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IL NUOVO SAGGIATORE - Società Italiana di Fisica

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64plicativo, delle iniziative <strong>di</strong> Puppi. Fino a tutti glianni ottanta la cattedra <strong>di</strong> Gianni presso il Dipartimento<strong>di</strong> <strong>Fisica</strong> dell'UniversitaÁ <strong>di</strong> Bolognarimase un riferimento per l'avviamento alle <strong>di</strong>sciplineambientali e territoriali ed eÁ veramentelunga e <strong>di</strong> grande qualitaÁ la lista dei ricercatori iviformatisi. Include attuali professori e ricercatori,<strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> servizi, ecc., in tutto il mondo.La seconda metaÁ degli anni settanta e gli anniottanta portarono l'affermazione lo sviluppoera, in realtaÁ , precedente) dei concetti legati aisistemi complessi. GiaÁ nell'esperienza <strong>di</strong> creazionedella citata «Sogesta» in Urbino una notevoleenfasi era stata data al ruolo della nonlinearitaÁnella modellistica sia deterministica chestatistica. Un sostanziale peso aveva avuto inquesto Giuseppe Bepi) Colombo 6 , forte dellasua esperienza in Meccanica. Anche se decisamenteil tipo <strong>di</strong> matematica coinvolto non eraquello <strong>di</strong> Gianni, egli fu rapido a coglierne gliaspetti innovativi sostanziali. Un ruolo centralevenne dato a questi argomenti nel corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>Superiore che egli svolgeva.Alla fine degli anni ottanta, inizio novanta, lafantasia <strong>di</strong> Gianni fu «catturata» dalla nascenteproblematica sul Clima. Sarebbe stata la <strong>di</strong>mensioneperfetta per la sua azione: un problemacentrale tra Scienza e SocietaÁ , profondamenteinter<strong>di</strong>sciplinare, ideale per il setup <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> sistemiÐ da quelli osservativi osservazioni convenzionali,satelliti, ecc.) ai gran<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>calcolo Ð ma anche per le profonde me<strong>di</strong>tazioniche impone riguardo al concetto <strong>di</strong> veritaÁ scientificae agli strumenti adeguati alla sua affermazione.Ma, purtroppo, il crescere della problematicacoincise con l'inizio del suo progressivo«ritiro» e <strong>di</strong> conseguenza?) con un rallentantamentodell'interesse accademico anche e soprattuttodel mondo della fisica italiana) perqueste <strong>di</strong>scipline e con una loro successiva, progressivamarginalizzazione. Ne ha sofferto anchela fisica stessa, ma ancor <strong>di</strong> piuÁ il nostro Paeseche, ahimeÁ , privo del presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un tale leadercomplice anche la scomparsa <strong>di</strong> Amal<strong>di</strong> e <strong>di</strong> tantialtri giganti della nostra <strong>Fisica</strong>), ha subito l'imporsisu queste problematiche <strong>di</strong> forze che tuttohanno in vista fuorcheÁ la Scienza!Al <strong>di</strong> laÁ <strong>di</strong> tutti i dettagli relativi allo sviluppostorico, eÁ importante cogliere la natura essenzialedel messaggio metodologico <strong>di</strong> Gianni basato,si eÁ detto, su una fusione organica tra latra<strong>di</strong>zione osservativo-naturalistica non necessariamentesperimentale, si ba<strong>di</strong> bene) equella assiomatico-quantitativa non necessariamenteteorica, si ba<strong>di</strong> bene). Da questo approcciometodologicamente non manicheo nascevaun bilanciamento tra sperimentazione,fenomenologia, teoria e modellistica che favorivala loro sintesi organica in un quadro scientificocompleto. Questa «<strong>di</strong>sponibilitaÁ mentale»verso <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> investigare il mondo, haanche, ad esempio, agevolato lo sviluppo dellamodellistica numerica della fisica dei flui<strong>di</strong> edelle sue applicazioni geofisiche. Non eÁ un casoche Gianni che, per sua esplicita ammissione,non amava i calcolatori elettronici una primor<strong>di</strong>alemacchinetta meccanica <strong>di</strong> calcolo hatroneggiato per anni sulla sua scrivania!) siastato l'iniziatore anche del CINECA.Un tale tipo <strong>di</strong> approccio eÁ particolarmentecongeniale alle Scienze della Terra in cui ha datoluogo ai piuÁ alti sviluppi scientifici e culturali findall'inizio del secolo scorso si pensi, ad esempio,ad Harold Jeffreys in Inghilterra). E, quin<strong>di</strong>,non casualmente eÁ stato fertile <strong>di</strong> sviluppi, attornoalla figura <strong>di</strong> Puppi in quegli anni. E la figurae<strong>di</strong>lruolo<strong>di</strong>Giannisistaglianoancor<strong>di</strong>piuÁsesipensaquantoinItaliaquestotipo<strong>di</strong>approccioabbia stentato e stenti a prendere piede.EÁ importante notare, infine, l'attualitaÁ delmessaggio scientifico-culturale <strong>di</strong> Gianni Puppi.Che si esprime anche nel modo <strong>di</strong> fare le cose. Aparte la rimarcata completezza dell'approccio aiproblemi e l'inter<strong>di</strong>sciplinarietaÁ c'eÁ , soprattutto,il fattore tecnica <strong>di</strong> conduzione della ricerca:Gianni non perdeva mai la visione globale,complessiva, del problema trattato anche nell'analisidel piuÁ minuto dettaglio. E non amava la«managerialitaÁ standar<strong>di</strong>zzata'', da scuola <strong>di</strong>management. La necessitaÁ <strong>di</strong> governare processi<strong>di</strong> enorme <strong>di</strong>mensione e complessitaÁ richiedegiaÁ ,esemprepiuÁ richiederaÁ , persone <strong>di</strong>sicura attitu<strong>di</strong>ne sintetica, capaci <strong>di</strong> ``letturatrasversale'', capaci <strong>di</strong> gerarchizzare l'informazioneportando in superficie gli elementi veramenteessenziali 7 , capaci <strong>di</strong> convivere con lapropria ignoranza dei dettagli senza, peroÁ ,perdere<strong>di</strong> rigore. E, forse, rivivificando questaattitu<strong>di</strong>ne la <strong>Fisica</strong> e non solo) tornerebbe adattrarre gli studenti piuÁ brillanti!6 A Giuseppe Colombo eÁ intitolato il Centro ASI AgenziaSpaziale <strong>Italiana</strong>) in Matera.7 Un altro nostro grande maestro, Jule Charney, commentandola ricerca <strong>di</strong> Ed Lorenz sintetizzoÁ : «A few ingre<strong>di</strong>ents:the right ones!».

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