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l'opinione

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<strong>l'opinione</strong>Giancarlo VettorelloGuardare i nostri territoricome dei musei diffusiSe il territorio è in generale per ilvino a denominazione un elementocostitutivo, credo che per alcunivini possa essere l’elementodistintivo ed unicizzante. Il nostrocaso è un esempio significativo inquesto senso. Il mondo del Proseccoha molte sfumature e tre denominazioni.L’elemento territoriale è pernoi il valore imprescindibile dal1969, anno dell’ottenimento dellaDoc, divenuto ancor più strategico apartire dal 2002 con i lavori per lariorganizzazione del mondo Proseccoche hanno portato alla creazionedella Doc e all’elevazione alla Docgper il Conegliano Valdobbiadene. Lapercezione del territorio è stata cosìimportante, da condurre i produttorialla scelta di anteporre il nomedell’area di produzione a quello diProsecco, scegliendo un percorso piùdifficile ma altrettanto rappresentativodel valore attribuito alla terra.In Italia, e più in generale in Europa,un’area di produzione di un grandevino si riflette, quasi sempre, in unpaesaggio di valore, dove la manodell’uomo ha contribuito a renderepiù affascinante l’ambiente. Proprioil territorio diviene elemento attrattivosia per vendere meglio il prodottoma anche per fare conoscere inprima persona al consumatore il luogodi produzione. Una visita che,quasi sempre, si traduce in un ricordoindelebile. In questo modo da unlato il territorio diviene l’elementoche dà valore al vino, dall’altroquest’ultimo rappresenta un’occasioneper fare conoscere l’area di produzioneattraverso un turismo esperienziale.Personalmente credo che sotto questoprofilo le Docg potrebbero a ragionediventare un portabandieradell’Italia del vino, in quanto la loroorigine è il risultato di una lungastoria e tradizione, che quasi sempresi coniuga a un valore paesaggisticoimportante.Allo stesso tempo, oltre a qualitàriconosciuta, storia e successo internazionale,territorio e paesaggio,potrebbero divenire un requisito indispensabileal loro riconoscimento.Questo senza la pretesa di espropriarloagli altri vini, anzi innalzandoloa vero e proprio tratto distintivodelle nostre eccellenze enologiche.In un tempo in cui gli elementi distintividevono essere chiari e riconoscibili,far divenire il “bel paesaggioe il bel territorio” un tratto checontraddistingue l’eccellenza dei viniitaliani, credo sia una scelta utile aDirettore del Consorziodi Tutela del ConeglianoValdobbiadene ProseccoSuperioreNato a San Polo di Piave nel 1960,si diploma in enologia alla ScuolaEnologica di Conegliano. Al terminedegli studi, inizia la propria attivitàdi responsabile viticolo pressouna grande realtà cooperativaaffiancando lo svolgimentodi attività di consulenza. Accostaagli incarichi di tipo tecnico anchel’attività di ricerca scientificae produce numerosi lavoripubblicati nelle principali rivistedi settore. Ha collaborato conle Università di Padova e Udine.identificare il bello con il buono, legandol’Italia a un binomio che ciappartiene e ci è da sempre riconosciuto,e che ci collega alla storia e alvissuto stesso del pensiero occidentale.Per questo in Italia dovrebbe aprirsiuna discussione su come conservaree valorizzare i territori più vocati,riprendendo il tema del “Piano regolatoredel vino”, quasi le denominazionigarantite italiane custodisseroil valore di un museo diffuso, un beneartistico fruibile da tutti.29

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