EDIZIONE STRAORDINARIA - Radio Radicale
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AGENDA COSCIONI - <strong>EDIZIONE</strong> <strong>STRAORDINARIA</strong><br />
loro: uno per la Camera dei deputati, un altro<br />
per il Senato della Repubblica, un altro ancora<br />
per gli italiani all'estero.<br />
La legge, che è la pietra tombale al sistema elettorale<br />
maggioritario, voluto dagli elettori con un<br />
referendum nel 1993, contiene una clausola grazie<br />
alla quale, di fatto, tutti i partiti sono liberati<br />
dall’onere di raccogliere le firme, al contrario di<br />
quanto avveniva con la legge precedente; tutti<br />
tranne uno: la Rosa nel Pugno, la forza politica<br />
nata dall'unione tra Radicali e Socialisti. Questo<br />
nonostante lo Sdi, uno dei due soggetti costituenti,<br />
disponga di ben diciassette parlamentari<br />
nazionali e di quattro al Parlamento europeo e i<br />
radicali dispongano di due parlamentari europei;.<br />
I Radicali e i Socialisti della Rosa nel Pugno sono<br />
così costretti a raccogliere 180mila firme in<br />
tutta Italia, e la raccolta di firme deve essere fatta<br />
sulle liste dei candidati; il che significa dover<br />
presentare i propri candidati quasi un mese prima<br />
rispetto agli altri partiti, per poter poi raccogliere<br />
le firme sulle liste chiuse. Una disparità,<br />
che pregiudica la stessa effettiva “legittimità del<br />
voto”. Gli avversari politici esentati dalla raccolta<br />
firme possono infatti definire le loro liste anche<br />
all’ultimo momento, e conoscere in anticipo<br />
chi sarà il candidato di quelle liste obbligate<br />
alla raccolta di sottoscrizioni; hanno così la possibilità<br />
di scegliere i candidati più appropriati da<br />
opporre nei diversi collegi.<br />
Il Senato respinge tutti gli emendamenti migliorativi<br />
al decreto: quelli sulla raccolta delle firme<br />
per la presentazione del simbolo; e quelli che<br />
propongono di raccogliere le firme solo sul simbolo<br />
e non anche sui candidati. Camera e Senato<br />
inoltre respingono la mozione che chiede al<br />
Governo un nuovo decreto o, almeno, un’interpretazione<br />
autentica della norma sulle modalità<br />
di presentazione delle liste, per eliminare la discriminazione<br />
ai danni della Rosa nel Pugno. Il<br />
Governo si dichiara contrario a entrambe le richieste.<br />
La mozione è respinta con soli 11 voti di<br />
scarto.<br />
Elezioni politiche<br />
2006, dall’applicazione<br />
all’interpretazione<br />
della legge: 8 senatori<br />
nominati al posto di<br />
quelli legittimamente<br />
eletti<br />
Nel corso delle elezioni del 2006 per il rinnovo<br />
del Senato quattro uffici elettorali regionali - Piemonte,<br />
Lazio, Campania e Puglia - decidono di<br />
interpretare la legge elettorale applicando una<br />
inesistente soglia del 3%; alterando il risultato<br />
elettorale e nominando 8 senatori al posto di<br />
quelli legittimamente eletti.<br />
Il ministro degli interni pro tempore Giuliano<br />
Amato, in Parlamento riferisce: “Il Ministero degli<br />
Interni...non ha emanato alcuna direttiva o<br />
istruzione o documento interpretativo della legge<br />
elettorale; ha semplicemente assolto ad un<br />
compito - che ha di fatto perché nessuna legge<br />
glielo attribuisce - che è quello della predisposizione<br />
del modello di verbale per gli uffici elettorali<br />
regionali che per tradizione viene fatto dal<br />
Ministero degli Interni così come, per tradizione,<br />
il Ministero degli Interni comunica oralmente<br />
i risultati delle elezioni accertati in via provvisoria<br />
e che provvisori rimangono perché poi i risultati<br />
veri delle elezioni sono quelli che vengono<br />
forniti dagli uffici regionali e, nel caso della Camera,<br />
dall’Ufficio Circoscrizionale Centrale.<br />
Ora, è vero peraltro che il modulo predisposto<br />
dal Ministero degli Interni era costruito in modo<br />
da presupporre l’interpretazione della legge elettorale<br />
alla quale Lei ha fatto riferimento e che Lei<br />
non condivide. Questa interpretazione del resto<br />
il Ministero l’ha enunciata in vario modo ma<br />
non attraverso una direttiva ed è un’interpretazione<br />
in base alla “ratio” complessiva della legge<br />
che l’ha portato a ritenere in via analogica applicabile<br />
anche al Senato il riferimento alle sole liste<br />
che avessero superato lo sbarramento anche nel<br />
caso di conseguimento del premio di maggioranza.<br />
Questi sono i fatti. Se vuole sapere la mia<br />
opinione, è anche possibile che se io fossi stato<br />
allora Ministro degli Interni avrei discusso con<br />
l’Amministrazione questa interpretazione perché<br />
personalmente tendo a ritenere che l’applicazione<br />
analogica in questa materia sia molto opinabile<br />
quando si risolva in limiti a diritti politici<br />
fondamentali e qui un limite all’elettorato passivo<br />
ha finito per essere imposto per interpretazione<br />
analogica in una situazione nella quale un<br />
emendamento noto del Senatore Mancino al Senato<br />
per specificarlo era stato respinto. Sappiamo<br />
che era stato respinto per evitare che la legge<br />
tornasse alla Camera, ma era stato respinto e<br />
questo sull’interpretazione pesa.”<br />
La Giunta delle elezioni del Senato per tutta la<br />
durata della procedura si muove all’unanimità,<br />
ad eccezione del senatore Manzione, che il 5 luglio<br />
è nominato relatore per la Regione Piemonte.<br />
L’11 ottobre, relazionando alla Giunta, Manzione<br />
propone di costituire un Comitato inquirente,<br />
incaricato di svolgere alcuni adempimenti<br />
istruttori. In sette sedute svoltesi tra novembre e<br />
dicembre 2006, tali adempimenti si sono articolati<br />
nelle audizioni dei professori Giuliano Vassalli,<br />
Fulco Lanchester, Mario Patrono, Massimo<br />
Luciani, Antonio Agosta e Stefano Ceccanti,<br />
nonché nell’audizione del presidente dell’Ufficio<br />
elettorale regionale del Piemonte, dottor