LA RICERCA SCIENTIFICA E GLI ENTI LOCALIANTONIO LA FORGIACamera dei Deputati, Repubblica <strong>Italiana</strong>70Estratto del <strong>di</strong>scorso pronunciato durantel'«Inter<strong>di</strong>sciplinarySymposium in honour ofGiampietro Puppi», Bologna, 24 ottobre 1988anno del IX centenario dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bologna)Ricerca scientifica ed enti locali: mi rendoconto che al senso comune questo appare unrapporto insussistente se non, ad<strong>di</strong>rittura, pretestuoso.La <strong>di</strong>mensione delle risorse impegnate sullefrontiere della ricerca eÁ ormai tale da richiedereuna pianificazione ed un coor<strong>di</strong>namentosovranazionali. [...] E peroÁ la comunitaÁscientifica non vive solo nei propri congressi e,oggi, lungo i canali delle reti telematiche checollegano centri e laboratori del mondo intero.E se chiamiamo alla memoria i nomi dellegran<strong>di</strong> scuole in cui si consolida il patrimonioscientifico e si riproducono le forze necessariea procedere oltre ve<strong>di</strong>amo che essi sono nomi<strong>di</strong> luogo, <strong>di</strong> cittaÁ . [...] Sembra <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re, insomma,che l'aspirazione universalistica dellacomunitaÁ scientifica poggia con forza su basiterragne: le gran<strong>di</strong> scuole interagiscono conl'ambiente in cui sorgono, lo mo<strong>di</strong>ficano ecreano cosõÁ un habitat specifico che porta illoro segno e che, al tempo stesso, <strong>di</strong>viene illoro proprio habitat. [...] Io ritengo che se ilrapporto tra ricerca scientifica ed enti localiviene pensato e praticato in forme generiche ebanali esso eÁ davvero insussistente o, al piuÁ ,assolutamente marginale. Tutto il contrario seesso viene assunto come cartina <strong>di</strong> tornasoledella qualitaÁ del potere e della amministrazionelocale; come misura della capacitaÁ <strong>di</strong> espressionedella comunitaÁ locale, come sfida allapromozione, allo sviluppo <strong>di</strong> quel comune habitatspecifico entro cui agiscono la comunitaÁlocalee<strong>di</strong>centri<strong>di</strong>cultura,<strong>di</strong>scienzae<strong>di</strong>insegnamento.Quanto sia <strong>di</strong>fficile impegnare quella sfidacredo <strong>di</strong> saperlo. Ma se guardo alla storia recente<strong>di</strong> questa cittaÁ [...] mi sembra <strong>di</strong> trovarealmeno un esempio, una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> comesia possibile impegnarla, quella sfida.Torno in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> oltre trent'anni, ad un febbraiodel 1956 in cui il Consiglio Comunale <strong>di</strong>Bologna «tenuto presente [...] che gli stu<strong>di</strong> sullosfruttamento dell'energia atomica Ð appunto invirtuÁ del loro pacifico in<strong>di</strong>rizzo Ð, mentre da unlato avranno sicuri effetti, <strong>di</strong> una portata beneficaoggi incalcolabile, a favore dello sviluppodell'attivitaÁ industriale, agricola e commercialedella nostra regione, dall'altro avranno notevoliriflessi anche presso le altre facoltaÁ universitariee particolarmente per le scienze applicative eper le scienze naturali che riceveranno ungrande aiuto da un piuÁ forte sviluppo che possaessere dato alla fisica», decideva <strong>di</strong> impegnarela somma <strong>di</strong> 50 milioni all'anno per <strong>di</strong>eci anni «abeneficio dell'Istituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> ``A. Righi'' dell'UniversitaÁ<strong>di</strong> Bologna».Vedo bene che, alla <strong>di</strong>stanza degli anni ed alsenno del poi, quella somma puoÁ apparire risibilea fronte degli impegni attuali. Ma vedo ancheuna sincera ed efficace volontaÁ <strong>di</strong> esprimereuna domanda dei tempi e <strong>di</strong> operare conseguentemente.[...]Stava allora a capo dell'amministrazione civicaun uomo apparentemente facile e cor<strong>di</strong>alema intimamente rigoroso, austero e, forse proprioper questo, capace <strong>di</strong> sentire e <strong>di</strong> interpretarele onde lunghe della cittaÁ . E <strong>di</strong> fronte alSindaco Dozza, ad illustrare i possibili percorsi<strong>di</strong> sviluppo della fisica bolognese, stava appuntoil Professor Puppi, giovane <strong>di</strong>rettore Ð come silegge dai verbali del tempo Ð dell'Istituto Righi.[...]Da allora molto tempo eÁ trascorso e gli annisono stati intensi oltre che numerosi. [...]Parole un tempo univoche nel loro significatopositivo: crescita, sviluppo, progresso, assumonoconnotazioni ambigue, hanno bisogno <strong>di</strong>specificazioni e <strong>di</strong> aggettivi, <strong>di</strong>vengono problematiche.Sorgono problemi morali nuovi e terribili,<strong>di</strong>fficili a formularsi, sino ad ora impensabili, nelmomento in cui l'evoluzione della specie, l'evoluzionedella stessa specie umana potrebbe <strong>di</strong>venireoggetto <strong>di</strong> applicazione delle tecnologiegenetiche. [...]
Ora, la moderna ragione scientifica dovendo,per suo statuto, dubitare <strong>di</strong> tutto non puoÁ dubitare<strong>di</strong> se stessa: se lo facesse inciamperebbe inun fasti<strong>di</strong>oso paradosso della logica. Ma neppurepuoÁ la ragione scientifica o, piuÁ concretamente,neppure possono gli uomini dellaricerca scientifica chiudere gli occhi <strong>di</strong> fronteagli interrogativi ed agli scenari futuri che sivengono delineando.Dico questo poiche ritengo non sia ne auspicabilene possibile tracciare una linea <strong>di</strong> demarcazioneche <strong>di</strong>stingua da un lato il ruolodegli scienziati e dall'altro le responsabilitaÁ deigoverni. E poiche non credo neppure ad un governodegli scienziati mi resta aperta un'unicavia: la via, appunto, <strong>di</strong> una assunzione <strong>di</strong>retta ecritica da parte della comunitaÁ scientifica dellegame <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza che la unisce al destinofuturo della societaÁ .EsecioÁ vale in generale ancor piuÁ vale entroun habitat quale il nostro, un habitat Ð come hocercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>re Ð conformatosi nei secoli attornoal nocciolo dell'inter<strong>di</strong>pendenza delloStu<strong>di</strong>o e della cittaÁ . [...]Ma l'ambizione piuÁ alta credo dovrebbe essereposta alla sollecitazione ed alla promozione <strong>di</strong>un vero e proprio processo <strong>di</strong> autocoscienzadella comunitaÁ scientifica. Oggi la scienza costituisceuna fondamentale forza motrice delcambiamento e dell'innovazione, anche sociali.Nella comunitaÁ scientifica si raccoglie e si organizzauna parte decisiva dell'intelligenza <strong>di</strong>ogni societaÁ . Se questo eÁ vero la comunitaÁscientifica non puoÁ sottrarsi alla responsabilitaÁ<strong>di</strong> assumere un ruolo protagonista nella <strong>di</strong>scussionecirca l'in<strong>di</strong>rizzo e l'uso delle potenzialitaÁe delle forze da essa stessa generate.EÁ evidente che questo ruolo <strong>di</strong> responsabilitaÁpuoÁ essere interpretato in due mo<strong>di</strong>. In forma<strong>di</strong>ciamo cosõÁ) corporativa: ottenendo dagli organidel potere le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una propria riproduzioneallargata. In forma <strong>di</strong>ciamo cosõÁ)democratica: socializzando le possibili opzioniche lo scienziato, dal suo osservatorio privilegiato,eÁ in grado <strong>di</strong> vedere prima e piuÁ nitidamente<strong>di</strong> chiunque altro. EÁ altrettanto evidenteche le nostre preferenze vanno alla seconda.[...]Abbiamo affermato che il consolidamento e losviluppo della ricerca scientifica a Bologna sonoobiettivi dell'intera comunitaÁ locale e ne abbiamotratto conseguenze concrete penso al nuovoinse<strong>di</strong>amento dell'area <strong>di</strong> ricerca del CNR) eipotesi <strong>di</strong> lavoro, progetti cui stiamo tentando <strong>di</strong>contribuire e che inten<strong>di</strong>amo sostenere. Nonultimo [...] la creazione <strong>di</strong> un centro per la elaborazioneed il trattamento <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> sistemicomplessi che raccolga Ð e metta in comunicazionetra loro Ð forze provenienti da <strong>di</strong>versiambiti <strong>di</strong>sciplinati: fisica, matematica, biologia,economia ... Ebbene, consentitemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re chenon ritengo affatto casuale che nel tentare, oritentare, questa strada noi ci si sia imme<strong>di</strong>atamente,e nuovamente, incontrati con il ProfessorPuppi.Lo <strong>di</strong>co senza piaggeria ma perche questo miappare il suo tratto caratteristico: rifuggendo,come per istinto, dall'utopia e dal percorrerestrade giaÁ <strong>di</strong>segnate il Professor Puppi riesce adarti appuntamento nel luogo in cui cioÁ che <strong>di</strong>nuovo eÁ possibile puoÁ cominciare a realizzarsi.[...]Certo anch'io so bene Ð e non credo <strong>di</strong> doverlo<strong>di</strong>re a voi Ð che il Professor Puppi eÁ uncompagno d'avventure assai pericoloso. La <strong>di</strong>visaben nota che afferma «per aspera ad astra»non gli appartiene.EÁ una sirena ingannatrice, il Professor Puppi.Svolge il suo ragionamento avanzando leggiadro<strong>di</strong>etro il suo papillon e ti conduce su un morbidotappeto volante, e ti toglie ogni vertigine dellepericolose pietraie e dei burroni scoscesi chestai superando.Pietraie e burroni che devi poi riguadagnarefaticosamente, palmo e palmo quando ti lasciasolo o, meglio, quando svanisce come il gattone<strong>di</strong> Lewis Carroll lasciandoti il suo sorriso un po'beffardo, un po' sarcastico.Un compagno d'avventure pericoloso Ð ripetoÐ e, d'altra parte, senza simili compagni esenza simili maestri, si rischierebbe <strong>di</strong> restarepigri ed impauriti ai pie<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> una collinetta.71
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