Giampietro Puppi con un gruppo <strong>di</strong> allievi e neolaureati nel 1953 <strong>di</strong> fronte alla scala d'ingresso <strong>di</strong> via Irnerio 46.Dietro a Puppi il compianto Antonio Stanghellini.42numerosi colleghi me<strong>di</strong>ci, fra i quali in particolareUmberto Muscatello.Puppi eÁ stato un grande ed illuminato managerche ha contribuito a far decollare nuoveiniziative in molti campi della ricerca fisica, invirtuÁ della sua abilitaÁ e anche della fortunatacircostanza <strong>di</strong> essere nello stesso tempo <strong>di</strong>rettoredell'istituto e della sezione INFN. Efficaceoratore e docente, chiaro e deciso nellescelte, conciso nel <strong>di</strong>alogo: a Lui, la fisica e nonsolo quella bolognese deve moltissimo!Bibliografia1) U. VALDREÁ ,«BrevestoriadellaSIME:SocietaÁ <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong>Microscopia Elettronica ora SISM)» in: 1956-2006.Cinquanta anni <strong>di</strong> microscopia in Italia tra storia,progresso ed innovazione. SocietaÁ <strong>Italiana</strong> Scienze Microscopiche)2006, pp. 1-17.2) Annuario UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, Anni Accademici 1950-1951 ± 1951-1952, pp. 69, 70.3) G. PUPPI, «Considerazioni sulla fisica italiana», Suppl.Nuovo Cimento 25, Serie X, No 2 1962) 71-76.4) U. VALDRE Á , «Contributo allo sviluppo della microscopiaelettronica», INFM/FM-68/2 1968).U. VALDRE Á , «Electron microscope stage design and applications»,J. Microscopy, 117, Pt. 1 1979) 55-75.
GIAMPIETRO PUPPI E LA SCUOLA DI FISICAALLA FACOLTA Á D'INGEGNERIAANTONIO BERTINDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaANTONIO VITALEDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna e INFN, Sezione <strong>di</strong> BolognaFondazione Giuseppe Occhialini, Fossombrone PU)Il 1960 rappresentoÁ una data importante perl'or<strong>di</strong>ne degli stu<strong>di</strong> delle FacoltaÁ d'Ingegneriaitaliane. I piani <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dell'epoca erano infatticaratterizzati da un biennio propedeutico, de<strong>di</strong>catoprevalentemente allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> materie <strong>di</strong>base, e generalmente svolto presso le FacoltaÁ <strong>di</strong>Scienze Fisiche Matematiche e Naturali, e da unsuccessivo Triennio chiamato anche <strong>di</strong> applicazione)durante il quale veniva impartitauna formazione ingegneristica con contenuti siaa largo spettro sia specialistici. Col rior<strong>di</strong>nodegli stu<strong>di</strong> stabilito nel 1960, il biennio propedeutico,gli insegnamenti corrispondenti e i lorotitolari <strong>di</strong>vennero invece parte integrante delleFacoltaÁ .Le FacoltaÁ d'Ingegneria, <strong>di</strong> fronte a una popolazionestudentesca giaÁ in crescita e all'opportunitaÁ<strong>di</strong> articolare l'offerta formativa innuovi corsi <strong>di</strong> laurea s'era in pieno boom economico)sentirono allora l'esigenza dell'assegnazione,anche alle materie del biennio, <strong>di</strong>cattedre, che allora non esistevano, per gli insegnamentidelle materie <strong>di</strong> base. GiampietroPuppi, scienziato <strong>di</strong> fama internazionale e leaderin<strong>di</strong>scusso della <strong>Fisica</strong> bolognese, giaÁ nel 1960aveva rivolto una precisa istanza in materia allaFacoltaÁ d'Ingegneria del nostro Ateneo.Era tra l'altro imminente la liberalizzazionein<strong>di</strong>scriminata degli accessi alle facoltaÁ universitarieper tutti i <strong>di</strong>plomati da istituti d'istruzionesuperiore: nel bene e nel male, l'eventoavrebbe ra<strong>di</strong>calmente trasformato l'UniversitaÁitaliana da scuola <strong>di</strong> eÂlite a scuola <strong>di</strong>massa, mo<strong>di</strong>ficandone seriamente l'assetto e lapianta organica. Per quanto riguarda le FacoltaÁd'Ingegneria, questo avrebbe significato, dato ilprestigio della laurea corrispondente, un aumentonotevole delle immatricolazioni, e unacrescente necessitaÁ <strong>di</strong> personale docente.Nel 1962 la FacoltaÁ d'Ingegneria <strong>di</strong> Bolognacontava solamente 16 professori <strong>di</strong> ruolo; solo inquell'anno venne comunque ritenuto opportunoaderire alla richiesta <strong>di</strong> Puppi, e la Cattedra per la<strong>Fisica</strong> venne assegnata abbastanza rapidamente.Giampietro Puppi si rendeva sicuramenteconto del fatto che, pur con le <strong>di</strong>scontinuitaÁ elelentezze delle decisioni legislative nei confrontidell'istruzione <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado, il Paeseavrebbe dovuto moltiplicare l'organico universitario,assegnando posti <strong>di</strong> ruolo laÁ dove lapopolazione studentesca maggiormente lo richiedeva.Era dunque importante che la primacattedra<strong>di</strong><strong>Fisica</strong>pressolaFacoltaÁ d'Ingegneria<strong>di</strong> Bologna fosse ricoperta da un Collega <strong>di</strong>particolari qualitaÁ , e Puppi sapeva a chi chiedere<strong>di</strong> assumerne il compito.Quest'uomo, primo professore delle materiedel biennio a entrare nell'organico della FacoltaÁd'Ingegneria dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna, eraPietro Bassi, che vi fu chiamato all'unanimitaÁnel <strong>di</strong>cembre 1962. Il corrispondente verbaledella seduta del Consiglio <strong>di</strong> FacoltaÁ recitava tral'altro: Il Preside illustra la figura, del resto bennota ai Colleghi, del prof. Bassi. Egli, ad unalunga pratica d'insegnamento nell'ambito sperimentale,ambito che specificamente interessala FacoltaÁ d'Ingegneria, unisce un'attivitaÁscientifica <strong>di</strong> primo or<strong>di</strong>ne che ha avuto ed haampio riconoscimento in sede internazionale.Tale attivitaÁ ha posto in evidenza peculiariqualitaÁ <strong>di</strong> raffinato tecnico della sperimentazione,quali ad esempio risultano dalle apparecchiatureda lui costruite e messe a punto alCentro Europeo <strong>di</strong> Ginevra. In tempi successivie recenti il Prof. Bassi si eÁaltresõÁoccupato<strong>di</strong> ricerche inerenti alla utilizzazione dellaenergia nucleare. Per i risultati scientificiconseguiti e la capacitaÁ tecnica <strong>di</strong>mostrata ilProf. Bassi eÁoggi da considerarsi come uno deipiuÁ eminenti fisici sperimentali italiani.Nonostante la sinteticitaÁ e lo stile ministeriale,queste righe rendono perfettamente conto delle43
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