PUPPI E LA CITTAÁ BOLOGNAGIOVANNI SALIZZONIConsigliere del Comume <strong>di</strong> Bologna72Intervento al Convegno in memoria <strong>di</strong> GiampietroPuppi, 2 ottobre 2007, BolognaPotrei elencare, una dopo l'altra, tante pagine<strong>di</strong> storia della cittaÁ che sono in<strong>di</strong>ssolubilmentelegate a Giampietro Puppi: eÁ stato un grandeprofessore, un impareggiabile educatore, unoscienziato illuminato, tanto da ottenere dal SindacoDozza, nel lontano 1955, circa mezzo miliardo<strong>di</strong> vecchie lire per sviluppare la ricerca in<strong>Fisica</strong> presso l'Ateneo bolognese. Il prestigiosoistituto <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> A. Righi fu da lui magistralmente<strong>di</strong>retto per anni e ben presto <strong>di</strong>venneun centro <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sperimentazione unicoin Italia. Fu poi tra gli ideatori del Centro Stu<strong>di</strong>OIKOS: un centro <strong>di</strong> eccellenza per lo stu<strong>di</strong>o el'approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> tematiche relative all'abitare,alla qualitaÁ urbana, all'e<strong>di</strong>lizia e all'ambiente;tutti argomenti oggi all'or<strong>di</strong>ne delgiorno, ma assolutamente innovativi 30/40 annifa. Sempre attraverso OIKOS Puppi si fece promotore<strong>di</strong> interventi mirati sulla cittaÁ , fornendosupporto documentario, conoscitivo, metodologicoe progettuale. EÁ stato Socio <strong>di</strong> importantiistituzioni locali presso le quali sempre ha offertoil suo contributo in termini <strong>di</strong> esperienza,saggezza, intuizione.Tanto ancora potrei citare: il suo nome eÁ legatoprofondamente anche allo sviluppo e allacrescita <strong>di</strong> Bologna. Ma la sua ere<strong>di</strong>taÁ non eÁ solonei risvolti pratici della sua scienza, sui documentie sulle scoperte che portano il suo nome,sui registri dell'UniversitaÁ e le carte dell'IstitutoRighi, sulle delibere del Consiglio Comunale chericordano l'Archiginnasio d'Oro che gli fu attribuitonel 1963 fu uno dei primi, insieme aFrancesco Flora, Giorgio Moran<strong>di</strong> e Enrico Redenti!)o riportano i cospicui finanziamenti perle ricerche.La sua vera ere<strong>di</strong>taÁ va rintracciata nel suoprofilo umano: anche in questo Puppi eÁ statosempre un protagonista. Era un uomo completo,nel senso che in lui la testa e il cuore andavanoall'unisono: era curioso, ma <strong>di</strong> una curiositaÁ sana,non invadente, non supponente; ascoltavauno studente con la stessa attenzione che riservavaad un Premio Nobel. Era sempre <strong>di</strong>buon umore, gentile, appassionato e attento;parlava <strong>di</strong> tutto con tutti. Fu a casa <strong>di</strong> Andreattache lo incontrai piuÁ volte e lo ascoltai parlare <strong>di</strong>tante cose e sempre con straor<strong>di</strong>narie argomentazionie con incre<strong>di</strong>bile acume e lungimiranza.Era convinto che la fisica fosse una chiave <strong>di</strong>lettura per interpretare il mondo, il quoti<strong>di</strong>ano, lapolitica, l'uomo. Credeva fosse giocoforza che ipolitici si rivolgessero ai fisici per <strong>di</strong>panare lequestioni piuÁ complesse che si presentavanoquoti<strong>di</strong>anamente sui loro tavoli: «uno scienziato»<strong>di</strong>ceva «arriva alla meta piuÁ rapidamente percheÂha metodo». Credeva ad esempio che la ricercascientifica fosse imprescin<strong>di</strong>bile per lo sviluppoindustriale, per un progresso intelligente e conseguentementeper il benessere economico <strong>di</strong> unPaese. Facciamo fatica a capirlo oggi, lui c'eÁ arrivatooltre cinquant'anni fa! [...]
IN MEMORIA DEL PROFESSOR GIAMPIETRO PUPPIGIOVANNI SALIZZONIConsigliere del Comume <strong>di</strong> BolognaCommemorazione ufficiale nella prima seduta delConsiglio Comunale <strong>di</strong> Bologna, 8 gennaio 2007Desidero innanzi tutto ringraziare il Presidentedel Consiglio Comunale Gianni Sofri peravermi dato l'opportunitaÁ <strong>di</strong> commemorare ufficialmentein questa prima seduta del Consiglioall'inizio del 2007, il Professore GiampietroPuppi scomparso la mattina <strong>di</strong> Natale dopo unalunga malattia.EÁ un privilegio per me ricordare a tutti voi ilsuo profilo professionale e umano, ancorche siamolto <strong>di</strong>fficile riassumere in tempi ragionevolmentecontenuti l'immenso patrimonio da luilasciato in termini <strong>di</strong> scoperte scientifiche, raggiungimentiaccademici, intuizioni impren<strong>di</strong>toriali.Per non parlare <strong>di</strong> cioÁ che ha lasciato nelcuore <strong>di</strong> quanti l'hanno conosciuto.Per questo motivo mi sento ancor piuÁ privilegiato,perche io l'ho conosciuto. Perche nonostantela notizia della sua morte sia appenacomparsa sulla stampa locale, Puppi eÁ statodavvero un protagonista e non solo per le suein<strong>di</strong>scusse doti intellettive.Puppi era un uomo completo, nel senso che inlui la testa e il cuore andavano sempre all'unisono.Era curioso, ma <strong>di</strong> una curiositaÁ sanae non invadente, ascoltava uno studente con lastessa attenzione che riservava ad un PremioNobel. Era sempre <strong>di</strong> buon umore, gentile, appassionatoe attento; parlava <strong>di</strong> tutto con tutti:aveva intrattenuto rapporti fecon<strong>di</strong> e duraturicon Andreatta, con Zichichi, con Dozza e contanti altri illustri personaggi del nostro tempocon i quali amava confrontare le proprie idee econ<strong>di</strong>videre le sue intuizioni.Eraconvintochelafisicanonfosseunamateriaarida e a se stante, ma piuttosto unachiave <strong>di</strong> lettura per interpretare il mondo,l'uomo, il quoti<strong>di</strong>ano. Per questo riteneva piuÁlogico che i politici si rivolgessero ai fisici per<strong>di</strong>panare le intricate matasse che la loro professionepresentava, perche uno scienziato arrivaalla meta piuÁ rapidamente, con metodo,con rigore, lungimiranza e, molto spesso, consuccesso.Oltre cinquant'anni fa ebbe a riba<strong>di</strong>re che laricerca scientifica fosse imprescin<strong>di</strong>bile per losviluppo industriale, per un progresso intelligentee conseguentemente per il benessereeconomico <strong>di</strong> un Paese. Al contrario, qualecontributo poteva trovare uno scienziato nellapolitica? Erano le affinitaÁ elettive che lo intrigavano,i cervelli ben funzionanti come il suoirrorati da un cuore grande, sempre attento, mai<strong>di</strong>stratto dalla buona sorte o dai successi.Il suo carattere sempre allegro e una robustafede cattolica lo aiutavano a non invecchiare.Era davvero un maestro <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> pensiero,amava i giovani e credeva nell'educazione comeuna carta vincente per affrontare le incognitedel futuro. Su questo tema Dozza trovoÁ in Puppiun forte alleato e fece leva proprio su <strong>di</strong> lui perconcepire e realizzare alcuni tra i piuÁ prestigiosicentri <strong>di</strong> istruzione <strong>di</strong> Bologna.Puppi fu professore e educatore, ma soprattuttopadre per quanti seppero imparare dalui. Di figli, suoi ere<strong>di</strong> culturali, ne ha lasciatimolti: si commuoveva quando assisteva ai lorosuccessi come avvenne alla prima lezioneuniversitaria <strong>di</strong> Enzo Boschi), ma con umiltaÁcon<strong>di</strong>videva con loro le sue avveniristiche soluzioniscientifiche e tecnologiche. ChissaÁ cosaavranno pensato <strong>di</strong> lui i giovani che lo frequentavanosentendo parlare del suo «triangolo»che stabiliva particolari relazioni tra <strong>di</strong>verseinterazioni deboli, oppure <strong>di</strong> rete telematica peril rilevamento dei terremoti, oppure <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oastronomia?Io non sono un fisico, ma vedete,<strong>di</strong>etro ai suoi <strong>di</strong>scorsi mi perdevo anch'io percheÂnon tutti i gran<strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> scienza hanno lacapacitaÁ <strong>di</strong> trasmettere con straor<strong>di</strong>naria chiarezzai concetti piuÁ <strong>di</strong>fficili. Eppure a lui riuscivaanche questo e credo che sapesse farloperche aveva le idee chiare, perche senza saperequale applicazione pratica potesse avere infuturo la sua idea, riusciva a percepire i legamitratuttelecose,quellemicroscopicheequellemacroscopiche che lo circondavano.Per quel suo «triangolo» avrebbe potutoavere il Premio Nobel, se non lo avesse concepitosubito dopo la guerra, quando sarebbe73
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