EDIZIONE STRAORDINARIA - Radio Radicale
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AGENDA COSCIONI - <strong>EDIZIONE</strong> <strong>STRAORDINARIA</strong><br />
CAPITOLO 11<br />
Dissesto idrogeologico,<br />
distruzione dell’ambiente<br />
Le case polverizzate dal terremoto in Abruzzo, sotto le quali muoiono 300 persone,<br />
dopo quelle dei terremoti immediatamente precedenti di Assisi (Umbria) e di San<br />
Giuliano di Puglia (Molise) ci consegnano l’immagine emblematica di un paese incapace<br />
a governare la fragilità del suo territorio, sismico al 75%, su cui insistono almeno 80mila<br />
edifici pubblici da consolidare, 22mila scuole in zone a rischio, di cui ben 9mila prive di<br />
basilari criteri di sicurezza.<br />
Un paese vulnerabile<br />
Esemplare la<br />
vicenda di<br />
Napoli, la<br />
provincia più<br />
densamente<br />
popolata d’Italia,<br />
con ben 2 aree<br />
vulcaniche - la<br />
vesuviana e la<br />
flegrea - ad alto<br />
rischio<br />
permanente, che<br />
oggi si trova in<br />
una condizione<br />
letteralmente<br />
schizofrenica: da<br />
un lato piani di<br />
evacuazione,<br />
dall’altro piani di<br />
ulteriore sovraurbanizzazione,<br />
come l’Ospedale<br />
del Mare in<br />
costruzione<br />
nell’area<br />
vesuviana ad alto<br />
rischio, collocato<br />
nell’area “gialla”<br />
cioè da evacuare<br />
in caso di evento<br />
vulcanico o<br />
sismico.<br />
Un problema, quello della vulnerabilità degli edifici,<br />
che non riguarda solo quelli storici o quelli<br />
pubblici, ma i milioni di vani dell’edilizia residenziale<br />
post-bellica, priva di qualità e non antisismica,<br />
costruiti nel corso dell’immensa e irresponsabile<br />
espansione urbana che ha invaso l’Italia negli<br />
ultimi 60 anni, in gran parte ignorando le norme<br />
antisismiche. Eppure, dei 60 milioni di italiani,<br />
oltre la metà oggi vive in aree soggette ad alluvioni,<br />
frane e smottamenti, terremoti, fenomeni<br />
vulcanici. Almeno il 60 per cento dei comuni<br />
italiani è a rischio idrogeologico molto elevato,<br />
mentre il 67% si trova in zona sismiche. Un recente<br />
studio dell’Agenzia europea per l’ambiente<br />
ha documentato un progressivo aumento di catastrofi<br />
naturali in Italia, con una vertiginosa impennata<br />
a partire dall’inizio degli anni ’90. Terremoti,<br />
fenomeni vulcanici, frane e alluvioni, dal<br />
1998 si stanno verificando con una frequenza tale,<br />
da rendere il nostro Paese tra quelli a più alto rischio<br />
di catastrofi ambientali. Oggi il 38% delle<br />
vittime di alluvioni in Europa sono italiane, con<br />
gravi costi - non solo in termini di vite umane - per<br />
la collettività nazionale.<br />
Una dissennata<br />
gestione del territorio<br />
Le cause più evidenti sono la diffusa cementificazione<br />
che ha invaso anche aree adibite un tempo<br />
alle piene dei fiumi - con evidenti responsabilità<br />
degli enti locali, che realizzano gli interventi più<br />
contrastanti con un'impostazione di prevenzione,<br />
giocandosi le sorti delle giunte comunali sui piani<br />
urbanistici e sulla destinazione delle aree edificabili<br />
ed una complessiva dissennata gestione del territorio<br />
con deviazioni di fiumi, costruzioni di dighe,<br />
cementificazioni di argini e deforestazioni.<br />
Questo perché l'attenzione dei partiti è concentrata<br />
unicamente sulla realizzazione di opere e sui relativi<br />
finanziamenti. Prova ne è la difficoltà di dotarsi<br />
di norme sulla materia. Solo dopo infruttuosi<br />
tentativi negli anni '50 e '60 e i disastri del Vajont<br />
(1963) e dell'alluvione di Firenze (1966) si arriva<br />
nel 1970 a una legge nazionale (la 966) che definisce<br />
il soccorso e l'assistenza verso le popolazioni<br />
colpite da calamità naturali, affidandone la competenza<br />
al Ministero dell’Interno, legge che per oltre<br />
10 anni resta inattuata, senza che nessuno adotti<br />
i regolamenti necessari ad attrezzare le prefetture.<br />
Dopo i terremoti del Friuli e dell’Irpinia i Radicali<br />
pongono il tema politico di una normativa capace<br />
di affrontare i temi della prevenzione. Da questo<br />
impegno nasce nel 1982 il Dipartimento della