza” e “necessità”<br />

rispetto all’immobilismo del legislatore. Avendo<br />

come riferimento la scala dei valori e degli interessi<br />

tutelati e riconosciuti dal nostro ordinamento,<br />

essa esprime la necessità di assicurare i valori<br />

fondamentali riconosciuti dalla Costituzione. In<br />

questo senso, La disobbedienza civile cessa di essere<br />

resistenza al potere, per divenire iniziativa politica<br />

democratica.<br />

In seguito, altri due segretari radicali Jean Fabre e<br />

Olivier Dupuis – entrambi belgi – saranno processati<br />

e condannati nel loro paese, fino all’estensione<br />

completa del diritto all’obiezione nell’ambito<br />

europeo.<br />

Aborto, da reato<br />

di massa a legge dello<br />

Stato. Come evitare<br />

i referendum<br />

Fino al 1978, in Italia l’aborto è considerato un reato,<br />

punito dal codice penale fra i “Delitti contro la<br />

integrità e la sanità della stirpe”. All’inizio degli anni<br />

’70, gli aborti clandestini sono un fenomeno assai<br />

diffuso (alcune stime registrano da uno a due<br />

milioni di casi all’anno) e la questione si pone ormai<br />

come un problema sociale e di massa. Già dal<br />

1973 l’aborto diventa un tema centrale nell’azione<br />

politica dei Radicali, che insieme al Movimento<br />

per liberazione della donna (Mld) promuovono<br />

azioni di disobbedienza civile.<br />

Nell’autunno del ’74 Adele Faccio annuncia la costituzione<br />

del “Centro informazione sterilizzazione<br />

e aborto” (Cisa) con sede a Milano e consultori<br />

in tutta Italia, dove si pratica l’aborto a titolo praticamente<br />

gratuito. Questa disobbedienza civile<br />

prosegue per circa un anno, fino al 9 gennaio<br />

1975, quando i carabinieri fanno irruzione in una<br />

clinica di Firenze, arrestando il ginecologo Giorgio<br />

Conciani e i suoi assistenti e denunciando le<br />

oltre 40 donne presenti. Il 13 gennaio viene arrestato<br />

il segretario del Pr, Gianfranco Spadaccia,<br />

successivamente saranno arrestate Adele Faccio ed<br />

Emma Bonino.<br />

Il 18 febbraio la Corte costituzionale dichiara parzialmente<br />

illegittima la norma penale che punisce<br />

il procurato aborto. Il 25 marzo in tutta Italia i Carabinieri<br />

interrogano gli autori delle auto-denunce,<br />

violando il codice di procedura e il diritto alla difesa.<br />

Il 15 aprile parte in tutta Italia la raccolta delle<br />

firme. Si riescono a raccogliere per la prima volta le<br />

firme necessarie, che alla fine saranno 750.000. In<br />

ottobre il Cisa ha sedi sparse in molte città italiane.<br />

Loris Fortuna rassegna le dimissioni da deputato,<br />

in polemica con il compromesso Dc-Pci sull’aborto.<br />

Il 25 febbraio ‘76 Emma Bonino presenta il bilancio<br />

di un anno di attività del Cisa: sono stati eseguiti<br />

10.141 interventi. Nei mesi di settembre e ottobre<br />

dilaga la campagna di disobbedienza civile<br />

in tutta Italia, con interventi pubblici di aborto.<br />

Con le elezioni anticipate nel ’76, il referendum<br />

slitta al ’78, insieme agli altri quattro sopravvissuti<br />

– degli 8 presentati – al giudizio della Corte costituzionale:<br />

Commissione inquirente, legge manicomiale,<br />

finanziamento dei partiti e legge Reale<br />

(ordine pubblico). Per evitare a tutti i costi lo<br />

scontro sull’aborto, viene varata a maggio la legge<br />

194, frutto di un compromesso fra Dc e Pci.<br />

Questo partito è il vero “padrino” della legge, che<br />

contiene alcune pesanti limitazioni. In cambio di<br />

queste restrizioni, alcuni parlamentari Dc si assentano<br />

al momento del voto, per garantire l’approvazione.<br />

I deputati radicali votano contro, reclamando<br />

una legge più liberale, fondata sul principio<br />

di autodeterminazione della donna, che<br />

ispirerà il referendum abrogativo parziale del<br />

1981.<br />

I radicali votano contro anche la nuova legge 180<br />

sui trattamenti psichiatrici, concepita assai più<br />

nella fretta di evitare il referendum che per un autentico<br />

impegno riformatore. Nel motivare la sua<br />

opposizione, Pannella prevede facilmente che i<br />

malati che si ritroveranno abbandonati a se stessi<br />

e alle famiglie. La Commissione inquirente, grande<br />

insabbiatrice di scandali per lunghi decenni, è<br />

fatta oggetto di una pseudo-riforma puramente<br />

nominale, che ne lascia sostanzialmente intatto<br />

l’impianto. Per approvare tutte queste leggi in così<br />

poco tempo, le Commissioni parlamentari si<br />

riuniscono in sede legislativa contemporaneamente<br />

all’Aula, rendendo fisicamente impossibile<br />

la presenza dei soli quattro deputati radicali.<br />

Le riforme<br />

di liberazione<br />

sessuale “GLBT”<br />

All’inizio degli anni ’70, alle persone omosessuali<br />

è negata la dignità, la piena cittadinanza, spesso<br />

la stessa possibilità di vita, se non a costo di autocensura,<br />

negazione e inganno. La questione omo-<br />

Il riconoscimento<br />

legislativo<br />

dell’obiezione di<br />

coscienza viene<br />

introdotto in Italia<br />

dopo che per<br />

vent’anni gli<br />

obiettori, con i<br />

radicali in prima<br />

linea, affrontano<br />

detenzioni,<br />

processi e<br />

condanne per<br />

affermare il<br />

principio morale<br />

civile o politico di<br />

non collaborare<br />

con gli eserciti.<br />

1972:Cicciomessere, giovane, tra due carabinieri, durante il suo processo per renitenza alla leva. Condannato a<br />

tre mesi e tre giorni, imprigionato, grazie alla sua azione, insieme a quella di altri obiettori di coscienza radicali, nel<br />

1972 fu approvata in Italia la legge che istituiva il servizio civile.

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