PUPPI E LA FISICA BIOMEDICA ED AMBIENTALEGIUSEPPINA MALTONI GIACOMELLIDipartimento <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna68Conobbi il Professor Puppi verso la fine del1956, a Rochester, N.Y., dove ero approdata conuna borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della AAUW AmericanAssociation of UniversityWomen), con la speranza<strong>di</strong> migliorare le mie limitate conoscenze <strong>di</strong>biologia. Mi ero appena laureata a Bologna nellaprima sessione del nuovo corso <strong>di</strong> laurea inscienze biologiche e capivo che, per fare labiologa, avrei dovuto ampliare il mio poverobagaglio culturale. Inaspettatamente mi si erapresentata l'occasione <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oamericana......e, contro il parere <strong>di</strong> tutti e.....dopo quasi 2 settimane in mare aperto....eroarrivata all'universitaÁ <strong>di</strong> Rochester, dove labiologia era «adulta e l'istologia, campo dellamia tesi <strong>di</strong> laurea, era al top. Rochester era rinomataper la fisica, e i pochi altri italiani checonobbi erano fisici che potevano sperare <strong>di</strong>restare negli USA solo sposando donne americane).Quando, per un congresso <strong>di</strong> fisica, giunse aRochester un gruppo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> maestri italianifra i quali Puppi, gli amici locali mi pregarono <strong>di</strong>invitarli a casa mia, perche ero l'unica ad avere a<strong>di</strong>sposizione una casa, essendo la famigliapresso cui vivevo, spesso lontana per lavoro.Quella sera il Professor Puppi capõÁ il mio totaleimbarazzo e con fare paterno e sorprendentefamiliaritaÁ mi tranquillizzoÁ interessandosi al miolavoro e alle prospettive future, e <strong>di</strong>mostrandosientusiasta delle mie scelte.Lo rivi<strong>di</strong> a Bologna dopo 5 anni e fui sorpresanel constatare che aveva seguito i miei percorsiscientifici e che li riteneva interessanti ancheper l'ambito bolognese. Sapeva che, dopo il miorientro dagli USA, ero stata a Ginevra dove,grazie alla mia buona conoscenza dell'inglese,ero stata accettata presso l'Istituto <strong>di</strong> Fisiologia.Qui avevo lavorato con il gruppo che cercava <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare l'area cerebrale responsabile dell'insorgeredell'ebbrezza usando alcool marcatocon carbonio ra<strong>di</strong>oattivo. Tali meto<strong>di</strong> mostravanonuove aperture per la fisica.....e...nullasfuggiva al Professor Puppi. Al mio rientro aBologna fine del 1961), mi volle incontrare e misorprese con la proposta <strong>di</strong> affidarmi il compito<strong>di</strong> avviare presso il suo Istituto un gruppo <strong>di</strong>«biofisica».Onorata per tanta fiducia, ma conscia dei mieilimiti anche <strong>di</strong> tipo familiare, non trovai il coraggionecessario per accettare tale impegno,peroÁ ammisi che se un gruppo <strong>di</strong> quel tipo fosseesistito mi sarei felicemente aggregata. Il professorecapõÁ le mie <strong>di</strong>fficoltaÁ e mi offrõÁ un'altrapossibilitaÁ . Mi accompagnoÁ nella cantina del suoIstituto dove si era formato un nutrito gruppo <strong>di</strong>ricerca sulla dosimetria delle ra<strong>di</strong>azioni ionizzantiguidato dal Prof. Otello Rimon<strong>di</strong>.Gruppo nato come Laboratorio Ra<strong>di</strong>oisotopi e,recentemente, adottato dal CNEN ComitatoNazionale per l'Energia Nucleare). Si trattava <strong>di</strong>un gruppo altamente inter<strong>di</strong>sciplinare nel qualeun apporto tipicamente biologico poteva essereinteressante. Il Professor Puppi, allora, mi proposecome «assistente straor<strong>di</strong>naria» presso lasua cattedra per aggregarmi a quel gruppo <strong>di</strong>dosimetria, aggiungendo col suo modo elegantementespiritoso) che, da ora in poi, si sarebbepotuto <strong>di</strong>re che «<strong>Fisica</strong> ospitava il CNENper motivi <strong>di</strong> collaborazione».In quel gruppo, scoprii «un mondo nuovo» siadal punto <strong>di</strong> vista scientifico che umano. Vi sirespirava un'aria pluri<strong>di</strong>sciplinare dove ognunogareggiava per allargare il proprio tassello <strong>di</strong>conoscenza.La «collaborazione» aprõÁ anche una nuova viaper «la formazione specialistica» degli operatoriin vari settori <strong>di</strong> applicazione delle ra<strong>di</strong>azioni conparticolare riguardo all'approfon<strong>di</strong>mento degliaspetti ra<strong>di</strong>oprotezionistici. Nel giro <strong>di</strong> pochianni, l'UniversitaÁ riconobbe questo nuovo progettoformativo come «Corso annuale <strong>di</strong> specializzazione»aperto a tutti i laureati in camposcientifico».Il Professor Puppi, vero stimolatore dellecollaborazioni fra universitaÁ ed enti <strong>di</strong> ricerca, siaffezionoÁ molto anche alle nostre attivitaÁ <strong>di</strong>dattichee spesso scendeva in cantina per fare«due chiacchiere» e seguire le nostre programmazioni.Il successo e l'utilitaÁ del nostro lavoro fu riconosciutoanche fuori Bologna e, dopo una
Schema delle dosi da ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti nella nostra vita quoti<strong>di</strong>ana.decina <strong>di</strong> anni, altre universitaÁ ritennero in<strong>di</strong>spensabileavviare una specializzazione in fisicasanitaria sul nostro modello. Ma, per accelerarel'iter burocratico, esse sfruttarono la nuovastruttura del corso <strong>di</strong> laurea in fisica che prevedevaScuole <strong>di</strong> perfezionamento post-laureambiennali. CioÁ , peroÁ , limitava l'accesso ai solilaureati in fisica e, dopo alcuni anni, anche Bolognadovette, suo malgrado, allinearsi.Il sostegno del Professor Puppi fu vitale anchequando, per motivi logistici, il CNEN dovettetrasferirsi. Egli, allora, propose <strong>di</strong> introdurrenel corso <strong>di</strong> laurea in <strong>Fisica</strong> un in<strong>di</strong>rizzo<strong>di</strong> fisica biome<strong>di</strong>ca e sanitaria e appoggioÁgli stu<strong>di</strong> sugli effetti biologici ed ambientali <strong>di</strong>vari agenti fisici.Inizialmente, le cose non furono semplici,spesso anche per pure tra<strong>di</strong>zioni accademichericordo le <strong>di</strong>fficoltaÁ per tenere nascosti i rattinell'Istituto per gli esperimenti sugli effetti delparatormone e poi quelli suggeriti dal prof.Gianfranco Sinigaglia sulle onde elettromagnetiche.......ne <strong>di</strong>menticheroÁ i «sorrisini» deicolleghi quando, per verificare la dose assorbita,simulavamo l'organismo umano con tini pienid'acqua........o quando a Vittorio Pro<strong>di</strong> vennel'idea <strong>di</strong> selezionare le polveri e seguire il percorso<strong>di</strong> quelle submicroscopiche lungo l'alberorespiratorio anche in funzione della carica elettricaassociata......).In effetti, allora, il tutto poteva sembrare unpo' troppo banale per un fisico, ma non per ilProfessor Puppi. Ora, invece, abbiamo la sod<strong>di</strong>sfazione<strong>di</strong> constatare che, stavamo aprendoporte molto importanti per la salute dei lavoratorie della popolazione in generale. Oggi,l'area <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> Biome<strong>di</strong>ca e Ambientale ha inmano lavori <strong>di</strong> grande interesse in molti settorie la Scuola <strong>di</strong> specializzazione in <strong>Fisica</strong>Sanitaria ha «formato» e sta ancora formando eaggiornando tanti operatori sia per il campome<strong>di</strong>co che ambientale.Grazie, Professor Puppi69
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